Rispettando i fin troppo facili pronostici della vigilia, i nazionalpopolari con le 5 stelle sul petto hanno battuto i radicalchic 3 a 1 all'\olimpico in una magnifica giornata di sole.
La sconfitta non sembra preoccupare il Mister radicalchic piu' di tanto. Considerata la consistenza numerica delle due squadre, qualcuno temeva un secco 6 a 0, che pero' non si e' verificato. Anzi.
Anche perche' per i nazionalpopolari le cose erano cominciate ad andare bene gia' dal giorno prima, quando la loro allenatrice aveva scampato una squalifica che l'avrebbe posta fuori gioco per tutto il resto del campionato (quello che poi era successo al suo predecessore). Quindi forti di una rinnovata grinta sono andati in campo.
Malgrado questo hanno vinto ma non stravinto, e non hanno conservato nemmeno la loro rete inviolata.
Peraltro fino al fischio d'inizio tutto sembrava in discesa. Infatti quando la squadra radicalchic, in magliette di Prada e scarpini di Vuitton, diceva privatizzazione, tutti quanti pensavano all'inevitabile aumento delle tariffe.
E se l'aumento delle tariffe in cambio di maggiore efficienza sarebbe stato anche benvenuto per chi ha reddito accettabile, e magari ne vuole produrre altro, per i tanti altri che gravitano su Roma in una condizione di precarieta' e indigenza il servizio deve rimanere cosi' come e'.
A costo zero per le loro tasche, che magari le tasse comunali neanche le pagano. Schema di gioco a catenaccio ampiamente collaudato da generazioni di Romani, e in voga pure con Napoli ai tempi dell'allenatore Masaniello e poi Franceschiello etc. etc.
Malgrado il catenaccio radicalchic sono andati a segno una volta, cosa impensabile fino all'anno scorso, peraltro al costo di veder la propria rete perforata in contropiede, anche se non tante volte quante ne sarebbe piaciute all'avversario. Embe' perche' la realta' e' innegabile.
Andando a vedere le singole azioni di gioco, e' chiara la fantasia manovriera dei radicalchic, anche se questa fantasia e' ancora troppo distante dall'efficacia necessaria per vincere un match.
Ogni tanto du' battute alla Marchese del Grillo (io so' io...) non guasterebbero. Da sempre qui si preferiscono i maghi brasiliani a quelli nordeuropei, cosi' da essere sicuri che qualche indulgenza verso i vizi locali possa esserci.
Il catenaccio nazionalpopolare avra' invece sempre piu' difficolta' ad essere replicato, e non certo per mancanza di volonta' dell'allenatore. Il problema e' che il servizio e' sempre peggiore in qualita', tanto che chi deve veramente produrre fa di tutto per passare al mezzo privato, foss'anche la bicicletta.
Il guaio nuovo, e molto recente, e' che non solo la qualita', ma anche la quantita' ha ceduto, in una spirale che ci vede al 20% in meno delle percorrenze da contratto si servizio. E la cosa pesa sui bilanci. Tanto che meno servizio meno soldi, meno soldi meno servizio.
Al tempo stesso la societa' non ha risorse per cambiare gioco e prima o poi dovra' ricorrere alle tasche dei tifosi.
Tutti parlano di biglietto, ma in realta' quelli che sono il buco nero sono gli abbonamenti. Gli abbonati prima o poi dovranno pagare una cifra piu' congrua, se non altro, appunto, perche' il Comune e' rimasto senza soldi puro lui.
Detto questo l'allenatore nazionalpopolare ha incassato la vittoria e promesso il rinnovo del gioco. Purtroppo si e' gia' giocato meta' del primo contratto e quindi non si capisce quando pensa di vincerlo questo scudetto.
O almeno agguantare la Champion.
lunedì 12 novembre 2018
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