giovedì 29 novembre 2012

La ciclabilità secondo M5S


Dopo le “disavventure" di bicicsnob, ci provo pure io a dare un giudizio sulla parte dedicata alla mobilità ciclabile del programma trasporti dell’M5S romano.

Preciso che a differenza di quello che traspare dal blog della biondina capricciosa garibaldina trullallà  non ho attachment  politici, anzi quando sento il termine libretto rosso mi viene la sindrome di Patton e il desiderio di allertare i missili balistici.

Per evitare inconcretezze ho preparato -come di mio consueto- una magrissima tabella che riprende passo passo ogni punto del programma M5S pubblicato sul sito. Con un giudizio che ho cercato di tenere il più oggettivo possiblie, ovviamente nei limiti della mia scarsa competenza urbanistico ciclista.

Dopo un esame veloce ma minuzioso, ritengo che il programma non sia  peggio di tanti piani, ma a parte il bike sharing, l’unica cosa veramente concreta e “innovativa”, se preso alla lettera ci riporterebbe indietro di almeno un decennio,

Terribilmente trascurate le piste ciclabili.

Non solo la voce è generica, come a dare un contentino al “popolo della bici”,  ma soprattutto manca qualsiasi accenno al piano quadro della ciclabilità, che pure è costato tante lacrime (di rabbia) ai ciclisti romani.

Sarebbe bello nominarlo, magari  applicarlo (cioè finanziarlo) oppure riscriverlo, ma non si può semplicemente ignorarlo. E’ da ignoranti (= ovvero coloro che non sanno).

Giudizio finale
Un piano con qualche buona idea, ma assolutamente banale, che sembra scritto da qualcuno che in bicicletta va poco e non calca la scena dei ciclisti romani.

In questi anni a Roma  di idee buone e ottime ne sono uscite tante. Non hanno il copyright, perchè non leggerle e approfittarne?


Giudizio generale
Forse il ciclismo urbano è una cosa molto specialistica, ma un po’ di professionalità comunque serve. Anche le altre parti del programma trasporti (faccio una tabella anche per quello?) hanno questo micidiale livello di dilettantismo?  Dilettantismo che peraltro non è un crimine, una volta che uno l’abbia capito e corra ai ripari.

Senza cattiveria, solo per farlo notare...


Voce del programma ImpressioniFattibilitàProgramm...
Azioni Correttive
Possibilità di portare la bicicletta sui mezzi pubblici ideando nodi di scambio con le fermate degli stessiComprensibile la prima parte, molto meno la seconda (nodi di scambio). Rimane non risposto il problema di come portare le bici nell’affollamento dei mezzi pubblici romani.
Buona la prima,
Irrealizzabile la seconda. Sembra più il prodotto di buone intenzioni ma idee confuse
Migliorare e precisare
Adeguato sistema viabile integrato, corsie preferenziali sulle principali strade consolari (sul modello delle “Cycle Superhighway” londinesi)Mi sembra ottimo, anche se non conosco le piste londinesi. Le corsie ciclabili sono un’ottima cosa, ma la sosta in seconda fila?Irrealizzabile se non si proteggono con la spada le corsiePrecisare la difesa delle corsie
Attuazione della L.R. 16 Febbraio 1990, n. 13. Zone riservate ai semafori con precedenza per i ciclisti; Bellissimo e sottoscrivibileIrrealizzabile se non si proteggono con la spada le zone riservate. E servono anche quattrini per le semplici striscePrecisare la difesa delle zone
Parcheggi appositi (anche condominiali).Lodevole. M5S intende sposare qualche proposta già presente sul mercato? Molti ciclisti si battono per questo, ma le bici le fregano senza pietà anche nei cortili condominialiFattibile, ma inutile se non si dichiara guerra ai ladri di bicicletteModificare altra parte del programma per dichiare guerra ai ladri di biciclette anche se poveri diavoli
Bike sharing capillare su tutto il territorio comunale con biciclette (anche elettriche), integrato con le fermate del trasporto pubblico.EccellenteFattibile, se si trovano i soldiMagari precisare dove si troveranno i quattrini
Ridare impulso all'attività dell'Ufficio Biciclette, definendone responsabilità, competenze ed obiettivi tangibili.Eccellente, ma è una storia che si è sempre sentita. Avrà un suo budget?Fattibile, Occorre specificare la collocazione “politica” dell’ufficio, per essere sicuri che abbia potere e risorse
Promozione della cultura della bicicletta.EccellenteTroppo vago, che vorrà dire?Mah...
Più piste ciclabili anche attraverso una razionalizzazione del sistema dei parcheggiFinalmente, credevo non arrivasse più! Ma la razionalizzazione dei parcheggi cosa c’entra?Abbiamo un piano quadro della ciclabilità... che ne facciamo?Rimettere in gioco il piano quadro della ciclabilità.

mercoledì 28 novembre 2012

3 euri risparmiati sfidando la pioggia

Malgrado tutte le previsioni negative, mi sono infilato mantella e pantaloni impermeabili è ho affrontato il diluvio.

A parte il tempo perso per equipaggiarmi, tutto è filato liscio come l'olio. L'acqua l'ho presa, ma senza bagnarmi, grazie all'ormai collaudata tenuta,

Quindi ho evitato la metro, che mi pare qualche problema abbia comunque avuto...

Perciò, non facciamoci intimorire dalla pioggia. E' più una questione psicologica che reale.

martedì 27 novembre 2012

Tram contromano!!!!

Tra le incredibili avventure cicliste che mi sono capitate, c'e' anche quella del tram contromano.

Avete capito bene, tram contromano...

Dove?

Al Viale del Parco del Celio, per intenderci quella via tranviaria che serpeggia su' per il Celio, e collega Piazza di Porta Capena con Via Claudia.

Vabbè, insomma, arrivo da  Viale Aventino e invece di farmi Via di San Gregorio verso il Colosseo, dopo aver guardato alle spalle che non ci fosse alcun tram, mi incammino per questo Viale del Parco del Celio.

Il Viale lo faccio tenendomi a destra delle rotaie,  proprio perchè se ti piomba un tram alle spalle, puoi sempre appiattirti al muro. Detto fatto pedalo rapidamente sulla salitella, quando sento il tipico rumore metallico delle ruote di tram quando girano.

Mi vengono i soliti brividi da tram. Tranquillo, alle spalle nulla, qualcuno sta scendendo dalla curva. In effetti vedo fari che si riflettono sui binari... bene, sta arrivando il tram dalla parte opposta.

Solo che... dalla curva, sulle rotaie, non esce un tram, ma un taxi alquanto veloce. Il rumore del tram è però sempre più forte e inconfondibile. Allora capisco: il taxi ha superato il tram a destra!!!!

E finalmente appare, uscendo dalla curva, un tram di quelli grossi, che piano piano scende le rotaie "sbagliate". Contromano.

Stavolta mi hanno fregato, ce l'hanno fatta! Ero troppo furbo per il solito tram, per farmi fuori mi hanno teso una trappola! Troppo tradi per tornare indietro, mi appiattisco contro il muro,  cercando di capire se tra muro e tram ci passa la Hoptown. Ovviamente sto fermo. Il tram si avvicina!

Con mia ulteriore sorpresa, il tram ha il guidatore dalla mia parte. Per fortuna la Hoptown ci passa, ma senza scialaquare sullo spazio... non più di venti cm. Passandomi accanto il guidatore fa un gesto di scusa, come a dire "Anvedi che casino sto a fa'".

A bordo tranquilli i passeggeri, quindi si tratta di un tram in servizio.

Mi supera e continua tranquillo... stavolta niente marzianicidio.

Peraltro credo che di fronte a me ci fosse l'ultima possibilità di tornare dalla parte giusta, un collegamento tra i due binari.

Dopodichè avrà dovuto continuare contromano fino a Piramide!!!!

Ho comunque controllato sulla cronaca e non risultano scontri frontali tratram. Per fortuna perchè lo scontro tratram non è mai piacevole.

A Roma, ormai, succede proprio di tutto!!!!

sabato 24 novembre 2012

Le bici? Tutte in letargo!

In effetti ci sono rimasto un po' male qui a Montreal, perchè mi aspettavo di vedere una città frizzantemente ciclista.

L'ultima volta che ci ero venuto, nel 2009, avevo trovato una città con uno spiccato indice di ciclismo.

Il ritorno ha visto una città quasi senza biciclette, ancorchè attraversata da due monumentali piste ciclabili. In giro pochi ciclisti, molto sparuti.

La spiegazione? Il letargo.

L'inverno qui è freddissimo. Malgrado la città sia alla stessa latitudine di Milano, non è protetta dalle masse d'aria fredda che provengono da Polo, e quindi non capita raramente di avere temperature di meno 20, meno 30 e fino a meno 40.

A quelle temperature non si può andare in strada se non molto ben protetti. Per questo Montreal è una città che ha anche una rete di tunnel che collega le stazioni della metro agli edifici più vicini, con un contorno di ristoranti e negozi.

Quest'anno è un'annata eccezionale, e ho trovato temperature fino a 12 gradi di giorno. Normalmente di questo periodo la neve è già arrivata.

Anche il bike sharing va in letargo invernale. Le postazioni, tutte rimovibili, sono già senza biciclette.

Sono anche andato in uno dei più famosi negozi sportivi del luogo per comprami qualche gadget ciclistico da sfoggiare alla critical mass... Il commesso mi ha guardato sconsolato, e accennando ai mucchi di sci, racchette da neve, snowboard, ciaspole, giacche da sci mi ha detto: non abbiamo più un reparto biciclette. Abbiamo mandato tutto a magazzino, se ne riparla a primavera.

domenica 18 novembre 2012

30 all'ora... a tale of two cities

Nella città A continuavano a succedere incidenti mortali per strada.

 L'università locale fece un po' di studi e arrivò alla conclusione che riducendo la velocità massima a 30 all'ora, la mortalità da incidente sarebbe crollata, senza incidere in maniera significativa sui tempi di spostamento.

La proposta venne presentata prima in un convegno, poi portata al Sindaco, che la studiò e la trovò valida, anche perchè aveva il non secondario pregio di abbattere i costi sanitari. La fece sua e la portò per un dibattito in consiglio comunale.

Lì si scatenò un casino, perchè un bel po' di rappresentanti ricevettero migliaia di lettere di forte protesta dagli automobilisti erano inferociti. Vedevano il limite di trenta all'ora come una violazione della libertà personale, e comunque difficilissimo da rispettare, a causa della potenza delle auto.

La discussione andò avanti un bel po'. Ci furono manifestazioni di entrambe le fazioni, una volta finì pure a botte...  ma non ci furono santi. A mano a mano che passava il tempo, i favorevoli all'introduzione del limite di 30 aumentarono, mentre quelli contrari si ridussero. I politici capirono che era divenuta una battaglia impopolare e smisero di supportarla, chiedendo però di individuare con chiarezza le strade  cui il limite non si applicava, allo scopo di mantenere la scorrevolezza della circolazione.

I soldi disponibili per le piste ciclabili furono concentrati su tali strade.

Alla fine, dopo due anni, il provvedimento fu varato. In tre mesi furono pronti i cartelli per i nuovi limiti.
All'inizio ci fu qualche multa in più, anche perchè fu fatta una campagna di sorveglianza eccezionale per imporre i nuovi limiti.

In ogni caso il sindaco impose uno sconto del 90%  sulle multe, per i primi tre mesi,  per chi superava i trenta ma non i cinquanta all'ora, e dopo tre mesi tutto andò abbastanza bene.

Alla fine anche gli automobilisti, pur mugugnando,  non protestarono più. Gli incidenti diminuirono

Nella città B, c'erano un sacco di incidenti lo stesso, ma non gli si dava molta importanza. Anzi, per strada ognuno faceva quello che voleva, spesso superando (e di tanto) anche il limite dei 50 all'ora.

Ciononostante un po' di rompiballe presero gli studi fatti per la città A e li portarono dal sindaco, che li ignorò.

Allora fecero un po' di manifestazioni, andarono alla radio, in TV.

Tutti si dicevano d'accordo sulla bontà della proposta, tutta l'intellighentzia della città si era schierata con questo obiettivo. Alla fine venne ri-portata la proposta al sindaco, che se la ri-guardò la rigirò, ne parlò con i suoi e alla fine la benedisse.

La portò in consiglio e la fece approvare

Gli automobilisti non dissero nulla, al massimo mugugnarono. Il sindaco si appese al petto la medaglia dei 30 all'ora e passò ad altre attività.

In due mesi il provvedimento fu approvato.

Purtroppo ci vollero due anni per trovare i fondi, preparare ed installare tutta la segnaletica, nel frattempo, ovviamente, i nuovi limiti non potevano applicarsi. Comprensibile, la città B aveva grossi problemi di bilancio

Alla fine tutto fu completato, senza ulteriori problemi. Tutti erano contenti. Infatti i ciclisti avevano il loro limite  sui cartelli.

E anche gli automobilisti non si lamentavano: infatti, come nessuno faceva rispettare il limite di 50 all'ora, adesso nessuno faceva rispettare il limite di 30 all'ora.

Gli incidenti rimasero quelli.


giovedì 15 novembre 2012

Parteciperò, ma non da ciclista piagnone

Venerdì 16 (fosse stato 17 sai che festa per il coordinamento Di traffico si muore) ci sarà una manifestazione per chiedere più sicurezza sulle strade. Più sicurezza per tutti, aggiungerei, non solo per i ciclisti. Infatti la sicurezza riguarda tutti, anche se ovviamente ciclisti e pedoni, i più deboli, hanno bisogno di sicurezza come "assenza di incidenti" e non solo come "si distrugge la macchina ma io mi salvo" dei guidatori di SUV. Ah... e non dimentichiamo i motociclisti, anche se oggettivamente spesso se la cercano.
La manifestazione avviene dopo un tragico incidente. Una ragazza diciassettenne investita da un SUV. Una vera tragedia, una vita interrotta, una perdita per tutti, anche se la sentiranno soprattutto i suoi genitori, fratelli e sorelle, gli amici.

E' quindi con ragione che si andrà a chiedere più sicurezza, perchè queste cose non accadano più, o quantomeno accadano il più raramente possibile. Ed è bene farlo perchè tante cose si possono avviare per ridurre il numero di incidenti, anche di quelli in bicicletta.


Non abbiamo però solo notizie cattive, come tendono ad accreditare alcuni ciclisti piagnoni. Se diamo retta alle statistiche europee, vediamo due cose:

a) in Italia nel 2000 abbiamo avuto 401 morti tra i ciclisti, nel 2010 215;

b) la proporzione degli incidenti ciclistici sul totale si mantiene costante, anche a livello europeo, quindi la sicurezza è di tutti,  non solo dei ciclisti.
Allora?

Allora andiamo a questa manifestazione, con serietà e determinazione. 

Con professionalità sulle soluzioni da adottare. 

Chiedendo, come romani, al sindaco di piantarla di lasciare passare tutto e cominciare a bastonare gli indisciplinati, anche quelli in seconda fila, fino a quando non leva loro il vizio. Chiedendo piste ciclabili per i posti pericolosi e agli incroci rotatorie invece di semafori.

Ma per favore, basta con gli atteggiamenti da ciclisti piagnoni.

Se si vuole zero rischio, la metro è infinitamente più sicura di qualunque mezzo a due ruote, e spesso anche a quattro.









martedì 13 novembre 2012

Almeno 10 piegamenti al giorno

Se c'e' una cosa che non ho imparato a fare è piegare la Hoptown...  Forse è la differenza maggiore rispetto ad una Brompton, bicicletta fatta per essere piegata in un batter d'occhio.

La Hoptown è una bicicletta che si piega, non troppo, e comunque richiede attenzione. Quando è chiusa  non è facile spingerla, fa strani rumori, tutti si voltano.

Oggi poi me ne è successa una ancora più ridicola (solo a me): la punta di una delle leve del freno si è andata ad infilare in una delle aperture piccole della corona... credo un record mondiale.

Ho dovuto riflettere un tantino prima di riuscire a sbrogliare la matassa.

Peraltro l'occasione era ghiotta perchè sono entrato nella filiale Unicredit di Viale XXI aprile con la Hoptown piegata, senza incorrere nelle ire di alcuno. Come dice Marco Bikediablo, alla fine è un trolley.

Comunque è chiaro che ho bisogno di fare un po' di ginnastica con la mia Hoptown... almeno 10 piegamenti al giorno per un po' di tempo!!!!