Con la bicicletta non ci passo spesso, ma quando ci passo lo affronto con coraggio e determinazione, sapendo che rimane un posto pericoloso. Pericoloso non solo per le biciclette, ma anche per le auto, come si è visto sabato scorso. In un attimo due vite sono evaporate.
La pericolosità esisteva anche prima dei lavori. Infatti si arriva da Via dei Monti Tiburtini a velocità sostenuta, dopo essere stati rilasciati dal semaforo del Pertini come al GP di Monza. Si gareggia per la prima “chicane”… infatti molti se ne rendono conto tardi, ma dalle due e tre quarti corsie di Via dei Monti Tiburtini, sulla discesa di passa ad una corsia e mezza (per senso di marcia) senza alcuna barriera fisica tra le due parti. Adesso la situazione è peggiorata. Se ricordo bene, nel senso di marcia a salire è rimasta una corsia e pochi spicci.
Un imbuto in discesa, nel quale tutti, all’ultimo minuto, accelerano quel tanto che basta per superare l’altro. Quando mi tuffo in quella discesa con la bici, anche pedalando normalmente, arrivo alla soglia dei 50 all’ora. Sono di gran lunga il più lento, le auto che passano superano gli 80 all’ora, anche di più.
A quelle velocità, con quella densità di traffico, ci vuole un attimo perché si arrivi al frontale. Qualunque imprevisto crea discontinuità nel traffico che possono finire in tragedia, come è successo sabato scorso.
Sarebbe interessante vedere quanti piccoli incidenti hanno preceduto quest’ultimo per capire l’effettiva pericolosità di quella strada. Per le biciclette dovremmo tornare a chiedere una corsia protetta. Una bella pista su Via dei Monti Tiburtini. Avevo scritto al comune, ma non ho ricevuto risposta
La pericolosità esisteva anche prima dei lavori. Infatti si arriva da Via dei Monti Tiburtini a velocità sostenuta, dopo essere stati rilasciati dal semaforo del Pertini come al GP di Monza. Si gareggia per la prima “chicane”… infatti molti se ne rendono conto tardi, ma dalle due e tre quarti corsie di Via dei Monti Tiburtini, sulla discesa di passa ad una corsia e mezza (per senso di marcia) senza alcuna barriera fisica tra le due parti. Adesso la situazione è peggiorata. Se ricordo bene, nel senso di marcia a salire è rimasta una corsia e pochi spicci.
Un imbuto in discesa, nel quale tutti, all’ultimo minuto, accelerano quel tanto che basta per superare l’altro. Quando mi tuffo in quella discesa con la bici, anche pedalando normalmente, arrivo alla soglia dei 50 all’ora. Sono di gran lunga il più lento, le auto che passano superano gli 80 all’ora, anche di più.
A quelle velocità, con quella densità di traffico, ci vuole un attimo perché si arrivi al frontale. Qualunque imprevisto crea discontinuità nel traffico che possono finire in tragedia, come è successo sabato scorso.
Sarebbe interessante vedere quanti piccoli incidenti hanno preceduto quest’ultimo per capire l’effettiva pericolosità di quella strada. Per le biciclette dovremmo tornare a chiedere una corsia protetta. Una bella pista su Via dei Monti Tiburtini. Avevo scritto al comune, ma non ho ricevuto risposta
1 commento:
percorro ponte lanciani da tantissimi anni, anche di notte, ed è sempre stato un posto molto pericoloso: velocità elevata e spesso mancanza di illuminazione pubblica, un po' di morti all'anno.
Ora con quel cantiere che non può essere a norma, vista la pericolositàe e almeno un paio di morti accertate, siamo al limite.
Avevo in mente di scrivere al municipio competente, per chiedere la messa in sicurezza del transito di cicli e pedoni (che in assenza di segnalazioni arrivano col marciapiede fino al cantiere, e poi sono costretti o a tornare indietro o ad un attraversamento vietato), ma magari con l'aiuto di un gruppo una richiesta avrebbe più peso.
La mia intenzione era inoltre di verificare se, dato il progetto in corso, fosse stata prevista una pista ciclabile nel tratto in costruzione. Ho il presentimento che la costruzione delle nuove rampe non farà altro che permettere di aumentare la velocità dei veicoli che transitano.
Dato che multe per eccesso di velocità non vengono elevate, magari potrebbero costruire dei dossi segnalati, almeno a monte della discesa, per far rientrare la velcità almeno nei limiti di legge.
Il vero problema è la precisa volontà di non far rispettare le leggi esistenti.
raffaele
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