Malgrado le previsioni di piogge terribili, sia sabato che domenica sono stati due giorni più che accettabili per la bici.
Sabato sono andato a farmi la “solita” passeggiata sulla pista Nord, quella di Castel Giubileo. Domenica, ancora non fidandomi del tempo, ho preferito rimanere a Roma. Programma: Villa Ada, Monte Antenne e Pista del Tevere (alla fine 45 km, non malaccio). Comunque la giornata è stata veramente meravigliosa. Ma andiamo con ordine…
Villa Ada e Monte Antenne: bentornato fango, che certo non rimpiango. La parte selvatica di Villa Ada è stata provata dall’ultimo nubifragio. Dalla foto potete vedere uno dei grandi pini caduto sul sentiero. Ci si passa sotto, sembra proprio una scena da Apocalypse Now , oppure il passaggio sui tronchi di Pat Semetary, di Stephen King.
Più che dagli alberi caduti la passeggiata in bici è stata osteggiata da una serie di ostacoli sul sentiero, che mi hanno fatto pensare alla volontà di ostacolare le bici. Dalla foto potete vedere uno dei tronchi a Monte Antenne. Tutti i sentieri selvatici sono interrotti dai tronchi, pezzi di legno, sassi, messi di traverso, sembrerebbe proprio a bloccare le biciclette.
C’e’ anche la possibilità che siano collocati per fungere da punti di appoggio in caso di fango… ma in alcuni punti il fango non si è mai manifestato, quindi io sono per la congiura. In effetti qualche ciclista va rapidino sui sentieri, e si comprende che qualcuno possa esserne infastidito, ma altrettanto si potrebbe dire dei cinofili, coi cani che ovviamente occupano i sentieri. Comunque ho rimosso tutti i blocchi che ho trovato.
Pista del Lungotevere: sono salito sulla pista dall’Auditorium, dopo aver schivato di misura un’auto che non ha notato la rotatoria europea e ne ha percorso un pezzo contromano… anzi, controme’!
Sulla pista ho visto centinaia di ciclisti, forse migliaia. Un vero tripudio di ruote e pedali, che dimostra come l’uso della bicicletta si sia ormai diffuso, basterebbe convincere le persone ad usarla nella settimana lavorativa invece del mezzo a motore.
Il Tevere era finalmente rinato. Pieno d’acqua, anche se ancora abbondantemente sotto il limite della banchina, scorreva allegro, senza emanare i cattivi odori tipici della mancanza d’acqua, quando i liquami si concentrano.
Per evitare la distruzione della prostata passo in volata sul bordino bianco della banchina. Prima o poi il tuffo nel Tevere lo faccio.Sarebbe bello se il Comune passasse l’asfalto sui sampietrini della pista.
La pista del Tevere offre anche vari posti nei quali fermarsi. Io ho comprato un po’ di pizza e mi sono accomodato di fronte all’Aventino, Magica Visione. Dopo mangiato ho sonnecchiato un pochino prendendo il sole.
Tutto perfetto, tranne, purtroppo, il rumore del traffico dall’altra riva… Non si può avere tutto.
NOTA: la qualità (ottica) delle foto non è eccelsa. Raccomando a tutti coloro che siano interessati al miglioramento della parte iconografica di ciccare sugli annunci. I proventi verranno investiti in una nuova macchina fotografica.
Più che dagli alberi caduti la passeggiata in bici è stata osteggiata da una serie di ostacoli sul sentiero, che mi hanno fatto pensare alla volontà di ostacolare le bici. Dalla foto potete vedere uno dei tronchi a Monte Antenne. Tutti i sentieri selvatici sono interrotti dai tronchi, pezzi di legno, sassi, messi di traverso, sembrerebbe proprio a bloccare le biciclette.
C’e’ anche la possibilità che siano collocati per fungere da punti di appoggio in caso di fango… ma in alcuni punti il fango non si è mai manifestato, quindi io sono per la congiura. In effetti qualche ciclista va rapidino sui sentieri, e si comprende che qualcuno possa esserne infastidito, ma altrettanto si potrebbe dire dei cinofili, coi cani che ovviamente occupano i sentieri. Comunque ho rimosso tutti i blocchi che ho trovato.
Pista del Lungotevere: sono salito sulla pista dall’Auditorium, dopo aver schivato di misura un’auto che non ha notato la rotatoria europea e ne ha percorso un pezzo contromano… anzi, controme’!
Sulla pista ho visto centinaia di ciclisti, forse migliaia. Un vero tripudio di ruote e pedali, che dimostra come l’uso della bicicletta si sia ormai diffuso, basterebbe convincere le persone ad usarla nella settimana lavorativa invece del mezzo a motore.
Il Tevere era finalmente rinato. Pieno d’acqua, anche se ancora abbondantemente sotto il limite della banchina, scorreva allegro, senza emanare i cattivi odori tipici della mancanza d’acqua, quando i liquami si concentrano.
Per evitare la distruzione della prostata passo in volata sul bordino bianco della banchina. Prima o poi il tuffo nel Tevere lo faccio.Sarebbe bello se il Comune passasse l’asfalto sui sampietrini della pista.
La pista del Tevere offre anche vari posti nei quali fermarsi. Io ho comprato un po’ di pizza e mi sono accomodato di fronte all’Aventino, Magica Visione. Dopo mangiato ho sonnecchiato un pochino prendendo il sole.
Tutto perfetto, tranne, purtroppo, il rumore del traffico dall’altra riva… Non si può avere tutto.
NOTA: la qualità (ottica) delle foto non è eccelsa. Raccomando a tutti coloro che siano interessati al miglioramento della parte iconografica di ciccare sugli annunci. I proventi verranno investiti in una nuova macchina fotografica.
2 commenti:
a parte la macchina fotografica alle foto potresti dargli un aiutino con le curve (livelli) di Photoshop. Giusto per aprire un pò le ombre...
ciao
mantieni sempre alto il tuo senso dell'umorismo.
Alberto
La macchina è veramente elementare, e ho ripassato le foto con il programma photostudio, con un processo detto "moltiplicazione", che porta alla saturazione dei colori. Sullo schermo del mio PC va alla frande, ma mi pare che la pubblicazione abbia accentuato questo stesso processo, per cui le foto sono venute particolarmente oscure...
Mi scuso con i lettori.
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