martedì 30 dicembre 2008
Buon compleanno, Roma Ciclista
Devo dire che mi sono piuttosto divertito, e spero che anche i miei lettori, pochi ma ottimi, abbiano fatto altrettanto. Inoltre ho conosciuto altri blog, dei quali sono diventato assiduo frequentatore.
Lavorare ad una sorta pubblicazione per me è stato un ritorno alle origini. Già in tenera età ho aiutato mio padre a fare riviste artigianali in casa. Un mondo arcaico, nel quale non esisteva nemmeno la fotocopiatrice che ingrandiva e riduceva… Altro che scanner e computer superpotenti. Si faceva tutto con carta, matita coccoina e scotch opaco. Anche il fax era un lusso da grande corporation. Le possibilità che offre la tecnologia moderna sono fantastiche, ed in effetti siamo diventati un po’ tutti editori. Come naturale conseguenza non ci toccano più di quattro o cinque lettori a testa!
Sapete che spesso l’appetito vien mangiando, e mi piacerebbe fare due cose molto carine: espandere il blog e farlo diventare un vero sito, e aprire un altro sito dedicato alla vita “politica”. Mi pare che in Italia ci sia tanto bisogno di un po’ di calma e buonsenso, nonché di ristabilire qualche verità storica… andata perduta nel marasma di questi ultimi anni.
Purtroppo il tempo è tiranno e gli occhi sono troppo dedicati all’uso del PC sul lavoro per poterli impegnare in un extra. Tra i propositi dell'anno, il miglioramento della parte iconografica, piuttosto carente. Spero di comprarmi una macchinetta decente... se vinco l'angoscia di dover scegliere tra tanti modelli differenti.
Comunque ancora un augurio a tutti, sperando di continuare a vederci sui vostri schermi, e di fornire un contributo valido alla diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto.
giovedì 25 dicembre 2008
Babbo Natale ci ha portato… Il barile a 34 dollari!
Su come si sia passati dai 144 dollari di luglio ai 34 di oggi, gli economisti possono sbizzarrirsi ampiamente… Sicuramente i 144 dollari avevano al loro interno una notevole dose di speculazione. Era stato detto, e ridetto.
Eravamo tutti più ricchi, prima del grande collasso finanziario, ed il suo trasferimento all’economia reale.
Ora la domanda è crollata. Non ho dati freschi, ma credo che lo stop delle navi che portavano i carichi di merce dalla Cina all’America e all’Europa influisca molto su questa quotazione.
Ovviamente la cosa ha aspetti positivi e aspetti negativi. Diamoci un'occhiata.
Aspetti positivi: in una recessione come quella che viviamo, avere l’energia a basso prezzo è un’importante fattore. Ci dovrebbe aiutare ad uscire più velocemente dalla crisi. Certo, preferiremmo tutti pagare il petrolio un occhio della testa in un’economia che vola, ma se l’economia sta ferma, o indietreggia, il basso prezzo del petrolio può aiutare a ripartire. Per esempio il prezzo delle merci dovrebbe calare (sta calando), sia per i costi di produzione che di trasporto. Inoltre muoverci e riscaldarci costa sicuramente di meno, a tutti.
Un altro aspetto positivo è che si è interrotto il fiume di denaro che si dirigeva verso i Paesi produttori. La cosa non è buona in se’, anzi. Abbiamo di nuovo molti milioni di poveri.
Ma visto l’uso che questi Paesi avevano cominciato a farne, non c’era da stare tranquilli. Ad esempio la Russia aveva ricominciato a parlare di armamenti e ad avere un certo atteggiamento aggressivo nei confronti dei vicini.
Adesso anche a Mosca si deve ricominciare a parlare di economia, di amicizia e di integrazione. Spendere i soldi del petrolio per il pane e non per i cannoni.
Aspetti negativi: non sono pochi, paradossalmente anche di più di quelli positivi.
La caduta del prezzo del petrolio mette una seria ipoteca su tutti gli investimenti legati all’efficienza ed autonomia energetica. Dalla costruzione delle centrali nucleari, alla sostituzione della macchina vecchia, il ritorno sull’investimento è crollato.
In mezzo ci sono una marea di investimenti piccoli e grandi che vengono fermati… quindi anche questo è un rallentamento dell’economia.
Alcuni esempi:
- potrebbero essere chiusi molti giacimenti marginali, come quelli del Mare del Nord. Giacimenti costosi da sfruttare, che comunque mettevano in moto una considerevole quantità di quattrini (l’economia delle piattaforma, la produzione degli elicotteri, etc.);
- io non vedo la necessità di sostituire l'auto, e quindi cerco di tirarla per almeno un altro paio d'anni;
- il mio collega non vede la convenienza di installare uno scaldabagno solare, visto l'abbassamento delle tariffe;
Questa è una delle maledizioni del petrolio.
La sua sostituzione su basi di pura convenienza economica è sempre minata dal fatto che, non appena si comincia a pianificare seriamente di farne a meno, il suo prezzo crolla e rende antieconomica qualunque altra forma di produzione di energia.
E per la bicicletta?
Andare in auto è meno costoso, certo, ma il prezzo basso del petrolio per adesso non cancella la crisi. La riduzione del costo della benzina è notevole, ma anche l’economia ha rallentato.
Malgrado la stagione, io vedo sempre più ciclisti.
Comunque, pur tifando per la bicicletta nessuno vuole che si imponga per pura fame…
certo che, girando meno soldi, sarà comunque più difficile convincere le amministrazioni pubbliche a dedicare risorse per le due ruote a pedali…
mercoledì 24 dicembre 2008
Domenica per il centro...
Migliore mattina non poteva essere… Sole, aria tutto sommato tiepida. In definitiva anche poche macchine. Superato il quasi centro, la strada correva via abbastanza libera.
La bici si conferma un mezzo superiore per lo shopping, specie se compri cose di dimensioni umane (libri, CD, penne stilografiche… inoltre si unisce l’utile dello spostamento al dilettevole dell’esercizio fisico e dell’aria aperta.
Tra le altre cose, ho preso la pista di Via Cicerone, quella che attraversa Via Cola di Rienzo. In effetti è un magnifico esempio di arredo urbano. Ampia, rossa, frizzante, fa molto salotto. Peccato che le bici fossero pochine pochine… spero aumenteranno.
Dal punto strettamente ciclistico, avrei preferito una soluzione mezza pista per lato, però ammetto che la doppia pista dà un senso di calore… chissà cosa ne pensano in Prati, ma direi che sia nettamente sott’utilizzata rispetto alle possibilità. Forse anche perché dall’altra parte non arriva al Lungotevere, ovvero all’area di Castel Santangelo. Spero che con il rifacimento del giardino di Piazza Cavour comprenda l’anello mancante…
Ho però paura che l’utilizzo di tanto spazio per le bici abbia provocato le proteste di più di un automobilista. Non vorrei che l’effetto della pista, almeno sul breve periodo, fosse quello di rallentare gli ulteriori programmi (se ve ne sono).
Comunque auspico l’aumento della capillarità delle piste. Ad esempio Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, sempre in Prati, potrebbe tranquillamente ospitare una magnifica pista… tutte connessioni in più, aumenta l’utilità.
Continuando per Viale Angelico, sono arrivato a pochi minuti da un frontale tra due macchine, all’incrocio tra Viale Angelico e Viale Mazzini. Macchina da buttare o quasi, ma gran profluvio di airbag aperti e quindi nessuno dovrebbe essersi fatto male.
Sono tornato verso casa per ponte Risorgimento, Valle Giulia, Villa Borghese, etc. A casa la figlia era resuscitata e la sera ha pensato bene di andare ad una festa.
Io invece dei boschi del Viterbese ho visto la foresta di Fangorn ne Le due Torri…
sabato 20 dicembre 2008
Shopping e forature… ma che bella la pista sulla Prenestina!
Come un chirurgo ho estratto dal copertone una scheggia di vetro di circa 6 mm di lunghezza… Con il vetro siamo alle solite!
Sabato pomeriggio ho avuto il buon senso di prendere la bici per lo shopping. Prima di tutto sono passato a casa da mia madre, per lasciare un pacco. Ritorno giù, prendo la bici, 10 metri e… La gomma posteriore a terra.
Sono rimasto tranquillo. Sono andato al Parco di Villa dei Gordiani. Magnifico. Il sole stava tramontando e illuminava di arancione vivo la parte alta del colombario… Mi sono seduto su di una panchina, ho rovesciato la bici davanti a me,e ho cominciato l’operazioni di riparazione della camera d’aria.
Fortunatamente il foro era bello netto, quindi l’ho trovato subito. Nel frattempo il cielo di Roma mi regalava (ci ha regalato) un tramonto meraviglioso, con le nuvole che a poco a poco si accendevano di rosa intenso. L’aria era tiepida, e così mi sono goduto una meravigliosa mezz’oretta di calma, godendomi la fine del giorno.
Rimontata la gomma ho preso la Prenestina diretto alla Stazione termini. Da Largo Preneste ho imboccato la pista realizzata sul marciapiedi. Bellissima la pista sulla Prenestina, un vero esempio di come andrebbero fatte le cose.
I due marciapiedi sui due lati della Prenestina sono stati rifatti, ed è stata integrata in ciascun lato una pista larga non più di un metro. Basta per stare alla larga dalla strada e non correre rischi inutili. Il costo non credo sia maggiore di quello del normale rifacimento del mariciapiedi.. quindi solo vantaggi per tutti.
Ripeto: un vero esempio per tutta Roma, il sindaco Alemanno dovrebbe vedere come con pochi quattrini (rispetto al rifacimento dei marciapiedi) si possono ottenere risultati eccezionali.
Dalla stazione sono stato alla libreria Feltrinelli e quindi a casa.
Aggiungo una nota di merito per gli automobilisti nella zona di Piazza Vittorio. Da Porta Maggiore a Termini le corsie sono strettissime, e per la maggior parte del percorso le biciclette non possono essere superate. Tutti gli automobilisti che ho incontrato sono stati tranquilli e mi hanno superato quando possibile, senza alcun gesto di impazienza, mai.
Aggiungo che una route ciclabile a Piazza Vittorio non starebbe affatto male.
giovedì 18 dicembre 2008
Passata è la tempesta?
Passa la piena ed io mi scanso: per fortuna Tevere e Aniene hanno fatto i buonini. Non che i danni non ci siano stati, e purtroppo anche due vittime (sebbene la seconda abbia forse tenuto un comportamento apertamente imprudente). Per fortuna Bertolaso ha riportato al centro dell’attenzione la necessità di una costante manutenzione del territorio quale principale forma di mitigazione delle calamità naturali.
Pioggia continua: per quanto mi riguarda martedì mattina sono arrivato al top della sopportazione. Non avrei tollerato pioggia battente per molto tempo ancora.
Barconi: dice che si sono staccate tutte le bitte dell’ormeggio... Impressionante vederli al livello della strada… Ma siamo sicuri che sia una cosa saggia avere tanti barconi sul Tevere, con il suo regime torrentizio?
Biciclette: viste di più di quanto me ne aspettassi, tutto sommato rimangono un buon mezzo di trasporto, in quanto sono praticamente trasparenti ai blocchi della circolazione. Piuttosto, quelli che mi prendevano per il culo a proposito della realizzazione di piste ciclabili coperte, spero si siano ricreduti.
Riposo biologico: questa settimana ho usato poco la bici, mentre mi sono trovato ad usare l’auto in varie occasioni. Il pericolo più grosso (per ciclisti e pedoni) era rappresentato dallo stato di appannamento costante dei finestrini, malgrado l’abbondante profluvio di aria calda.
Blocco delle auto: Lunedì stavo sull’autobus che arrancava in mezzo al traffico. Pioggia battente, autista (donna) che smadonnava contro le auto… Mi sono chiesto: Perché il sindaco in una giornata così non pensa a bloccare la circolazione delle auto private? Mi sono risposto 20 minuti dopo, alla stazione della metropolitana di Piazza Bologna, quando ho dovuto aspettare 5 convogli prima di salire in un angolino piccolo piccolo.
Arcobaleno: io non l’ho visto, voi?
domenica 14 dicembre 2008
I ponti di Bertolaso County
Sabato era iniziata bene, ma il pomeriggio, a dispetto delle previsioni, ha messo rapidamente a brutto. E’ cominciata una pioggerellina fine ma non gelida. Adeguatamente protetto ho continuato il mio giro lungo il Tevere.
Ovviamente la pista non era percorribile, se non con il pedalò, e quindi ho ripiegato sugli argini. Ponte Milvio era chiuso, a causa del pericolo piena. Non potendo attraversare il fiume, ho continuato sugli argini verso il centro.
Ho scoperto che da Ponte Milvio, lato auditorium, il Lungotevere Salvo D’Acquisto, che poi diventa Lungotevere Flaminio, è dotato dal lato fiume di un magnifico marciapiede ampio e ben tenuto, che arriva fino a Ponte Risorgimento, per la bellezza di 2,4 km.
Pertanto il Sindaco potrebbe fare bellissima figura sparando una pista gradevole e utile, anche nella prospettiva della realizzazione del Ponte della Musica, la passerella pedonale (spero anche ciclabile) di prossima costruzione.
L’unico punto critico lo abbiamo all’altezza del TAR, dove per fare posto alle auto parcheggiate a spina di pesce, il marciapiede è stato affettato lasciando non più di un’ottantina di centimetri, con qualche palo in mezzo, difficoltà peraltro ampiamente superabile recuperando mezzo metro al parcheggio.
Domenica ha portato il sole. Inspiegabilmente, malgrado il vistoso abbassamento del fiume, Ponte Milvio era ancora chiuso e piantonato da 2 vigili (lato auditorium), 4 vigili e due carabinieri dal lato del Lungotevere Maresciallo Diaz.
Stupito ho fatto il giro dal Foro Italico e ho percorso, insieme ad un nugolo di altri ciclisti, la pista verso Castel Giubileo. Al ritorno ho continuato per la pista di Via Capoprati (sempre la stessa, ovvio) con sorpresina finale: all’altezza di Largo Maresciallo Giardino, un Vigile molto zelante aveva nastrato l’accesso alla pista, cercando di impedire il passaggio ai ciclisti.
Il Vigile, simpatico e coi baffoni, era visibilmente imbarazzato. Infatti i suoi ordini erano chiari. La pista ufficialmente era chiusa. Che poi dall’altra estremità (della pista) non lo considerassero, lo metteva in seria difficoltà.
In particolare un capofamiglia (6 persone, tutti in bicicletta, la più piccola con ciuccio e bici a rotelle), faceva notare che era arrivato dalla pista e voleva solo tornare indietro fino a Ponte Milvio senza essere costretto a portare i pargoli per strada. Come dargli torto?
Morale: tenere chiuse piste e ponti in una giornata di sole e livello basso del fiume non è stata una buona idea. Un altro vigile mi ha detto: “E’ chiuso per la piena”. Al che io indicando il fiume ho detto “Ma è finita la piena…” e lui “Ha ragione, anche perché ci volgiono due minuti a chiudere il ponte in caso di pericolo”.
Bilancio: molte ore lavoro di poveri vigili per nessun pericolo… Forse dovremmo migliorare la nostra efficienza…
giovedì 11 dicembre 2008
Roma Sommergibilista
Una simpatica iniziativa che permette a team universitari di misurarsi nella realizzazione di piccoli sottomarini a pedali…
Gli americano sono lungimiranti… Magari gli studenti riescono a tirare fuori un bel sottomarino lanciamissili a pedali.
Godiamoci le foto e immaginiamocelo ad un incrocio a Ponte Mammolo… oppure aulla pista del Tevere, che in questi giorni è un tantino umidina.
mercoledì 10 dicembre 2008
Quindici miliardi all’industria automobilistica americana per aumentare gli investimenti…
Con 15 mld in più nell’industria automobilistica avremo sicuramente un aumento degli investimenti… di pedoni, ciclisti e motociclisti!
Chiaro che se si sbraga l’industria automobilistica nessuno può stare allegro. Però è anche vero che finanziare l’industria per continuare a fare modelli di auto che devastano l’ambiente, tipo i SUV, beh forse anche l’industria ciclistica dovrebbe chiedere un po’ d’aiuto…
D’altra parte, anche Obama le sue condizioni anti-industria le ha messe… sono che sono anti industria aeronautica. Infatti mi pare che i CEO debbano farla finita con l’uso dei jet executive… Allora diciamo pure che i soldi ci sono se l'industria si mette a fare modelli rispettosi per l'ambiente e a velocità controllata (controller ad assetto variabile).
Infatti, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle “i”, la condizione sugli aerei è altrettanto industricida… Se qualunque scemo può prendere un SUV dove basterebbe una Smart, solo per non mandare a fondo l’industria automobilistica, allora non si vede perché il CEO debba attraversare gli USA in aereo di linea invece del jet privato…
Come camperanno i fabbricanti di jet privati? E gli operai che li costruiscono? questi sono operai come tutti gli altri, e non di lusso, almeno non più di quelli dell'industria automobilistica.
lunedì 8 dicembre 2008
A spasso per Roma
Il programma originario era di limitare la gita per non affaticarmi troppo. Quindi avevo pensato di scendere per Valle Giulia, farmi la pista del Tevere fino a Trastevere e quindi salire sul Granicolo fino a Villa Panfili.
In fondo a Via Giulia la prima sorpresa: mi trovo un’auto che risale la pista ciclabile. Prima che possa dire qualcosa (tra le tante che pensavo) il guidatore tira giù il finestrino e comincia a scusarsi: “Devo caricare una cosa in macchina!”… va bene, va bene.
La seconda sorpresa l’ho avuta arrivando al Tevere. Non avevo realizzato che il nostro caro fiume, durante la mia breve assenza, aveva coperto le banchine, lasciando, come il Nilo, un po’ di limo… e altri detriti. In particolare, incastrato nel pilone del ponte della metropolitana (Ponte Nenni), un albero ostruiva tutta la pista. Lieto del manifestare della potenza del nostro fiume, ho fatto una virata di 180 gradi e ho percorso la pista verso Castel Giubileo.
Bella la giornata, bello il fiume, che sta appena ritirandosi dalla piena. Bello il sole, l’aria tiepida. Insomma pedalando piano piano arrivo ad un altro stop… Infatti è stato aperto un cantiere di lavori di manutenzione, e quindi non si arriva a Castel Giubileo, ma ad occhio e croce a metà della strada tra Castel Giubileo e Ponte Milvio.
Ancora un giro di 180 gradi e torno verso Ponte Milvio. Imbocco il ponte e prendo la pista dell’Auditorium. Arrivato all’auditorium, trovo il solito problema… Ovvero il villaggio di tende che si rinnova sempre occupa il pezzo di pista dell’auditorium. Accade per la festa del cinema, Natale, Capodanno, ed ogni occasione di intrattenimento… Pazienza.
Mi allontano zigzagando fra gli astanti e risalgo per Viale Pildsusky e Viale Parioli. L’inizio della pista è inaugurato da un bel monovolume nero con i vetri fume’ messo di traverso sull’imbocco della pista. Mi trattengo a stento dal lasciare un ricordino sulla fiancata…
All’altezza della Moschea, trovo uno scooter sul cavalletto con due ragazze sui 16/17 anni che occupa l’intera larghezza della pista. Per passare mi devo fermare, e le chiedo: “Perché occupate tutta la pista?” e quelle, con fare alla che-cavolo-vuole-questo-matusa mi rispondono: “ Non sapevamo dove parcheggiarlo”. Al che io rispondo romanamente: “ E sti (***), non lo mettete sulla pista “ e loro “Ma noi ti abbiamo risposto educatamente, perché ci rispondi così?” “Perché i motorini che occupano tutta la pista mi fanno girare i (***)” (notare che in tutto questo non c’era stato il minimo tentativo di spostare l’attrezzo in modo da lasciare uno spiraglio di passaggio). “E ma per dieci metri di pista occupata tutte queste storie…”.
Al che sono sceso dalla pista, che continuavano ad occupare, e riprendo a pedalare, un po’ incazzato ma soprattutto pentito per essermi lasciato andare. Mi sono chiesto: “Se fossero stati due ultras da 90 kg l’uno l’avrei fatto lo stesso?” D’altra parte mi ero controllato tutto il tempo a spostare di un passetto il motorino per lasciarmi passare non ci avevano pensato minimamente…
L’ultima sorpresa sulla pista accanto all’Olimpica, all’altezza del tennis club Parioli. La pista sta smottando, ed è tutto transennato. Veramente era tutto transennato da parecchio tempo l’inizio e la fine della pista, ma le transenne erano state rimosse e tutti ci passavano tranquillamente.
Ora questo è lo strano. Chiudere quel tratto di pista significa interrompere la pista senza avere altri parti dove passare, visto che l’Olimpica sarebbe off-limits per le bici. Nessuno tra i tecnici del Comune pensa di chiudere la pista e prendere un pezzetto dello svincolo dell’Olimpica per far passare lo stesso le bici… Così come nessuno pensa di continuare la pista dell’Auditorium quando ci fanno le feste sopra, o di fare i lavori solo su di un pezzo della pista di Castel Giubileo…
Per farla breve: le piste ciclabili, visto che non servono a niente, si interrompono (anche per mesi) e basta. Attaccatevi al tram.
Se lo facessero con le strade ci sarebbe la rivolta degli automobilisti…
lunedì 1 dicembre 2008
L’utilità della bicicletta è sempre più apprezzata…
(OMNIROMA) Latina, 01 dic - Mettevano a segno rapine arrivando sul luogo prescelto per il colpo in sella alle biciclette. Da qui all'operazione "Mountain bike" condotta dai carabinieri della compagnia di Latina che questa mattina hanno eseguito quattro arresti tra Latina, Roma e Frosinone. Le indagini hanno permesso di appurare che i quattro sarebbero responsabili di tre rapine: la prima a mano armata messa a segno il primo agosto al supermercato "Sisa Cassandra" di Largo Cirri, a Latina, dove arrivarono in bicicletta e portarono via 6.500 euro.
La bicicletta potrebbe comunque tornare utile nel futuro. Non per niente è considerata da tutti un magnifico mezzo di evasione…