domenica 1 marzo 2009

L’industria che ci possiamo permettere

Quando un anno fa il prezzo del petrolio stava cominciando a salire, avevo tirai un sospiro di sollievo.

Infatti pensai che l’aumento (non eccessivo) del petrolio avrebbe generato un mercato di sostituzione per tutti quei beni divenuti troppo cari da gestire.

Auto, aerei, treni. A fronte di una modesta contrazione del PIL iniziale, avremmo avuto domanda per l’industria per i successivi vent’anni, ed il risultato sarebbe stato un ulteriore arricchimento globale, non chè la valorizzazione di tante tecnologie ecologiche, compresa la bicicletta.

Purtroppo è andata diveramente, e in modo molto peggiore: il crollo della finanza ha distrutto ricchezza in tutto il mondo, e i compratori sembrano non avere più abbastanza soldi per comprare i prodotti dell’industria. Pertanto stanno tirando la cinghia e risparmiano.

Senza compratori per le merci le fabbriche riducono personale, licenziando anche quelli che pensavano di cavarsela spendendo di meno (errore!).

I licenziati, rimasti senza stipendio, non possono più spendere, e la crisi sembra aggravarsi sempre di più. Ora, non bisogna disperarsi, ma mi piacerebbe avere più confidenza con la macroeconomia per capire se ci sono margini per cavarcela.

Questa crisi sta facendo riflettere tutti sulla finanza. Ma quella è "solo" carta. In realtà dovrebbe farci riflettere un tantino sul nostro modello di sviluppo, l'economia reale, e soprattutto sulla sua resistenza alle perturbazioni occasionali. Tanto per tenerci sul familiare facciamo un piccolo esempio, l’auto e la bici.

L’industria dell’auto è una delle maggiori al mondo. Con l’auto si fanno grandi soldi, a tutti piacciono le macchine. Tecnologicamente è una delle industrie di maggior successo. Le vetture di 10 anni fa sembrano quasi dinosauri, ed ogni generazione di prodotto ci sta abituando a confort e prestazioni superiori a prezzi stabili (in termini reali) o addirittura in diminuzione.

Qual’e’ l’unico problema? Il mercato è maturo e si producono e vendono molte più auto di quanto non ce ne sia reale bisogno. L’auto è un oggetto da pieno consumismo. Infatti non solo le auto vengono cambiate prima del momento della loro inservibilità tecnica, ma in genere sono sovrautilizzate, si fanno molti più chilometri di quanto non sarebbe necessario.

Sappiamo che in una città come Roma, la macchina è indispensabile solo per un ridotto numero di persone. Gli altri si sposterebbero più economicamente e più rapidamente con mezzi pubblici e biciclette. Ma se veramente il 70% dei Romani lasciasse l’auto a casa, quale sarebbe il contraccolpo sull’industria? Cosa si mettererebbero (...metteranno) a produrre tutti coloro che lavorano nelle fabbriche e nell’indotto?

Purtroppo questo è uno dei guai dell’economia moderna, troppe persone traggono il proprio sostentamento da beni voluttuari o addirittura inefficienti. Quando arrivano i guai veri, questo tipo di economia si piega su se’ stessa.

Soluzioni ne hai? No, per carità, mai potrei trovarne. sono cose difficili. Non credo nella pianificazione dell’economia. Però mi ricordo una frase tratta dalle "Leggi di Augustine", un libello comico sullo sviluppo dell’industria aeronautica: I produttori di aerei volevano qualcosa che costasse molto e pesasse poco ed inventarono il software.

Innanzitutto dovremmo riflettere che ancora nel mondo esistono miliardi di poveri da far diventare se non ricchi, almeno benestanti. Quindi sarebbe possibile per molti anni ancora vivere bene, anche riducendo un po’ il nostro tenore di vita, scambiando con loro lavoro e prodotti.

Il problema è che mentre è pensabile riempire l’Africa e l’India di biciclette (la Cina mi pare già le abbia), se tutti i Cinesi, gli Indiani e gli Africani decidono di farsi la macchina, le risorse del mondo si esauriscono rapidamente.

Dovremmo quindi inventare una specie di software che prenda il posto dell’industria dell’auto, in modo da poter far reggere la nostra economia su qualcosa che possa essere replicato in milioni di esemplari senza danneggiare l’ambiente, e poter predicare l’abbandono dell’auto a favore della bicicletta senza timore di far crollare il mondo occidentale.

Un’idea, da ex scrittore di fantascienza, ce l’avrei: un bel medicinale, magari costosetto e laborioso da preparare, tipo una fiala 10000 euro, che allunghi la vita di 5 anni (replicabile 10 o 15 volte)… Avremmo quindi un prodotto, magari non inquinante, che prenderebbe il posto dell’auto nella nostra società.

Avremmo enormi fabbriche di medicinale, mutui, rate, etc, e non potendo impiegare i guadagni che nell'acquisto della medicina, tutti si sposterebbero in bicicletta!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ex scrittore di fantascienza???
Sputa il rospo, dicci tutto!

Una lettrice di fantascienza
Mamaa

Lug il Marziano ha detto...

Cara Mamaa, il Marziano qualcosa dovrebbe aver detto...

Comunque discendo da una famiglia blasonata in materia. Prova a cercare su Internet "Cesare Falessi", così ti fai un'idea.

Cmq come scrittore sono molto privato. Scrivo per me.

Anonimo ha detto...

@Lug
Punto1: wow
Punto2: egoista!

Mamaa

Bikediablo ha detto...

Nella tua proposta, che giudico geniale più che fantascentifica, manca qualcosa che faccia incrementare i guadagni dell'x percento ogni anno.
Altrimenti i manager saranno insoddisfatti e non potranno comprarsi l'ultimo modello di bici a cicloevoluzione fotonica...
che poi è il vero problema della nostra folle corsa verso il baratro.