Sabato sono uno dei pochi rimasti in città, ancorché “rosicando” parecchio per non aver potuto unirmi ad una serie di iniziative in una giornata così bella.
Ho pensato quindi di impiegare il pomeriggio a godermi Roma, che era veramente vuota, almeno al di fuori delle zone più centrali.
La giornata, come ho detto, era magnifica, con il verde tenero degli alberi che comincia a far capolino, insieme al viola dei fiori degli alberi di Giuda.
Il Tevere era una tentazione troppo forte e quindi mi sono diretto alla pista, che ho imboccato all’altezza di Ponte Risorgimento, e ho percorso fino al Ponte dell’Industria. Il fiume era ottima salute, con una discreta corrente, un vero spettacolo.
La pista, invece, presenta una situazione molto variegata, che va dalla perfezione al disastro.
La perfezione è quella del tratto asfaltato, che va da Porta Portese all’interruzione al Ponte dell’industria. Fondo ottimo appena ripulito dal fango, prati e aiuole in forma assolutamente accettabile. Una vera delizia, utilizzabile anche per gli spostamenti non legati al divertimento.
Il disastro sta invece nel tratto centrale, ovvero da Ponte Matteotti a Porta Portese. Lì sembra veramente di fare un fuoristrada, e anche piuttosto sgradevole.
Il fondo si è ancora più deteriorato, con larghe porzioni di sampietrini trasformati in buca.
Quelli ce ci sono, sono talmente disconnessi da costringere il ciclista a percorrere la bordatura di travertino.
Vi sono ancora lunghi tratti coperti dal limo. Addirittura sotto Castel S. Angelo la banchina scompare totalmente per quasi 500 metri, con la spiaggia che arriva senza soluzione di continuità fino ai muraglioni.
Adesso il limo è ancora compatto e durissimo, ma con l’avanzare della bella stagione si trasformerà in polvere (finissima) rendendo ancora più difficile e sgradevole il passaggio.
Il ritorno è stato molto simpatico, in quanto da Piazza Cavour sono arrivato fino a Ponte Milvio sulla ciclabile di Via Cicerone e Viale Angelico e poi fino a Piazza Vescovio sulla pista di Monte Antenne che ho trovato in ottime condizioni.
Morale della favola: la pista del Tevere è una bellissima infrastruttura, ma è alla mercè del fiume, e quindi necessita di manutenzione tempestiva dopo ogni piena. Consolidare e asfaltare il tratto percorribile dalle bici appare ormai irrinunciabile, anche perché ne facilita il ripristino dopo le piene.
Ricordiamoci però che la pista rimane ancora interrotta all’altezza del ponte a Tor di Quinto. Sono ormai due o tre anni, e non solo non sono stati iniziati i lavori, non solo non si sa se mai inizieranno, ma il Comune non ha predisposto neanche una variante per aggirare il ponte…
Su questo non ho o capito ce risposte stia dando il mitico tavolo tecnico del Comune… Se non sbaglio una specie di cura del ferro, ovvero… attaccatevi al tram!
domenica 4 aprile 2010
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