FotoUna triste circostanza mi ha portato domenica mattina all’ospedale di Anzio e Nettuno.
Passato l’orario delle visite, ho pensato, dopo una segnalazione trovata su Cicloappuntamenti, di andare a visitare il Bosco di Foglino.
Il bosco è situato tra Nettuno e Torre Astura. E’ grande circa un quarto del Parco Nazionale del Circeo (ca 3 x 1,5 km), e fu uno dei posti dove gli Alleati sbarcarono nel 1944. Una parte infatti si estende all’interno del poligono militare, fin quasi alla spiaggia.
L’idea è quella di inserire una visita al bosco per una ciclo scampagnata a Torre Astura, in quanto la semplice Nettuno/Torre Astura lungo la strada dell’Acciarella è piuttosto monotona e insufficiente ad allietare una giornata ciclistica. Metterci 5 km di bosco in più è invece di grande attrazione.
Da piccolo lo chiamavo “Il bosco dei maiali”, perché nella parte più verso la strada pascolavano liberi alcuni maiali, e non c’era verso di fare un picnic tranquilli. Tre estati fa avevo provato a rientrarci, ma, come del resto nel Parco Nazionale, avevo trovato un comitato di accoglienza di tafani che mi aveva consigliato di ritornare sulla strada asfaltata.
Stavolta invece, approfittando della stagione propizia, dopo uno studio attento della fotografia satellitare, sono entrato nel bosco passando dal Laghetto dei Granatieri, gradevolissima area di picnic. In compenso l’approccio con il bosco non è stato dei migliori. Malgrado i tanti giorni di siccità, ho trovato il fondo cosparso di un misto di argilla e sabbia, spesso allo stato fangoso. I sentieri percorribili sembrano il letto di torrenti, e talvolta vi scorre l’acqua.
Il bosco però è folto e bello, tipo “Blair Witch project”. Sarebbe stato bello piantare la tenda e passarci una notte. Un passante (ne ho visti solo due in tutta la giornata) mi ha detto che nella bella stagione è infestato da serpi. Una cosa interessante se si passa con le biciclette.
Il sentiero mi ha portato presso un’affascinante piscina, ovvero una depressione che d’inverno si riempie d’acqua. La strada poi sale, e il fondo diviene asciutto. Il percorrere il resto dei sentieri del bosco mi ha portato ad attraversare vari rigagnoli e a bordeggiare altre piscine, fino all’uscita sulla strada, dove una giovane e attraente Nigeriana esercitava il mestiere più antico del mondo su materassi nascosti tra le fratte. Mentre arrivavo con la bici un cliente se ne stava andando e subito dopo un altro era in arrivo. Pertanto ho pensato bene di sbrigarmi ad andarmene. Purtroppo, come avviene in questi casi, l’area era un vero e proprio immondezzaio.
Non avendo con me una vera carta (non ero riuscito a far partire la stampante), né il GPS (e si era anche fermato l’orologio da polso, quindi stavo con il solo orologio del contachilometri), non ho ritenuto opportuno continuare, e mi sono ridiretto verso la piscina, dove ho fatto picnic e schiacciato un pisolino.
L’intero giro (dentro il bosco) sono stati 10 km. Niente dislivello, ma il fango e il terreno pesante possono essere faticosi quasi come una salita. Il misto di sabbia e argilla è molto fastidioso, ma sostiene la bici molto più del solito fango. Ci sarebbe voluta la bici “ignorante” del Sindaco. Oltre ai sentieri vi sono un sacco di altre tracce che possono essere seguite. Mi chiedo piuttosto come diventi il luogo dopo qualche giorno di pioggia seria.
Comunque vada, sto elaborando un percorso Nettuno-Foglino-Torre Astura, che aggiri la solita strada e permetta di passare fare una bel ciclo picnic (magari con tuffo) con una cinquantina di km tra andata e ritorno