In risposta al mio post “se prima ero io solo a pedalare… “ Martina risponde con un simpaticissimo commento, dicendosi convinta che l’uso della bici aumenterà. Sono d’accordissimo, magari non ne farei una questione addirittura “etica”, e non andrei oltre l’impegno per l’ambiente.
Vi dirò: sono ancora più contento se la bicicletta viene usata per “mera convenienza”, o per “godimento personale”, o addirittura “per far crepare d’invidia i vicini” e non per etica o senso di responsabilità.
Quindi pedaliamo e moltiplichiamoci… ma che succede se diventiamo troppi?
I giornali hanno riportato una serie di articoli di lamentele sui ciclisti copenaghegni. A detta di tutti la città è il paradiso delle ruote, ma come in tutti i paradisi, c’e’ qualcosa di sbagliato. Anzi, per dirla all’Amleto, c’e’ qualcosa di marcio in Danimarca.
Secondo la logica dell’”uomo morde cane” sono state riportate una serie di testimonianze negative. Amme terrorizzate che preferiscono il taxi alla bicicletta, etc. Io le farei accompagnare i figli a scuola a Roma, magari attraversando un lungotevere…
Ciò non toglie che l’espansione della bicicletta alle masse –se mai avvenisse- ne allargherebbe l’uso anche a qualche prepotente e maleducato, e anche da noi ci sono.
Per esempio io uso spesso il marciapiedi, ma cerco di dare sempre la precedenza ai pedoni. Non pochi ciclisti –qualcuno straniero- salgono sui marciapiedi e suonano ai pedoni. Altri, pur facendo pesanti infrazioni si comportano come se la strada fosse tutta loro.
Se vi ricordate, anche alla Critical Mass si sono visti episodi poco commendevoli. Persone che con la scusa della bicicletta attaccano briga con il prossimo. Purtroppo ce ne sono in tutte le fette di umanità.
Sulla faccenda copenaghegna io non mi preoccuperei troppo.
Prima che diventiamo troppi… Avoja a magnà pagnotte, come si dice da queste parti.
Però, nel frattempo, cerchiamo lo stesso di essere educati.
4 commenti:
Se ho compreso bene la notizia relativa al "problema" bici a Copenhagen è dovuto al fatto che la quantità di ciclisti ha abbondantemente superato la capienza delle piste ciclabili e qualcuno saggio comincia a chiedersi se non sia il caso di invertire la tendenza.
Non certo sfavorire le bici in favore delle automobili, ma di ridurre al minimo lo spazio per le auto e destiarne di più alle bici.
Il discorso dei ciclisti indisciplinati invece come sai mi stà molto a cuore, perchè a Roma la percentuale rispetto ai praticanti è enorme. quasi tutti senza luci, vestiti di scuro, suonano ai pedoni, tagliano la strada alle auto ecc.
A Londra, ad esempio, di sera ho visto tutti i ciclisti con casco, luci visibilissime e giubbino fosforescente o al limite il coprizaino fosforescente.
Sono stupidi loro o forse come al solito in Italia si predica (o si criticaL) bene e poi si razzola male.
marco-bikediablo
anche se poi, lo ammetto, non porto il casco (sono ancora sotto shock dal casco della vespa) e qualche volta una certa vena di sadismo mi spinge a non favorire il sorpasso del solito mega suv dietro di me
concordo anch'io con marco-bikediablo: ci vuole educazione e buon senso
sicuramente occorrerà crescere in (grazia) e saggezza per evitare di fare la triste fine di tutti gli altri mezzi di trasporto che invadono Roma.
E sull'effetto Copenhagen che dire..., speriamo di non diventare troppi perché sennò altro che più ciclabili, qui ci ritroviamo in quattro e quattr'otto con targa, assicurazione e bollo di circolazione
martina
Sono stata a Copenhagen due settimane fa e ho avuto il piacere di pedalare per le piste.. In due giorni sgambettanti, mi sono reputata la persona più maleducata e impacciata del posto.. Nonostante io abbia una base di educazione ciclistica che mi ha dato l'allenatore quando ero esordiente di primo e secondo anno.
Comunque in alcuni punti sono rimasta scossa di fronte alla larghezza della careggiata pro cars e pro bikes: spesso la seconda era più larga della prima.. Un paradiso.
E' vero, i ciclisti in Italy sono aumentati ma bisognerà far fronte prima o poi all'educazione "sgambettante". Sino ad ora ho avuto solo due spiacevoli incidenti, entrambi con velocipedi che non hanno saputo comunicare la loro prossima mossa..
Il mio battesimo della ciclabile è stato ad AMsterdam.
Il mio albergo (in Spuitstraat) aveva la scala dell'usicta che finiva esattamente sulla pista.
Per cui scendo sul marciapiedi e mi volto a vedere se il mio collega stava arrivando... Sono stato investito da 90 kg di Olandese a 12 nodi, che mi ha detto una parolaccia irripetibile (in Olandese stretto non saprei come ripeterla...)
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