mercoledì 21 settembre 2011

La selvaggia Riva Sinistra Nord del Tevere

Mentre i baldi giovani di cicloappuntamenti se ne andavano tra Bracciano e Maccarese (per fortuna che non c'e' stato lo sciopero, altrimenti sarebbero rimasti a Roma) il buon Marziano ha sgirellato per Roma.

Dopo varie avventure (e ne vedrete anche altre) ha provato a far partire una prescout: percorrere dal quadrifoglio dell'Olimpica a Castel Giubileo la Riva dell'Aniene prima e la riva sinistra del Tevere verso Nord e Castel Giubileo.

L'idea è quella di aprire un percorso fino al ponte del GRA, attraversarlo nel predisposto passaggio ciclopedonale (se non chiuso) e tornare indietro.

L'impresa, peraltro iniziata a ridosso dell'ora di pranzo, si è rivelata più difficile del previsto, anche perchè la strada che segue l'argine è interrotta in qualche punto.

In effetti è stata sospesa dopo le prime centinaia di metri, all'aumentare della difficoltà del terreno, anche a causa della bicicletta, il mitico cancello a ruote lisce (e soprattutto tenere!).

Last but not least l'estrema desolazione dei luoghi, particolarmente adatti all'assalto e uccisione a scopo di rapina (spero non di violenza sessuale) di eventuali ciclisti.

L'inizio è comunque molto promettente, come testimoniano le foto, senza traccia alcuna di civiltà.

Pomeriggio Tiramisù da Pompi... ovviamente in bici ma con la sorpresa di essere accompagnato dalla figlia!!!

Magari organizziamo una pre-scout pomeridiana, va bene?

Diciamo Villa Ada - Castel Giubileo e ritorno sulla ciclabile Tevere fino a qualche birreria del Testaccio.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, mi chiamo Simone. Sono nato a Castel Giubileo, quindi sono un indigeno. La mia infanzia, negli anni '70 è stata costellata da miriadi di passeggiate sulla riva sinistra dove andavamo a piedi ed in bici. Si prendeva cicoria ed erbe spontanee nei campi, creta dalla riva. Ogni tanto affogava qualche compaesano povero che tentava un bagno senza saper nuotare... Per anni ho percorso l'argine da casa fino a sotto l'Olimpica era sgombro e pulito, l'erba che non tagliavano gli uomini ci pensavano i pastori con le greggi. Allora il rischio peggiro, se evitavi di fare il bagno a fiume, era di essere morso da qualche cane aggressivo. Oggi è un po peggiorato, è più pericoloso. L'argine viene usato come alcova per gli incontri delle numerose prostitute sulla via Salaria, costantemente sorvegliate da papponi armati e violenti che controllano il territorio al posto della Polizia. Poi da 20 anni è diventato la casa degli ultimi della terra: poveri miserabili in capanne di plastica, cartone e fango con mogli e figli. Ci sono tanti bambini piccoli nascosti tra il fango e le canne alte che hai fotografato... A questo si è aggiunto l'edificio occupato della fabbrica Autovox. Il mio sogno è sempre stato quello di promuovere una associazione di pensionati dediti alla costruzione e mantenimento di un sentiero ciclo-pedonale che sarebbe tra i più belli di Roma. Poi mi sono trasferito a Roma sud e ora penso ad altro... Belle le foto, bravo. simone.severi@gmail.com

Lug il Marziano ha detto...

Simone, grazie per i complimenti. anche io spesso mi ricordo di quando il mondo era più "selvaggio".

Tanto è stato costruito, e la nostra vita, ma soprattutto quella dei nostri figli, è divenuta molto più... digitale.

Purtroppo il rischio delle aree verdi è di diventare il rifugio dei meno fortunati.

E' triste, ma non possiamo fare Calcutta o ospitare tutti i disgraziati dell'Est europeo...

Il Marziano