giovedì 31 maggio 2012

Quando la terra trema.


Poche cose mi incutono più rispetto e senso d’ineluttabilità dei fenomeni vulcanici e geologici. Forse perché da piccolo lessi due testi fondamentali su questo tipo di eventi:

-          Il primo una storia a fumetti sul Corriere dei Piccoli (forse ormai Corriere dei Ragazzi) che raccontava l’esplosione del Vulcano Krakatoa con dovizia di particolari catastrofici;

-          Il secondo la terribile fine dell’Isola Misteriosa nell’omonimo romanzo di Jules Verne, con il Nautilus bloccato nella grotta dal bradisismo e la distruzione dell’isola a causa dell’esplosione del suo vulcano.

Da allora tutti i fenomeni vulcanici, e le loro vestigia, mi hanno sempre riempito di sgomento, anche le stesse solfatare, caldere solforate che così spesso si incontrano nella nostra regione. Non è paura, ma sgomento per la dimensione dell’uomo –anche se ciclista- rispetto alle forze della natura.

Non abbiamo fatto in tempo a ricostruire l’Aquila che i terremoti si sono portati via un altro pezzo delle nostre antiche città. Nel breve periodo però l’effetto devastante è sulle attività produttive. La crisi dei capannoni minaccia il tessuto produttivo e sociale delle zone colpite, con effetti locali devastanti che arrivano riverberarsi i campo nazionale… quanti punti di PIL in mneo in una situazione così difficile?

Nell’Italia di Monti si sa che non esistono terremoti gratis, ovvero non potendo espandere il debito pubblico siamo costretto ad aumentare le tasse  (la benzina) per finanziare gli aiuti. I conti che si stanno facendo, dimostrano che ancora una volta non si frega la statistica sul lungo periodo… Se avessimo speso un po’ in prevenzione (Pil buono) non avremmo dovuto spendere tantissimo in ricostruzione (Pil cattivo), anche non contando le perdite umane.

Ma come valorizzare la prevenzione? Attraverso le assicurazioni.

E’ tanto che si dice che lo Stato non potrebbe trovare i soldi per la ricostruzione se arrivasse un terremoto in una grande città. Quindi siamo noi cittadini che dovremmo pensarci, stipulando apposite assicurazioni sulla casa o sul condominio. Sono sicuro che presto arriverà una legge di questo tipo, e allora si vedrà che le case costruite con criteri antisismici ammortizzeranno rapidamente i soldi spesi per una costruzione più attenta.

mercoledì 30 maggio 2012

Nanetti CIemmonici


Vigili

Grazie per averci scortato fino al cancello numero 4.
Qualcuno ha protestato per l’atto di forza (le auto di traverso sulla strada…)  “Che ci fermiamo qui?” “E ‘ndo’ volete arrivà?” “Ar Circeo” “Ahò, ma a me m’avete detto che qui volevate arrivà , e qui v’avemo portato”
In effetti qualcuno non era contento e pensava di continuare a ciemmare molto più in là… ma dai, è andata fin troppo bene!

Salvate il naso dei ciclisti

Un grazie come una casa alla nostra Antonietta (Contadera) di CIcloappuntamenti, che con la sua crema mi ha salvato il naso dalle scottature.
Per me un problema serio, per fortuna che ho preso il casco da escursione, dotato di ampia visiera, per cui il viso è rimasto comunque abbastanza in ombra.
Per essere sicuro della visiera, non potendo tenere d’occhio la punta del naso, ci punto un dito contro…  se la punta del dito –che riesco a vedere- entra nel cono d’ombra, allora va tutto bene.

Brompton Francais

Alla Ciemmona hanno partecipato un sacco di stranieri. Tra i ciclisti di spicco, una Brotmptoniana da Marsiglia, a schiena tutta nuda, uno schianto (da dietro).

Vedendola con occhio critico non era poi un granchè, ma oggettivamente queste francesi hanno un modo di presentarsi che tende ad mettere in minoranza cicliste di ben altra sostanza…

Battisti, questo sconosciuto

Ciemmona verso i cancelli di Ostia.
Superata la pineta, ci siamo avviati tranquilli verso i cancelli… tutti a pedalare piano, sollevati che la strada era finita. Accanto a me capita quel simpatico chitarrista che ha fatto tutta la ciemmona su un abici senza manubrio, che davanti ha una ruota pivottante. Un simpatico mezzo, stabile a bassa velocità (oltre una certa velocità si accoppiano le sollecitazioni della ruta anteriore con le basse frequenze dei moti  propri della struttura portante, e il tutto si destabilizza. Lui rallenta e va tutto bene), che tine le mani libere, per esempio di suonare la chitarra, con il solito codazzo di fanciulle adoranti.

“Una casa io l’ho” Ta-dada-dada’
“Un lavoro io l’ho” Ta-dada-dada’

E alla sua vicina che gli pedala accanto con  fare sognante “La conosci questa”? e lei “Mai sentita”

“Cosa voglio di piu’” Ta-dada-dada’

E io suggerisco  “Un manubrio per la bici”. Lui proprio m’ignora e continua la canzone

E la mia vicina di pedalata “Ma non è possibile non aver mai sentito “Anna” di Battisti”

Pineta Fever

La pineta non è solo un luogo di divertimento, ma è anche un luogo di lavoro. Tra i lavoratori più assidui molte (povere) fanciulle africane che stavano con gli occhi sgranati a guardare il fiume di ciclisti che passava, passava e non si fermava nessuno (che io sappia). Chissà che pessima opinione si saranno fatta della virilità del ciclista.

Una poi, nel tentativo di pescare qualche cliente, si è messa chinata a natiche nude piantate verso la fiumana che avanzava lentamente.

Mi chiedo cosa avranno detto i genitori ai pargoli che così eroicamente ci hanno seguito fino alla fine.

domenica 27 maggio 2012

Ciemmitica 2012



Anche quest'anno il rito della Ciemmona, sempre più mitica, sempre più Ciemmitica, si è consumato!

Per quanto mi riguarda ci sono state due grandi novità: la pioggia al sabato, mai caduta la pioggia sulla Ciemmona romana, e una domenica al mare riuscita particolarmente bene!

L'edizione sabatina si è snodata sotto un cielo scuro e foriero di pioggia. In realtà invece del temuto nubifragio, abbiamo avuto solo un acquazzone a Via Nazionale.

Più che il tempo atmosferico conta invece che la manifestazione è diventata così grande da creare problemi ai suoi partecipanti. Infatti se nella CM i ciclisti non ostacolano il traffico, ma sono il traffico, in quella di sabato eravamo talmente da tanti  da fare traffico e ingorgo tutto insieme. Ed infatti in qualche caso ci siamo trovati a smontare dalle bici e proseguire a piedi.

Sarà stato il sabato di pioggia, che ha lasciato a casa i passeggiatori del sabato pomeriggio, ma questa volta mi è sembrato molto più difficile fermare gli automobilisti, che spesso si sono incuneati nella manifestazione. 

Una menzione d'onore ad un gruppo di turisti di varie età, che al Circo Massimo hanno fatto una catena umana per bloccare le auto che comunque stavano cercando di tagliare in due il corteo.

Le immagini di Via Nazionale completamente piena di biciclette sono comunque sensazionali!

Bellissima l'edizione domenicale della gita, diretta al mare. L'affluenza è stata enorme, credo almeno un migliaio di ciclisti (ma forse anche il doppio, confesso di non saper valutare la consistenza delle folle). 

Un grazie al Comune di Roma, che ha provveduto a far scortare la massa dei ciclisti da alcune auto dei Vigili Urbani, in modo da acquietare eventuali rimostranze.

La gita ci ha regalato l'emozione di percorrere la corsia di sorpasso della Colombo fino ad Ostia, e poi attraverso la Pineta di Castel Fusano e quindi sulla litoranea fino al cancello numero 4.

E' stata una vera festa, con tanta gente allegra, pattinatori e la tri giocolieri, e anche qualche skateboardista particolarmente simpatico. I pattinatori ci hanno seguito alla nostra stessa (bassa) velocità.

Arrivato ai cancelli (avendo portato il cancello ai cancelli) ho fatto dietrofront, un ottimo panino con hamburger e cicoria  e poi via con altri due ciclisti incontrati al tavolaccio da picnic alla stazione della metro e poi a Piramide.

Le gambe ce l'avrebbero pure fatta a tornare sulla Colombo, ma francamente non è che mi andasse molto di affrontare il traffico.

Forse questa Ciemmona è stata la prima gita estiva dell'anno. Mostra in pieno le potenzialità della bicicletta in campo turistico: andare a Ostia, con una pista ciclabile separata dalla Colombo, è perfettamente alla portata anche di ciclisti non eccelsi, specie se si può usare la metro al ritorno.

Anche perchè, a differenza della classica scappata in auto al mare, quello che conta non è solo la meta finale, ma il viaggio in sè fa parte del divertimento (forature a parte, ovviamente).

venerdì 25 maggio 2012

SOS Salvate il cancello!


Me ne stavo andando allegramente con la mia bici da città –il cancello- per le campagne di Nettuno, zona bosco di Foglino, quando la fila gira attorno ad una grande pozzanghera, l’acqua ferma che riflette il cielo azzurro con tante nuvole bianche.

Tutti quanti girano attorno al pozzangherone. Io mi ero fermato a fare qualche foto, scatto in avanti per raggiungerli.  A quel punto la tentazione diventa troppo forte, e decido di tagliare per la pozzanghera, alla fine che mi importa se mi bagno un po’…

Bene, taglio per la pozzanghera, ma questa si rivela più profonda del previsto. Anzi, troppo profonda, tanto che finisco a mollo fino all’ombelico, e sono costretto a scendere dalla bici (che scompare sott’acqua) per non finire sott’acqua anche io.

Purtroppo l’acqua non è bella. Sì, rifletteva il cielo, ma è nera, e una sacco di fango sta venendo su, a causa della mia bravata, ed è diventata tutta nera. Mannaggia, debbo recuperare la bici ed uscire. Ma come faccio è tutta sott’acqua… non importa, mi metto a tastare il fondo con i piedi, appena la trovo mi chino e la tiro su…

Ma non è così facile… infatti tasto il fondo con il piede ma non trovo nulla. Giro, giro, giro, e non si sente niente… Allora capisco che mi sono allontanato dal punto dove era la bici, o forse lei è affondata nel fango. 

Oddio che idiozia ho fatto, la mia povera bicicletta… Presto, SOS, qualcuno salvi il cancello!

E solo allora mi sono tirato a sedere di scatto sul letto, per poi ricadere sul cuscino tutto sudato, contento di essermi (finalmente) svegliato.

mercoledì 23 maggio 2012

Toc toc... Guarda che vado dritto

Un'altra River Square Story (storia di Piazza Fiume).

Bene: arrivo da Via Salaria, ovviamente sulla preferenziale, miracolosamente vuota.

Dopo uno stop al semaforo, imbocco l'ultimo tratto, per intenderci quello parallelo alla Rinascente. Lì la Salaria si divide in tre corsie: quelle al centro e a sinistra per andare dritti, quella a dx per andare dritti o girare a sinistra.

Io mi trovo accanto al marciapiedi, ma devo andare dritto. Vabbè pedalo tranquillo verso Piazza Fiume.

Circa 7 metri prima dell'incrocio mi si affianca una Smart. Non mi supera, perchè davanti ha altre auto che vanno alla nostra stessa velocità, ma, tenendosi affiancata, prima mi sopravanza di 10 cm, poi comincia a stringermi verso il marciapiedi. A quel punto noto che ha la freccia a dx, evidentemente vuole svoltare per Corso Italia. Peccato che tra lei e Corso Italia ci stia io.

La Smart è guidata da una ragazza che guarda rigidamente davanti, continuando a stringere, senza accorgersi di me. La stronza mi ha visto benissimo (arriva da dietro), fa solo finta di non vedermi... insomma arriva così vicino (il marciapiedi ancora non è finito e non può svoltare) che io allungo il braccio sinistro e le busso sul vetro.

Lei si gira verso di me oltraggiata, io le faccio segno che sto continuando dritto e il segno internazionale che dice "Che cavolo fai?".

Chiaramente non mi può passare attraverso, quindi rallenta  e io continuo per Piazza Fiume. COn la coda dell'occhio vedo che mentre volta inveisce al mio indirizzo.

Tutto è bene quel che finisce bene...

Andrebbe però spiegato agli automobilisti che non si può superare una bicicletta e tagliarle la strada girando a destra costringendola a rallentare. Se non hai abbastanza spazio rallenti e aspetti che la bici sia passata.

Elementare, no. Sono queste le cose che dovrebbero spiegare alle scuole guida su come convivere tra automobili e altri mezzi più lenti.

martedì 22 maggio 2012

Automobilisti innervositi dagli automobilisti innervositi dalla pioggia

Ci ho messo un po' di tempo a decidermi, ma poi ho optato per sfidare gli elementi. 

Di acqua ne ho presa, ma ho anche adottato una tenuta alquanto stagna, comprendente il poncho leggero di decathlon e pantaloni impermeabili. 

In ufficio sono arrivato asciutto e la sapiente scelta dei vestiti ha anche evitate sudate storiche.

Molto più innervositi sembravano cli automobilisti e gli scooteristi. 

Sappiamo che gli ultimi spesso non hanno scelta. Sono persone dinamiche e strutturano gli impegni a tempo di scooter. Che poi piova o meno, ormai la giornata è strutturata e allora devono affrontare sotto l'acqua e sul viscido la sequenza di impegni. Bere o affogare, in realtà non si affidano pienamente alle loro protezioni, che pure sono in genere eccellenti.

Molto più innervositi gli automobilisti, che si dividono in due categorie:

- gli automobilisti innervositi dalla pioggia;

- gli automobilisti innervositi dagli automobilisti innervositi dalla pioggia.

Per quanto più rari, questi ultimi sono i più pericolosi.

I primi, infatti, si limitano a guidare di schifo, però in genere rallentano. Quindi devi stare attento a prevederne la traiettoria, vestirti sgargiante per farti notare attraverso i vetri appannati, etc. etc... sono comunque gestibili.

Gli automobilisti innervositi dagli automobilisti innervositi dalla pioggia sono invece genuinamente pericolosi. Infatti hanno impegni da scooterista, che possono rispettare solo a due condizioni: traffico normale e auto in sosta in seconda fila.

Pertanto sono già incazzati quando vedono che a causa della pioggia  il 47% degli scooteristi ha preso la macchina (tutti gli scooteristi hanno un grosso SUV di riserva per i giorni di pioggia) e la strada sembra un fiume in piena.

Poi diventano semplicemente feroci quando vedono che gli automobilisti innervositi dalla pioggia fanno casino, non passano, invece di partire al semaforo verde azionano il tergilunotto, vanno piano, cercano il parabrezza appannato, si soffiano il naso e tirano giù due dita di vetro guardando il cielo.

A poco a poco la pressione sale, fino a quando non escono dai ranghi e con manovre veloci e azzardate cercano di saltare l'incrocio o la fila, magari filando a tutta birra contromano.

Ecco, a quel punto diventano veramente pericolosi, anche perchè questi raptus sono difficlmente prevedibili, in quanto dipendono da pulsioni compulsive...

Speriamo di riuscire ad evitarli sempre...


 

lunedì 21 maggio 2012

Il nostro Breivik

Ha agito con pazienza, come un pescatore con la sua bilancia, che attende che il pesce arrivi nella posizione giusta, e poi tira su. 

Un'esplosione devastante che uccide 1 ragazza e ne massacra altre 7.  Una gravissima, altre che peneranno per anni per uscirne. Qualcuna non ne uscirà mai, sfigurata nel corpo, e più nell'animo.

 E qualcuna che continuerà a chiedersi perchè si è salvate, mentre le sue compagne sono state sommerse

Le immagini diffuse da Internet sono spietate. Una persona che aziona il telecomando di un ordigno piazzato davanti ad una scuola. In barba al detto "Italiani brava gente", adesso abbiamo il nostro Breivik, l'ammazza adolescenti. Non ne sentivamo la mancanza.

Potremo avere un'idea delle oscurità nelle quali si formano questi gesti?  Difficile. Fosse almeno un attacco di follia violenta. Non è questo il caso. E' stato un atto meditato. Ha voluto devastare.

Di Breivik ci si è accorti -dopo- che su Internet aveva scritto molto, se non tutto. Chissà cosa ha fatto il nostro, se ha un sito dove propaganda l'uso del gas esplosivo per moralizzare la gioventù.

Non so se essere più turbato come genitore o come uomo. Come genitore perchè queste cose non si riesce a spiegarle ai propri figli. Come uomo perchè alla fine le donne queste cose non le fanno, sembra che siamo sempre noi.

E come reagire?

La polizia ha arrestato un sospetto che ha molto in comune con il tizio della telecamera. Speriamo che trovino la conferma che è lui, in modo che non si debbano temere altri attentati.

Debbo dire che i poveri Norvegesi, quelli che hanno perso un figlio, un fratello, un amico, un innamorato nella strage, hanno avuto il supplizio aggiuntivo di udire Breivik al processo, che ripeteva le sue orribili convinzioni.

Non potendo fare altro, si sono riuniti in migliaia sotto le finestre del carcere, a cantare in coro la canzone che lui diceva di detestare. 

Si può perdonare una persona così? E' sicuramente un compito sovrumano. Non sono padre, parente, amico o compagno di quelle ragazze. E per questo non credo che la domanda possa essere rivolta a me. Non credo che lo Stato possa lasciare una persona così libero di tornare in circolazione. 

Mai, in nessun caso, neanche a novant'anni.

sabato 19 maggio 2012

Crescita? per favore, non nuove strade e porti turistici, ma ciclabilità.

Il Governo è fermamente intenzionato a finanziare almeno 100 miliardi di opere per la crescita, tra le quali il completamento della Metro C di Roma, un'opera fondamentale che da sola vale quale decimale di PIL.

In questa situazione è un gran bene, perchè siamo veramente in brutte condizioni.

Il guaio è cercare di evitare altre colate di cemento, e soprattutto la costruzione di infrastrutture che consumano ulteriormente territorio favorendo l'abuso dei mezzi a motore.

Un esempio è la miriade di collegamenti stradali che la Regione Lazio vuole realizzare, tipo la Pontina bis o finire il raddoppio totale della Cassia bis.

L'esperienza ci dice che queste opere renderanno ancora più irreversibile il ricorso al mezzo privato. Che per una grande parte della popolazione non servirà a nulla, in quanto poi arrivato alle porte della capitale, si troverà ancora più impacchettato nel traffico. E comunque il prezzo della benzina non mi pare destinato a diminuire.

Quello che andrebbe fatto è investire per il miglioramento della rete ferroviaria regionale, magari la sua estensione, e le opere di intermodalità alle stazioni, che lasciano molto a desiderare. Per esempio parcheggi per biciclette e piste ciclabili di accesso. Questo consentirebbe ai viaggiatori di accedere a costo minore, con generale efficientamento dell'economia.

Dobbiamo anche tenere conto delle esigenze dell'industria. Molto traffico sulle strade è dato dai furgoni delle aziende che consegnano i loro prodotti a Roma, un esempio tipico sono i latticini. In qualche modo dovrebbe essere studiato un sistema di trasporto sui treni regionali, che al momento sono esclusivamente per i passeggeri, che permetta di inviare i prodotti via treno ad un distributore romano... fantascienza?

Infine un progetto sarebbe quello di collegare la futura discarica romana con un binario, per portare i rifiuti via treno e non con i compattatori AMA. A Napoli abbiamo visto che De Magistris invia i rifiuti via nave a Rotterdam spendendo a chilo quanto gli costava inviarli alle discariche in Campania. 

Occorrerebbe realizzare in città un centro di smistamento rifiuti servito da binari, in modo da inviare sia a discarica che ai riciclatori il materiale utilizzando economici vagoni ferroviari invece di costosissimi camion.

E i porti turistici? Per carità, basta trasformare le coste in garage... se continuiamo a massacrare le coste, la barca servirà solo per cercare posti più belli, dopo aver rovinato quelli che la natura ci ha dato.   

Ultima... e se investissimo qualche soldino nel piano della ciclabilità romana?


giovedì 17 maggio 2012

Il miracolo è svanito. Qualcosa si muove ma la prepotenza continua.

Ieri mattina sono ripassato + o - alla solita ora in Via Salaria e che ti rivedo? la fine del miracolo, ovvero l'Audi nmultata il giorno prima parcheggiata come al solito, in compagnia di altre quattro o cinque auto,  a bloccare una delle giugulari romane.

Nella foto potete notare il portone incriminato, con le auto in sosta ingombrante immortalate anche da Streetview. (non le stesse, peraltro).

Stamattina idem...

Insomma, per chi non l'avesse capito, il miracolo si è smiracolato, e il casino è ritornato.

Tutto è perduto? No, perchè mentre ieri sera tornavo, a Via tevere ho incrociato una pattuglia di vigili che stavano multando una macchina che occupava l'intero passo carrabile.

Via Tagliamento e Via Po erano sempre ingombrate da qualche (non troppe, non tutte) auto in seconda fila. Però mi sembravano più da assenza momentanea di sorveglianza che da disinteresse totale.

Morale della favola: mi pare che si stiano muovendo un poco, ma ancora non basta per cambiare veramente le abitudini.

La prepotenza continua.

martedì 15 maggio 2012

Miracolo a Via Salaria

E' proprio il maggio dei miracoli...

Su via Salaria, a 50 metri dall'incrocio con Viale Liegi, andando verso il centro di Roma, c'e' sempre parcheggiata, di fronte ad un portone, una Audi.

E che c'e' di strano?

Di strano c'e' che la Salaria in quel punto è due corsie secche, e c'e' il divieto di fermata. L'Audi in quella posizione blocca una delle sue corsie, strozzando il traffico.

E che ti succede stamattina? Dopo mesi di questa storia, sul lunotto posteriore dell'Audi compare una multa!

Una multa, capite? Ovviamente io l'avrei rimossa e rottamata direttamente, ma già una multa è qualcosa.

Oltretutto non c'erano altre auto...

Unito al post di ieri, ho l'impressione che i Vigili del II municipio stiano agendo la mattina nella parte TransMargherita.

Purtroppo nel pomeriggio tutto ritorna come al solito...

Però intanto un miracolo mattutino l'abbiamo avuto.

Domani vi saprò dire se è stato un miracolo momentaneo o duraturo...

lunedì 14 maggio 2012

Miracolo a Corso Trieste

Erano vari mesi che per andare in ufficio percorrevo la Salaria invece dell'asse Viale Eritrea-Corso Trieste- Via Nizza - Nomentana.

Questa mattina ho ripreso la vecchia rotta, abbandonata in favore della Salaria con breve passaggio dentro Villa Ada, e ho capito subito che c'era qualcosa che non andava.

Su Viale Eritrea titte le auto si accalcavano sulla corsia normale, bene attente a non invadere quella preferenziale.

Incredibilmente la cosa continuava su Corso Trieste (prima di Piazza Istria).

Anzi, una macchina che si è azzardata ad usare la preferenziale è stata strombazzata dagli altri automobilisti.

Su Corso trieste, passata Piazza Istria, praticamente assente la doppia fila.

A Piazza Trasimeno le auto, invece di essere come al solito ammucchiate a doppia spina di pesce, erano parcheggiate di lato al marciapiedi, molto ordinate, nessuno spigolo che sporgeva. Con grandissimo vantaggio del flusso delle auto.

Stavo per venire meno dalla meraviglia, per fortuna che almeno c'era  un'automobile parcheggiata (sempre in maniera ordinata, però) sulle strisce, il che mi ha rianimato.

Purtroppo passato Corso Trieste l'incanto è svanito, e il tutto è tornato come sempre... ma fosse che i vigili si sono messi a tenere ordinato almeno Corso Trieste?

domenica 13 maggio 2012

Ceci-Lycantropia al buio!


L’unica assente è stata la luna, quindi non si può dire che sia stata una vera licantropia. D’altra parte il GPS (Dakota 20) era stato chiaro: niente luna. E anche le lucciole non c’erano. Il sabato sera scendono a Roma in discoteca.

Tutto il resto c’e’ stato, ed è andato benissimo, a parte la mia preparazione atletica.

L’andata sull’Appia è stata un trionfo di colori dorati sul verde del grano ancora tenero. Profumi di rose, gelsomini, rincosperma. Una brezza tiepida ci ha accarezzato per tutto il percorso.

Carmine ci ha condotto ad andatura tranquilla per le pendici del lago, arrivando all’imbocco del traforo mentre il sole scendeva oltre l’orizzonte. Il gruppo si è mantenuto compatto, con una menzione speciale a Margherita, la New Entry.

Dopo tanti nun je la fo’, nun je la fo’ (in bergamasco), sulla salita ha tenuto senza problemi il passo del gruppo, altro che pippa in bianco, come direbbe Dumil

I problemi sono incominciati nel traforo. Mi sono messo dietro a Roberto (Bobmoon) e lui ha acceso la luce posteriore. Per fortuna avevo ancora gli occhiali da sole, altrimenti ci avrei rimesso le retine. Poi ha confessato di aver fregato un anticollision beacon da un Airbus a Ciampino.

Picnic a base di pane e porchetta sulla sponda del lago, con le luci dell’altra sponda che si accendevano ad una ad una come lucciole (eddaje)… Poi in marcia per la parte licantropica.

Abbiamo raggiunto l’ingresso del sentiero del bosco che era ormai buio pesto. Margherita ha notato il cartello con il pericolo frane, ma noi l’abbiamo rassicurata. Non si muove neanche un sasso se prima non chiede il permesso all’amministratore del sito. Convinta dal nostro ragionamento difficilmente confutabile ha scavalcato anche lei.

Lì sono cominciati i guai, perché Carmine è stato categorico. Niente luci, dobbiamo abituarci. E noi niente luci. Adesso gli occhi si abituano. Ed in effetti ci siamo abituati a vedere… a vedere niente!!! Comunque fiduciosi, ci siamo accodati, al piccolo trotto.

Usciti da sotto la rupe e gli alberi la situazione è migliorata un tantino. Vedevamo la strada (bianca) e nient’altro. Piano piano avanzavamo, in una zona senza grosse asperità. Carmine si è ricordato della luna: “in effetti l’altra volta si vedeva un pochino di più…” .

Bellissimo!

Ho cominciato a raccontare di bestie misteriose acquattate nelle selve, ma margherita non ha gradito, Orribili tarantole grandi come cinghiali… E ogni tanto si vedevano brillare gli otto occhi rossi e maligni, un attimo tra le foglie.

Dopo un altro po’ di cecilicantropia, il locomotiva jr si è incavolato e ha acceso la sua luce. In effetti eravamo quasi arrivati al torrente, dopo iniziano i sassi, e quindi l’accensione era obbligatoria.

Bobmoon a quel punto ha attaccato la sua fotelettrica da manubrio e tutti i ragni cinghiali sono scappati totalmente abbagliati. Lui si è messo in coda, e al completamento del giro del lago avevamo tutti la nuca abbronzata.

Da Frattocchie in poi l’Appia è stata una meraviglia. Specie il single track, è stato bellissimo, sei Elfi (magari io sono un po’ bruttino per fare l’Elfo) di notte. Cmq da non fare da soli.

Poi sulla parte lastricata ci siamo messi affiancati e abbiamo continuato di gran carriera fino alla FAO. Non vi dico il basolato, visto che non potevano percorre le tracce laterali.

Sull’Appia un traffico della miseria di gente che andava alle feste, e poi in zona catacombe di San Callisto un traffico da paura.

Ho riaperto la porta di casa che era l’una passata, il contachilometri segnava 65,2.

Per la notte è meglio avere sia la luce sul manubrio che quella sul casco, ma avere la seconda è meglio (e comunque è bene portarne due!

Nota finale: che culo non abbiamo bucato.

giovedì 10 maggio 2012

Basta con la cultura dell’auto!


La giornata del Bike to work 2012 ha segnato un altro traguardo nell’espandersi dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto. Però non è sufficiente rosicchiare piccoli margini di spazio, dobbiamo alla fine dire basta alla cultura delle quattro ruote a motore.

E per dire veramente basta dobbiamo omettere l’uso, anzi l’abuso, dell’auto non solo per gli spostamenti quotidiani, ma anche nel nostro modo di parlare.

Vediamo come:
Prima
Dopo
Note ed esempi
Autonomia
Ciclonomia
Tranquillo decidi tutto in piena ciclonomia
Autore
Ciclore
Un quadro di ciclore
Autorevole
Ciclorevole
Ha parlato con la sua consueta ciclorevolezza
Autorizzazione
Ciclorizzazione
Mi dispiace, ma lei non è ciclorizzato
Autolesionista
Ciclolesionista
Lei per poco non mi mette sotto… Lei è un ciclolesionista!
Automatico
Ciclomatico
Non ti preoccupare la lavatrice fa il ciclo ciclomatico (però non suona tanto bene)
Autoimmune
Cicloimmune
Lei ha una malattia ciclo immune, ovvero che non guarisce pedalando (p.e. il raffreddore)
Autarchico
Ciclarchico
Qui dobbiamo essere il più ciclarchici possibile
Autoadesivo
Cicloadesivo
Sulla tua auto ci starebbe bene questo cicloadesivo
Autobiografia
Ciclobiografia
La Ciclobiografia di Bartali (sounds good!)
Autoclave
Cicloclave
Non pervenuto
Autovalore
Ciclovalore
I ciclovalori di una matrice 6 x 6…
Autocontrollo
Ciclocontrollo
Devi manifestare un maggiore ciclocontrollo
Autocrate
Ciclocrate
Voglio diventare il ciclocrate di Roma
Autocoscienza
Ciclocoscienza
Quanti semafori rossi hai sulla tua ciclo coscienza?
Autocommiserazione
Ciclocommiserazione
T’hanno fregato un’altra bicicletta?
Austostima
Ciclostima
La ciclostima è la determinazione del ciclo valore di una bicicletta
Autostile
Ciclostile
Un attimo… la cosa non mi torna mica…

martedì 8 maggio 2012

Iiiiiih Un altro in bicicletta, come noi

Dopo una giornata di lavoro di quelle che è meglio non ricordare, me ne torno mesto mesto verso casa, il percorso appena ravvivato da un paio di scatti ad arrivare sul filo dei 30, che con il cancello da città non è male.

Arrivo all'ultimo incrocio, e sulle strisce pedonali davanti a me transita una bicicletta lenta lenta. Adulto, una quarntacinquina d'anni, barba, piano piano.

A ruota segue una bicicletta più piccina, portata da una bambina sui 10-11 anni che a metà del passaggio pedonale si volta verso di me (con casco etc. etc,) mi guarda fisso fisso ed esclama: "Iiiiihh un altro in bicicletta!"

Il padre neanche si volta e conferma la notizia: "Eh sì tesoro, cresciamo ogni giorno di più".

Amen

lunedì 7 maggio 2012

I pedoni di Via Piave


 Questa mattina, come sempre quando vado in ufficio, percorro Via Piave. Stavolta però sono stato molto attento al marciapiedi, e ho visto bene cosa succede.

Il marciapiedi è di tipo “umbertino”.

Molto stretto, in pratica tre persone affiancate non ci passano, in più sul marciapiedi c’e’ una selva di ostruzioni: dal cestinone di ghisa dell’immondizia formato Roma Capitale, ai cartelli pubblicitari, alle impalcature per la manutenzione degli edifici.

Non solo i pedoni che scendono sono frequenti, ma molti camminano direttamente sulla sede stradale, generalmente in senso inverso alle auto, così le vedono arrivare.

In effetti la zona ha marciapiedi molto stretti dappertutto. Strade larghe e marciapiedi stretti. Via Piave ha un’abbondante corsia preferenziale in un senso di percorrenza, e due corsie nell’altro.

Si scorre bene? No… perché nell’altro senso, una delle corsie è quasi sempre occupata dalle auto in sosta in doppia fila o dalle transenne di fronte all’ambasciata francese.

Il guaio è che la mobilità dolce ha poca cittadinanza a Roma. Dovrebbero essere prese in considerazione anche le esigenze di chi si sposta a piedi, ma questo non accade sempre. Anzi, non accade mai.

Se andiamo più avanti, in Via Goito è anche peggio. Qui la sosta in doppia fila lascia solo un passaggio ad una corsia…

Ma come fanno nelle altre città, intendo Parigi, Londra Brussels, Amsterdam, a vivere senza auto e mezzi commerciali perennemente fermi in seconda fila?

sabato 5 maggio 2012

Salvaiciclisti dai pedoni


I pedoni si lamentano spesso per i ciclisti sul marciapiede. Personalmente mi capita spesso di salire sul marciapiede, però cerco di non infastidire mai i pedoni, nemmeno se col guinzaglio del cane in realtà prendono lo spazio di un’auto, non di una bici. E vado sempre lentissimo.

Tutti i pedoni che si lamentano dei ciclisti non tengono conto dei comportamenti pericolosi dei loro “simili”, che spesso avvengono per un semplice fatto: a differenza degli altri veicoli la bici è un mezzo silenzioso, e le orecchie non bastano per evitarla.

L’ultimo caso, di un certo pericolo, mi è accaduto venerdì mattina, mentre andavo in ufficio, a Via Piave. Percorrevo la preferenziale verso Via XX settembre. Andavo tenendomi sulla destra. Mentre un taxi si accinge a superarmi sulla sinistra, un pedone che camminava sul marciapiede, anche lui in direzione XX settembre, quindi dandomi le spalle, per evitare altri pedoni provenienti dalla parte opposta mi è improvvisamente sceso sulla strada.

Ero troppo veloce, inutile frenare. Non potevo scartare a sx per via del taxi, quindi sono riuscito ad allargarmi appena appena, evitarlo di misura (non più di 1,5 mm) e ributtarmi sulla dx mentre il taxi mi raggiungeva (credo anche lui si sia allargato).

Non ho neanche avuto il tempo di spaventarmi.

Dico soltanto che quando i pedoni si lamentano dei ciclisti, dovrebbero anche pensare che anche noi abbiamo le nostre lamentele.

mercoledì 2 maggio 2012

Mo’ sì che ci vorrebbe il salva ciclisti (+ B2W)


Con il 2 maggio è ufficialmente iniziata la fase 2 dell’iniziativa salva ciclisti. Infatti la manifestazione del 28 ha dato rilevanza al movimento, e possiamo dire che si sia chiusa la fase iniziale. 

Ora salva ciclisti è conosciuto, anche se la copertura mediatica non è stata così capillare come avrei voluto, e occorre cominciare a concretizzare la fase 2.

Fase che comincia bene. Oggi a Roma ho visto veramente tanti ciclisti. Forse galvanizzati dalla manifestazione di sabato, e dal meraviglioso sole, i ciclisti cono usciti “in massa”.

Magari non ancora una massa critica, ma abbastanza per testimoniare la loro (nostra) presenza.

Io stesso ho fatto tutta Via Po da Via Salaria al parco Nemorense, aggregato ad altri due (tutti e tre in fila indiana) .

Rimane il fatto che la sicurezza lascia a desiderare. La violazione  più pericolosa rimane la sosta in doppia fila, e l’apertura del relativo sportello. Oggi un l’ho scampato per poco. D’altra parte se è normale fermarsi in doppia fila, lo è ancora di più scendere dall’auto come niente fosse.

Adesso, con l’aumentare dei ciclisti, che abbiamo bisogno del salvaciclisti.

Parafrasando il discorso della Poverini  per il primo maggio così possiamo dire:

 Il messaggio che dobbiamo continuare a dare, come ci ricorda ogni anno il presidente della Repubblica davanti alla sede dell'Inail, è quello di impegnarsi affinchè chi esce la mattina in bicicletta  per andare a lavorare possa tornare dalla propria famiglia”.

martedì 1 maggio 2012

Da Monti una piccola soddisfazione personale

Dal prelier Monti una piccola soddisfazione personale... ha finalmente sputato il rospo sul pasticcio IMU/ICI e ha ricordato che la mossa di levare l'ICI è stata una mossa intenzionalmente errata.

Ho riletto il post Dopo IMU solo bici (no money for benza anymore) e c'era già tutto scritto...