lunedì 21 maggio 2012

Il nostro Breivik

Ha agito con pazienza, come un pescatore con la sua bilancia, che attende che il pesce arrivi nella posizione giusta, e poi tira su. 

Un'esplosione devastante che uccide 1 ragazza e ne massacra altre 7.  Una gravissima, altre che peneranno per anni per uscirne. Qualcuna non ne uscirà mai, sfigurata nel corpo, e più nell'animo.

 E qualcuna che continuerà a chiedersi perchè si è salvate, mentre le sue compagne sono state sommerse

Le immagini diffuse da Internet sono spietate. Una persona che aziona il telecomando di un ordigno piazzato davanti ad una scuola. In barba al detto "Italiani brava gente", adesso abbiamo il nostro Breivik, l'ammazza adolescenti. Non ne sentivamo la mancanza.

Potremo avere un'idea delle oscurità nelle quali si formano questi gesti?  Difficile. Fosse almeno un attacco di follia violenta. Non è questo il caso. E' stato un atto meditato. Ha voluto devastare.

Di Breivik ci si è accorti -dopo- che su Internet aveva scritto molto, se non tutto. Chissà cosa ha fatto il nostro, se ha un sito dove propaganda l'uso del gas esplosivo per moralizzare la gioventù.

Non so se essere più turbato come genitore o come uomo. Come genitore perchè queste cose non si riesce a spiegarle ai propri figli. Come uomo perchè alla fine le donne queste cose non le fanno, sembra che siamo sempre noi.

E come reagire?

La polizia ha arrestato un sospetto che ha molto in comune con il tizio della telecamera. Speriamo che trovino la conferma che è lui, in modo che non si debbano temere altri attentati.

Debbo dire che i poveri Norvegesi, quelli che hanno perso un figlio, un fratello, un amico, un innamorato nella strage, hanno avuto il supplizio aggiuntivo di udire Breivik al processo, che ripeteva le sue orribili convinzioni.

Non potendo fare altro, si sono riuniti in migliaia sotto le finestre del carcere, a cantare in coro la canzone che lui diceva di detestare. 

Si può perdonare una persona così? E' sicuramente un compito sovrumano. Non sono padre, parente, amico o compagno di quelle ragazze. E per questo non credo che la domanda possa essere rivolta a me. Non credo che lo Stato possa lasciare una persona così libero di tornare in circolazione. 

Mai, in nessun caso, neanche a novant'anni.

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