Questa mattina, come sempre quando vado in ufficio, percorro Via Piave. Stavolta però sono stato molto attento al marciapiedi, e ho visto bene cosa succede.
Il marciapiedi è di tipo “umbertino”.
Molto stretto, in pratica tre persone affiancate non ci passano, in più sul marciapiedi c’e’ una selva di ostruzioni: dal cestinone di ghisa dell’immondizia formato Roma Capitale, ai cartelli pubblicitari, alle impalcature per la manutenzione degli edifici.
Molto stretto, in pratica tre persone affiancate non ci passano, in più sul marciapiedi c’e’ una selva di ostruzioni: dal cestinone di ghisa dell’immondizia formato Roma Capitale, ai cartelli pubblicitari, alle impalcature per la manutenzione degli edifici.
Non solo i pedoni che scendono sono frequenti, ma molti
camminano direttamente sulla sede stradale, generalmente in senso inverso alle
auto, così le vedono arrivare.
In effetti la zona ha marciapiedi molto stretti dappertutto.
Strade larghe e marciapiedi stretti. Via Piave ha un’abbondante corsia
preferenziale in un senso di percorrenza, e due corsie nell’altro.
Si scorre bene? No… perché nell’altro senso, una delle
corsie è quasi sempre occupata dalle auto in sosta in doppia fila o dalle
transenne di fronte all’ambasciata francese.
Il guaio è che la mobilità dolce ha poca cittadinanza a
Roma. Dovrebbero essere prese in considerazione anche le esigenze di chi si sposta
a piedi, ma questo non accade sempre. Anzi, non accade mai.
Se andiamo più avanti, in Via Goito è anche peggio. Qui la
sosta in doppia fila lascia solo un passaggio ad una corsia…
Ma come fanno nelle altre città, intendo Parigi, Londra
Brussels, Amsterdam, a vivere senza auto e mezzi commerciali perennemente fermi
in seconda fila?
2 commenti:
Probabilmente l'hanno deciso: "qui si vive senza auto perennemente parcheggiate in doppia fila!". Basta poco, che ce vo'?
Al romano medio, invece, "je piàceno..."
Io dicevo come fanno la distribuzione delle merci senza usare la doppia fila!
Ma come si organizzano?
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