Ci crederete o no, non ero mai stato sul Monte Cavo, nemmeno in auto. Però me pungeva la vaghezza da parecchio.
Quindi stamattina, alla ricerca di una gitarella da fare nelle immediate vicinanze di Roma, ho scaricato e convertito l'itinerario 98 di Paola e Gino (Nemi e la Via Sacra), preparato panino, caricato GPS e sono partito alla prescout, da solo, quindi contravvenendo a quasi tutte le norme di sicurezza di cicloappuntamenti. Ma che volete, noi Marziani siam così...
Caricando la macchina sul portabiciclette mi sono accorto che cotanto accurata preparazione non aveva portato alla sostituzione delle ruote, per cui sono partito con le ruote andanti rivestite dai copertoni per strada bianca, i "biscioni" di Decathlon, invece delle Deore con pneumatici artigliati.
L'altro errore l'ho fatto a Nemi, dove sono andato a prendere l'acqua alla fontanella e di lì ho seguito la traccia... al contrario, quindi affrontando la Via Sacra in salita e per di più con le gomme di cui sopra.
Mi sono difeso alquanto bene, ma purtroppo in alcuni punti mi sono dovuto riconvertire allo spingismo, proprio perchè le gomme non facevano abbastanza presa nei punti sconnessi. Vabbè.
Dal piccolo Belvedere della Via Sacra mi sono goduto una conferenza di un'affascinante geologa sulla formazione del vulcano (e ho capito molte cose, in prticolare perchè lo chiamano sentiero vulcano) e poi mi sono avviato per quella che pensavo sarebbe stata una tranquillissima discesa.
Avevo fatto i conti senza le ultime nevicate, che hanno cancellato parte dei sentieri, per cui ad un certo punto, malgrado tutte le attenzioni e il continuo monitoraggio, mi sono trovato a dover procedere alquanto fuori traccia.
Poco male. Ho fatto due tentativi di raggiungerla di nuovo attraverso sentieri che si sono poi chiusi tra i rovi (ho i polpacci belli segnati e ancora levo spine dalle caviglie) anche perchè quel particolare punto non lo avevo sul GPS.
Solo al terzo tentativo (e duecento metri di dislivello aggiuntivi) mi sono riuscito a ricongiungere alla traccia. Stavo sulla cima del Monte Faete, ed ero risalito proprio dove 6 mesi fa non ero riuscito a passare causa -appunto- delle piante cadute in seguito alle nevicate. D'altra parte le prescout si fanno proprio per questo.
Da lì in poi è stato tutto in discesa. ..
E con le gomme non tacchettate non significa che sia stato facile, anche se mi sono deciso a scendere dalla bici solo in un piccolo pezzo molto ripido e sassoso. Stando da solo non volevo correre rischi. Però hanno retto a tutte le spine incontrate (l'anteriore ha la camera d'aria autosigillantedi Decathlon).
La discesa da Faete si è svolta su una traccia appena appena visibile, che a tratti scompariva , tanto che mi ero cominciato a preoccupare di dover fare un'altra marcia tra i rovi. Anche perchè ormai cominciava ad avvicinarsi l'ora del tramonto, e non ero così contento.
Il GPS e l'istinto non mi hanno tradito e alla fine sono arrivato in vista dei Pratoni del Vivaro. Un arrivo spettacolare, con i Pratoni e l'Artemisio illuminati dal sole pomeridiano. Peccato aver lasciato la macchina fotografica.
Anche lì non era possibile passare per la traccia Paolaeginiana ma per fortuna, avendo la carta sul GPS, mi sono ricongiunto al tracciato con varianti estemporanee.
Grande arrivo a Nemi con sole rosso che tramonta dietro un bellissimo sipario di nuvole e Nemi avvolta nella bruma della sera. Una visione veramente incantata!
Alla fine ho fatto una trentina di chilometri e quasi 840 metri di dislivello... gambe tranquille, ma spalle e braccia duramente provate nella discesa.
Gita da rifare, questa volta nella direzione giusta, anche se secondo me è proprio al limite per le PAS (Pippe Al Sugo) e sicuramente non per le PIB (Pippe In Bianco).
domenica 27 ottobre 2013
Prescout: Monte Cavo alla Marziana, ovvero in contropaloaegino...
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