mercoledì 17 giugno 2009

Piangere per l'Iran

I cry for Iran è un bellissimo pezzo di Jerry Harrison, conosciuto come tastierista dei Talking Heads, ma che ha continuato la carriera da solista con tre magnifici dischi (The Red and the Black, Casual Gods e Walk on Water ). I cry for Iran parla della guerra tra Iran e Irak. Non troverete su Youtube ne’ questo pezzo ne’ le parole, ed è un peccato.

Da allora le cose in Iran sono migliorate, i ragazzi non vengono più mandati all’assalto davanti alle truppe per sminare i campi, ma l’Iran ha ancora molti problemi sotto il profilo dei diritti.
Attenzione, non sto parlando di diritti politici, ma di farsi gli affari propri: frequentarsi maschi e femmine secondo la propria volontà, vestirsi come si vuole, truccarsi, fare l’amore con chi si vuole senza dover rendere conto a nessuno. Tali semplici diritti sono negati da una dittatura di stampo teocratico.

Da buon blog laicista, ovvero per l’instaurazione dello stato laico in Italia, Roma Ciclista non può rimanere insensibile al grido di dolore che arriva dall’Iran, sperando in un’evoluzione della situazione che pacificamente porti almeno alla liberalizzazione dei comportamenti personali. Speriamo che i manifestanti ottengano parecchio. Facciano sentire che finalmente il vento è cambiato. E dall'estero appoggiamoli.

Sotto l'ottica laica profilo la visita di Obama in Egitto è stata, per me, una delusione. Francamente non ho capito il perché di un “nuovo inizio” degli Stati Uniti con i paesi islamici. Casomai doveva avvenire il contrario. Le uniche e serie scuse gli USA le avrebbero dovute porgere alla popolazione irachena, la cui liberazione dalla tirannia di Saddam Hussein, è stata purtroppo tragicamente maldestra, da far venire il dubbio che forse agli Iracheni non sia convenuta.

Anche sui diritti umani non si è andati al vero punto… si è parlato del diritto delle donne di portare l’hijab, ma non di quello di portare la minigonna. Del diritto di professare la religione islamica nelle terre cristiane, ma non di quello di professare il cristianesimo in terre islamiche, e soprattutto non si è parlato del sacrosanto diritto di non credere alla religione. I laici continuano ad essere terra di nessuno, quasi apolidi.

Un’altra occasione poco edificante è stata la visita del Papa in Terrasanta. Ringraziando Dio di non aver avuto attentati (liacista non significa ateo...), nel generale sbrodolamento dei media, nessuno ha avuto il coraggio di ricordare che nella questione arabo-israeliana la religione ha giocato un ruolo assolutamente negativo, con gli estremisti religiosi di entrambe le parti a sabotare sistematicamente qualunque accordo di pace. Basta ricordarsi dell’assassinio di Rabin e degli attentati suicidi in prossimità (prima o dopo) della firma degli accordi di pace.

Tra le perle colte in quei giorni, oltre alla vocazione al commento teologico improvvisamente sorta in vari editorialisti, la storia della convivenza cristiano-musulmana. Dalla radio: Il Pontefice ha visitato il capo profughi di … mirabile esempio di convivenza cristiano-musulmana
Scusate, perché cristiani e musulmani non dovrebbero convivere pacificamente insieme se sono persone decenti?

Dato che sono un tipo pratico per la religione propongo quindi l’approccio calcistico: la religione come tifo tra amici. Io sono della Roma, tu della Lazio, lui del Milan. Ognuno ha una squadra diversa, si chiacchiera amichevolmente si discute, magari ogni tanto si può litigare, ma comunque lo si fa e non ci si aspetta che l’altro cambi squadra… tutti amici.

Ed in effetti è inutile prendersela: se alla fine dell’anno nel calcio qualcuno vince il campionato… nel campo della religione, chi ha ragione lo si scopre soltanto dopo morti!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ahi, ahi! Il paragone col tifo calcistico lo eviterei viste le botte e le coltellate che si danno... ma sicuramente il tifo "sportivo" come esempio va più che bene.
Anche la considerazione del dopo morte.

Mamaa

Lug il Marziano ha detto...

In Iran le cose sono piuttosto tragiche, spero che trovino un equilibrio accettabile, ma ho forti dubbi.

Il sistema di potere che si appoggia al clero, e alla sua parte più intransigente, è troppo radicato per poter essere scalzato.

Ricordiamoci che il presidente Kathami non è riuscito a fare niente, anzi, sono addirittura tornati indietro.