Allora, cerchiamo di stilare questo benedetto programma. Io lo dividerei tra interventi leggeri, ovvero che richiedono pochi finanziamenti e lavori limitati, e interventi “pesanti”, che richiedono soldi e molto lavoro. E’ chiaro che la probabilità di vedere portati a termine i “leggeri” dovrebbe essere molto più alta degli altri interventi.
Cominciamo con una buona notizia: è stato annunciato l'inizio, per l'11 settembre, della copertura dei sampietrini della pista del Tevere. I lavori si protrarranno fino all’inizio del 2010. Una volta completata sarà veramente grande, un intervento un certo senso dovuto alla comunità ciclistica romana.
Nota: Anche a causa dell'infausta data di inizio (venerdì; 11 settembre) io confesso i miei dubbi sul fatto che questo intervento possa essere concluso nei tempi indicati, soprattutto a causa del pericolo delle piene. Speriamo che vada meglio degli altri interventi programmati, che si sono strascinati per oltre il doppio del tempo inizialmente previsto. In ogni caso, bene che si parta.
Come corollario alla copertura dei sampietrini sarebbe bello che venisse trovato un migliore equilibrio tra le bancarelle dell’estate romana e la pista ciclabile, in particolare garantire il passaggio agevole delle bici durante il giorno, e soprattutto la pulizia dai vetri, specie nella zona di Castel Sant’Angelo, dove, complici forse le piscine, si sono registrate punte di pura anarchia e mucchi di spazzatura a cielo aperto.
Primo nel sondaggio, ma superato dai fatti è invece richiesto in via prioritaria un intervento “leggero”: la messa in sicurezza della pista della Colombo. Tale intervento è spezzato in 3 tronconi: la realizzazione della segnaletica per l’attraversamento di Via Cilicia, la copertura del tratto di basolato romano con lastre trasparenti (ma è fattibile?) e la ciclabilizzazione di tutti gli attraversamenti semaforici.
Specie per quanto riguarda i lavori di Via Cilicia, tutti abbiamo mandato lettere ed e-mail, tutti abbiamo ottenuto un sacco di risposte, ma i lavori ancora non si concretizzano, con grande rischio per l’incolumità delle persone.
L'attenzione sulla pista dell'EUR indica come questa sia diventata molto popolare, forse la più utilizzata dai ciclisti per ragioni di spostamento, e che le dorsali hanno un ruolo importante (Via Tuscolana? Via Nomentana?)
Subito dopo un altro intervento "leggero": la normalizzazione dei passaggi semaforici delle biciclette, ovvero applicare una regola per la quale tutti i passaggi semaforici o stradali che uniscono due tratti di pista ciclabile devono essere ciclabili a loro volta.
Questo sembra a tutti i ciclisti una posizione di buon senso, anche perchè non ha senso scendere dalla bicicletta e spingerla a mano, in quanto i tempi di percorrenza si dilatano.
Ovviamente occorre anche sensibilizzare gli automobilisti che svoltano senza curarsi delle bici.
Personalmente suggerirei di estendere la clorazione rossa a questi tratti di passaggi ciclo-pedonali, ed eventualmente iniziare ad introdurre i rialzi su dosso… Fantascienza? Roba da marziani? Prima o poi dovremo cominciare a comportarci da civili…
Visto che abbiamo aperto con una buona notizia, chiudiamo con un’altra: l’ATAC ha annunciato l’espansione del bike-sharing, che verrà esteso a Prati e Trastevere, mentre aumenteranno le postazioni in centro e ad Ostia. Da questo trampolino dobbiamo premere per espandere il servizio verso la media periferia e la periferia, dove peraltro la rarefazione dei mezzi pubblici rende l’uso della bici attraente.
Oltre all’espansione dobbiamo puntare all’europeizzazione, ovvero all’acquisizione della mezz’ora gratis (magari legata all’abbonamento ATAC) come nelle altre città europee, Milano compresa.
I dati ATAC pubblicati parlano chiaro: il noleggio è per la stragrande maggioranza all’interno della prima mezz’ora, quindi un vero bike-sharing.
Quindi non far pagare la prima mezz’ora equivale a dire che il servizio deve essere finanziato come l’autobus… preferisco avere il bike-sharing a pagamento che non avere il bike-sharing.
Per renderci conto della cosa dovremmo chiudere all’ATAC di rendere i conti pubblici, così da renderci conto di come funziona…
Io finirei con queste cose… d’altra parte aggiungerne altre ancora equivarrebbe a tradire il principio di pochi obiettivi molto concreti.
domenica 13 settembre 2009
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