giovedì 19 settembre 2013

Le varie anime della ciclabilità non dovrebbero nè essere confuse nè farsi concorrenza

Durante la settimana per la mobilità sostenibile è il momento di fare annunci a sensazione. 

Rientra tra questi l'annuncio di una pista ciclabile che corre nel centro storico della città. Un anello tortuoso e circonvoluto che passa nei luoghi più turistici, facendo ben poche concessioni all'efficienza del percorso. Insomma, una cosa dedicata a chi vuole farsi una passeggiata in bicicletta al centro di Roma. 

Sicuramente simpatica ed interessante, può avere l'effetto positivo di incentivare l'uso della bicicletta sul versante turistico, e quindi di incrementare il numero di bici per strada... un beneficio per tutti i ciclisti, specie se collegata con la meta cicloturistica di Roma per eccellenza, l'Appia Antica.

Pertanto evitiamo critiche ingenerose all'amministrazione comunale, e godiamoci questo fiorire di proposte, anche se non tutte come le vorremmo.

Dovremmo però evitare che queste iniziative sottraggano risorse al ciclomobilismo, ovvero quelle realizzazioni ed infrastrutture volte a facilitare l'uso della bicicletta come mezzo di spostamento. Per esempio se tolgono risorse a realizzazioni fondamentali quali le ciclabili sulle consolari  (Nomentana, Tuscolana, etc.). 

Quindi dovrebbero essere considerate come un corollario a queste realizzazioni, una specie di ciliegina sulla torta.

Ovviamente non tutti la pensano come me. Negli incontri con l'amministrazione si sono spesso confrontate tre anime:


  • Ciclomobilisti, che usano la bici come mezzo di trasporto urbano;
  • Cicloturisti, che usano la bici per turismo;
  • Agonisti, che usano la bici per le gare.
Questi gruppi hanno esigenze abbastanza differenti. Non è raro, anzi piuttosto frequente, che chi è interessato all'agonistica addirittura si rifiuti di usare la bici per spostarsi o fare turismo. Sono più interessati ad allenamenti e gare, e necessitano di spazi ampi e strutture dedicate, che nulla hanno a che fare con il resto della ciclabilità. 

Per esempio a Lione, dove sono stato quest'estate, il Comune ha realizzato una pista di downhill (nella foto) sulle pendici di una delle colline della città... ma non è ciclomobilismo, ovviamente.

Il problema viene, appunto, quando si tratta di dividersi le magrissime risorse disponibili, di dare le priorità. Ovviamente io vedo al primo posto il ciclomobilismo, seguito a ruota dal cicloturismo, con il quale è molto importante creare sinergie. 

Alla stampa italiana la differenza tra questi gruppi non appare molto chiara, e quindi viene fatto un mucchio di confusione. 

Purtroppo la sensazione è che la confusione si estenda anche oltre le soglie dell'amministrazione comunale... quindi rimane valida la richiesta, prioritaria, di costituire un gruppo di tecnici in grado di capire le differenze tra le varie discipline.

A noi ciclisti, il consiglio di trovare un equilibrio tra di noi prima di andare a parlare con l'Amministrazione, in modo da evitare di apparire troppo divisi. Infatti se chi fa le piste, non solo si fa nemici un bel po' di  automobilisti, negozianti e (ahimè) pedoni, ma non accontenta nemmeno i ciclisti, alla fine potrebbe anche perdere l'entusiasmo iniziale...


2 commenti:

h2oxtutti ha detto...

L'equilibrio del ciclista serve a muoversi.
M!!!

Lug il Marziano ha detto...

Guarda che t'ho riconosciuto!

Tu sei M!!!