Mi sono allontanato solo poco dalla realtà romana, e ritornando vi ritrovo
a discutere di fantascienza: autostrade ciclabili e tante altre cose che hanno
solo i paesi ciclisticamente più avanzati.
Il "la" alla discussione mi pare l'abbia dato il nostro caro
Sindaco, che guarda a quello che fanno all'estero, per esempio a Londra, dove
la bicicletta è divenuta in pochi anni un mezzo di trasporto di massa. Quindi
si stanno attrezzando.
Marino, a differenza del suo predecessore, sembra e sicuramente sarebbe
favorevole ad importarle. Tanto
favorevole che ha fatto qualche
dichiarazione un po' imprudente, come nel caso della pista di Via Labicana…
Pista per la quale il posto non c'è, a meno di non toglierlo alle
auto. Cosa per la quale Roma, e i Romani, non sembrano assolutamente pronti. Ma
le dichiarazioni più preoccupanti sono relative ai marciapiedi ciclabili, in
molti casi ancora adesso il Deus-ex-machina
della ciclabilità romana (vedi Pista
della Moschea e Valle Giulia, per esempio)
A corredo delle dichiarazioni del Sindaco, ho letto un articolo del CdS
dove alcuni ciclisti romani molto in vista, hanno rilasciato alcune
dichiarazioni interessanti sui possibili sviluppi della ciclabilità romana.
Dichiarazioni che però faccio fatica a condividere in toto, specialmente
negli aspetti più radicali, perchè secondo me peccano di mancanza di realismo.
Una mancanza di realismo che potrebbe portare a "bruciare" il
sindaco lottando contro mulini a vento, invece di porre le basi per uno
sviluppo, più lento ma più solido, della mobilità ciclabile nella nostra città.
Anche perchè questo sindaco deve pensare a cose ben più serie della
ciclabilità: dalla riforma dell'ATAC a quella dell'AMA, dalla raccolta dei
rifiuti alla risistemazione dell'ATER, per non dire della gestione della
novella TARES. Tutte cose che gli creeranno una marea di nemici (anche a
sinistra, lo si sa bene) e quindi aggiungerne di altri aggratis non sembra una cosa buona e giusta.
Ma quali sono i punti sbagliati?
In realtà è uno solo, ovvero non tenere conto che la situazione
romana è profondamente differente da quella delle altre città ciclabili tipo
Copenaghen, Amsterdam, etc.
Infatti, se è utile guardare alle soluzioni tecniche adottate in queste
città, Roma ha un ambiente totalmente differente, e sicuramente molto più
arretrato in fatto di ciclabilità. Procedendo in maniera incauta si rischia di
adottare soluzioni che semplicemente non potranno portare alcun beneficio,
anzi! Non si può chiedere di correre a chi ancora non sa stare in piedi.
Per riportare tutti noi ciclisti con i piedi per terra, vediamo alcuni
punti fondamentali:
Ciclisti:
Malgrado il costante aumento, noi ciclisti rimaniamo pochi in confronto
alla popolazione di automobilisti, e pochissimi rispetto a quella degli utenti
del mezzo pubblico (che sono il nostro più promettente bacino di espansione) La partecipazione oceanica alla critical mass
non trova riscontro nell’uso quotidiano della bicicletta. Se noi ciclisti
fossimo di più diventerebbe conveniente per tutti separare i due tipi di
traffico. Ricordiamoci che a Londra e Amsterdam, l’uso della bicicletta è anche
sostenuto da una politica dei prezzi alti dei trasporti pubblici, che rende
estremamente conveniente l’uso della
bicicletta.
Sosta irregolare:
A differenza di Londra, Amsterdam, Parigi,
dove la sosta irregolare praticamente non esiste, a Roma è un modo di
vivere e neanche Marino ha ancora iniziato la battaglia per debellarla.
Secondo me i 5 anni del primo mandato del sindaco bastano a malapena per
pensare di riportare la sosta irregolare entro percentuali fisiologiche.
Ragazzi ci vuole realismo! Quindi ogni soluzione che non tiene conto di questo
particolare à destinata a sicuro fallimento.
Diminuzione dei posti
auto
Ogni tanto sacrificare qualche posto auto per fare le piste è inevitabile,
e quindi non può essere un tabù… però, per evitare contrasti forti copn la
lobby degli automobilisti quando ancora non siamo forti, andrebbe limitata ai
casi indispensabili. Anche perché il primo obiettivo è battere la sosta
irregolare, e quindi diminuire quella regolare ci allontana dall’obiettivo
primario.
Corsie Ciclabili
La pessima e inveterata abitudine dei Romani di lasciare la macchina più o
meno dove fa più comodo rende oggettivamente impossibile l’adozione delle
corsie ciclabili non protette.
Quindi è inutile che se ne continui a parlare, a meno che non vi sia il concreto
impegno a tenerle sgombre dalle auto in sosta, anche quella temporanea.
Marciapiedi Ciclabili
Non dobbiamo disdegnarli.
In tutta Europa vengono usate piste realizzate sui marciapiedi, ovviamente
non nei luoghi dove sono più affollati di pedoni.
In alcuni casi sono perfetti per i
ciclisti, uno per tutti il marciapiedi di Via Cilicia. Ma possiamo anche
parlare di quello di Via Sant’Angela da Merici, o di Via dei Monti Tiburtini,
di quello della tangenziale tra Ponte Lanciani e la Salaria, e poi quello
dell’Olimpica… insomma c’e’ qualche marciapiedi che rappresenta una risorsa
preziosa da non sprecare.
Se poi qualcuno pensa di arrivare a togliere parcheggi regolari per fare
piste o corsie ciclabili, credo abbia uno scarso senso della realtà.
Inoltre va tenuto presente che la coesistenza con i pedoni è difficile per
le biciclette veloci (elettriche, corsa, ruote 28, MTB). Per i pieghevolisti il
marciapiedi è molto più accessibile, e anzi uno dei nostri obiettivi dovrebbe
essere proprio quello di ottenere gli scivoli per handicappati su tutti i marciapiedi... in previsione del loro uso abusivo :-)
3 commenti:
cit.: "Ricordiamoci che a Londra e Amsterdam, l’uso della bicicletta è anche sostenuto da una politica dei prezzi alti dei trasporti pubblici"
E non solo... c'è anche una pesante tariffazione dell'accesso delle auto private al centro città, cosa che rende conveniente sia il trasporto pubblico (pur caro) che l'utilizzo della bicicletta.
Caro Marziano,
e' un po' di tempo che ti seguo, mi complimento per le tua analisi e considerazioni, sempre lucide e chiaramente esposte, nonche' per quel tanto di umorismo che talvolta spargi qua e la' nei tuoi post...
@paucipedalari
Grazie per i complimenti, vorrei solo essere più allegro ma non ci riesco molto, questo periodo.
@mammifero
... certo, e anche i trasporti pubblici sono piuttosto efficienti, puntuali, usabili e puliti. Non è poco come incentivo a non usare l'auto.
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