mercoledì 2 ottobre 2013

Commenti al lato oscuro. del ciclomobilismo

Dopo aver chiuso il post, ieri sera, mi sono dedicato alla manutenzione della bici. All'inizio molto scocciato, poi ci ho preso gusto, e non solo ho riparato la camera d'aria posteriore, ma ho scambiato il copertone posteriore con quello anteriore (per diminuire la rigidità sotto il sellino), sapete voi perchè, ho installato il divano al posto del sellino (SMP trek da città) ho ripassato e sistemato i freni.
Alla fine ero sporco ma soddisfatto, e pronto ad un'altra giornata di tram, visto che avevo una serie di incontri da alta uniforme...

Il post, fatto in un momento di lucida disperazione, ha suscitato molte reazioni, tutte alquanto positive, ma che ovviamente riflettono diverse impostazioni. 

In particolare mi hanno ricordato la mia carriera di velista, specialmente il periodo nel quale facevo il prodiere su un Flying Dutchman in legno (un Silenzi, per chi conosce il settore), che era un continuo lavorare per tenerlo in grado di affrontare una regata. Nella foto potete apprezzare la sezione comandi del pozzetto, e capire dal numero e quantità di rinvii, quanto ci fosse per tenere il tutto in perfetta efficienza.

E anche lì io soffrivo molto a lavorare sulla barca, mentre altri passavano volentieri giornate dietro giornate a sistemare le proprie barche. 



Vediamo come si suddividono:

Gommisti:
Molti consigli su come evitare le forature. Ovviamente il più frequente è quello di viaggiare con i pneumatici gonfiati alla pressione corretta, diminuendo le probabilità di foratura. Concordo pienamente, ma controllare la pressione spesso, anche tutti i giorni,  è un'operazione molto rompiscatole.

Due tecnologici: passare alle tubeless o latticizzare le camere d'aria. Io pensavo di valutare le camere d'aria "cicloriparanti", ma non ho trovato le diametro 20". Comunque è uno dei prossimi interventi.

Un impertinente ha osservato che chi guida bene, attento alle buche e ai vetri, non buca, intendendo che se buco spesso evidentemente non sono un gran chè di guidatore. Ha una sua logica, diciamo però che in città le traiettorie le scelgo primariamente sulla base del traffico. Le buche?  A Roma si fa il Camel Trophy tutti i giorni!

Bricolofili
Qualcuno si trova bene a fare manutenzione. 

Anche a me non dispiace, specie se riesco a risolvere il problema per il quale la manutenzione è necessaria. Solo che talvolta mi manca il tempo, poi io scrittore sono, non metalmeccanico.

Inoltre lavorare in casa, magari in uno dei pochi angoli liberi, non è affatto divertente!

Negazionisti
Negano che le biciclette siano poco affidabili, anzi, dicono sono affidabili come e più delle auto... Mi permetto di obiettare che un'automobile ha un'enorme quantità di sistemi e parti in movimento rispetto ad una bici. Se le auto avessero la stessa affidabilità delle biciclette  quasi non partirebbero mai, ma soprattutto si avrebbero continue avarie in marcia.

Quindi non credo sia vero. Una bicicletta ha un'affidabilità inferiore ad un'auto pur avendo un decimo dei componenti.

La conclusione che ne ho tratto è che in realtà l'industria ciclistica non ha mai puntato ad aumentare l'affidabilità, per portarla al livello automobilistico, forse perchè alla fine ai ciclisti, "pasticciare" sul proprio mezzo, piace!!!

1 commento:

Mammifero Bipede ha detto...

L'affidabilità dell'automobile deriva dal sovradimensionamento delle parti, che è consentito dal fatto di avere un motore. Non a caso l'automobile è il veicolo col più basso rendimento effettivo in assoluto (1%~3%, se si considera il lavoro inutile che viene sprecato per muovere quintali e quintali di "involucro" rispetto al peso del passeggero effettivamente trasportato).

Realizzare una bicicletta di pari affidabilità è possibile, basterebbe sovradimensionare lo spessore delle gomme, fare i cerchi in lega e sostituire la catena con una trasmissione cardanica a bagno d'olio. Finirebbe col pesare trenta o quaranta chili... :-/