giovedì 17 settembre 2009

Una cosa stupida e futile: la contesa tra pedoni e ciclisti… e noi siamo i più adatti per farla.

Qualche giorno fa sul Corriere un articolo di Fulco Pratesi che parlava di bike-sharing e di provare a collegare il Verano con Viale Parioli, utilizzando anche i marciapiedi.

Sul blog Roma Pedala arrivava subito la risposta, un po’ piccata, di un’associazione di pedoni che diceva, in pratica, i marciapiedi sono nostri, punto.

Mah… vediamo qualche interessante aspetto:

a) mi pare che ci siano molti più pedoni sulle piste ciclabili che ciclisti sul marciapiedi;

b) in tutta Europa le piste si fanno prendendo pezzettini di marciapiedi.

Ciclisti e pedoni rappresentino la mobilità “dolce”, e che dovrebbero pensare a fare blocco unico contro la prepotenza, istituzionale e no, delle automobili.

La prepotenza non istituzionale è la sosta selvaggia, con la non interferenza, se non la benevolenza, delle autorità.

E' un semplice baratto: ho sbagliato programmazione e politica dei trasporti pubblici, per indennizzarti chiudo un occhio sulla sosta selvaggia.

Vedi le foto allegate, di un marciapiedi interamente occupato dalle auto, che potrebbe essere usato come pista ciclabile per “risalire” un senso unico. Che succede se ci si fermano le auto?

Basta poi guarda lo stesso marciapiedi cento metri più giù, dove le auto non possono salirvi sopra. Allora, perchè non dividerci la strada, di qua le bicic, dall'altra parte i pedoni?

Inoltre la densità delle biciclette è così bassa che non rappresenta un vero problema.


La prepotenza istituzionale è la conversione dei marciapiedi al parcheggio legale.

Viale Regina Margherita, Via Merulana: è pieno di posti dove i marciapiedi sono stati tagliati per fare posto alla sosta, e lì non è possibile tornare indietro.

Infatti per riconvertire gli spazi di parcheggio a marciapedi o piste ciclabili i residenti cominciano a protestare perché si perdono posti auto… e non che i posti auto sono stati fatti sottraendo posto alle piste ciclabili.

In definitiva, caro signor Pedone, credo che a Roma abbiamo seri problemi a difenderci dalla tracotanza di motori a due e quattro ruote. Se si fa qualche marciapiedi a uso promiscuo non è un dramma.

E si ricordi che l’unico metodo per riconquistare la città alle auto è espandere l’uso della bicicletta, in quanto spostarsi camminando è comunque considerato da tutti troppo lento per poter essere preso in considerazione quale mezzo di spostamento di massa.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

"mi pare che ci siano molti più pedoni sulle piste ciclabili che ciclisti sul marciapiedi"

Da pedone/ciclista/pedone ti do assolutissimamente ragione!
Bisogna dire anche che di marciapiedi transitabili anche solo per i pedoni ce ne sono pochi e mal messi, a volte troppo stretti per far passare due persone affiancate.
Quelli belli larghi invece vengono posizionati stranamente là dove di passaggio pedonale ce n'é poco e quindi risultano deserti.
Infine dove si trova uno spazietto comodo per costruire una ciclabile, ecco che logicamente i pedoni ne vengono attratti in quanto il marciapiede classico ormai é sentito più come zona per parcheggio abusivo, bancarella selvaggia o spazio per piazzarci i secchioni.
Al pedone non resta quindi che rifugiarsi sulle ciclabili.
Detto tutto ciò, ben venga anche la ciclabile in condivisione con i pedoni (basta che non si piazzino proprio nel mezzo come la classica gallina che segue la striscia disegnata!!), ma questo non significa che bisogna rinunciare alla strada.
Senza grandi interventi strutturali, senza investire soldi pubblici, senza nessun intervento divino... solo una cosa basterebbe a rendere una città come Roma in un paradiso: il rispetto reciproco e delle regole.

Mamaa

Lug il Marziano ha detto...

Mamaa,
se una commentatrice a-do-ra-bi-le, oltre che molto acuta.