venerdì 2 aprile 2010

Quando si parla di aborto non riesco a non pensare al bike sharing...

Quest’ultimo scorcio di campagna elettorale mi ha fatto ritornare indietro alle lezioni di religione del nostro caro preside. E infatti, come se non fossero bastati i richiami pre-elettorali, a pochi minuti dalle elezioni (vinte) scoppia la fiera dell’irrilevante.

Invece di pensare a tutti i problemi da risolvere che li attendono due Governatori, forse confondendo il proprio ruolo con quello di ginecologo, si scagliano contro la pillola abortiva. Per fortuna la Polverini certe cose non le ha mai neanche dette, per non dire pensate.

Sarà per le scuole fatte dai preti, ma io rimango sempre stupito di come persone adulte e in possesso delle proprie facoltà mentali (almeno sembra) possano essere prese da certi temi, per non dire come possano prendere sul serio le autorità religiose. Mistero!

Ma tornando all’aborto, quando lo si cita, penso sempre al bike sharing. In effetti è ormai moltissimo che la gestazione va avanti, ma il momento del parto di un vero bike-sharing non arriva mai.

Tralasciando il problema della tariffazione, l’embrione cresce a poco a poco. Si aggiungicchia una stazione qui ed una la’… Per carità, un piano non è noto. Magari in 8-10 anni si arriva anche a coprire il 70% della rete (sarebbe un bel record se il bike-sharing contendesse alla metro la palma della lentezza dell'espansione!).

In effetti, in una città con poca metropolitana come Roma, il bike sharing potrebbe avere il ruolo di moltiplicatore dell’utilità della linea. Basterebbe posizionare una postazione per fermata della metro, e attorno a questa altre tre o quattro postazioni per servire il territorio. Con 3 o 4 km di raggio (10-15 minuti di bici) si avrebbe un aumento enorme dell’area di copertura della metro.

Includendo nella lista anche le stazioni ferroviarie (che a Roma sono un bel po’) e i grandi capolinea dei bus, si arriverebbe ad una rete in grado di moltiplicare di parecchio l’utilità del trasporto pubblico, invece di servire solo il centro storico, come è adesso. Per non dire di qualche pista ciclabile “ad-hoc”

Invece io non credo che il trasporto delle bici sulla metro possa avere un grande ruolo. Infatti è un po’ una contraddizione in termini (a Termini…): se la densità dei passeggeri è così bassa da poter piazzare la bici sul convoglio, evidentemente la metro non serve…

Magari si riuscirà a rosicchiare qualcosa fuori dalle ore di punta, ma su metropolitane dove neanche il normale passeggero riesce a salire, piazzare la bicicletta la vedo proprio dura!

4 commenti:

Mammifero bipede ha detto...

Sono d'accordo con te che la soluzione intermodale per eccellenza non può prevedere il trasporto massivo di bici sui mezzi pubblici, quantomeno non di bici "tradizionali" (per questo mi sono preso una Brompton!).
Inoltre andrebbero riviste anche le vetture, pensando a soluzioni (p.e. con sedili reclinabili, o spazi senza sedili come sulla metro B) che consentirebbero un trasporto meno "conflittuale"... ma pur sempre in numero limitato.
Però, ad esclusione delle ore di punta, ci sono diversi orari in cui il trasporto di biciclette non è "una follia", o almeno è quello che pensano all'estero.

Portare la gente, anche chi non va in bici, a ripensare l'idea di bicicletta, a riscoprirne le potenzialità, passa anche attraverso una maggior visibilità di questo veicolo... ed il trasporto sui mezzi pubblici è uno dei canali a disposizione.

Sul "Bike sharing alla romana" taccio per pudore.

Lug il Marziano ha detto...

Certo, il problema è creare un servizio affidabile.

A Bruxelles le bici si possono portare fuori dagli orari di punta, ma lì la metro non h'ho mai vista stipata...

Anonimo ha detto...

se il bike-sharing fosse decente non ci sarebbe nemmeno il bisogno di comprarsi una pieghevole. Stiamo a vedere l'esempio di milano,se avrà successo lì si potra sperare qualcosa a roma. condivido l'idea di chi dice che il bike-sharing debba essere la priorità e tutto il resto verrà a seguire.

Lug il Marziano ha detto...

Il bike-sharing è il paradigma della bici a Roma, ovvero se destinata ad assumere un ruolo tattico o strategico.

Avrà un ruolo strategico se le verrà assegnato quello di prolungamento del mezzo su rotaia... ma allora significa bici in tutte le stazioni, cosa non prevista ne' prevedibile.

Ma la stessa cosa è per le piste ciclabili. Vedremo il nuovo piano della ciclabilità.