lunedì 31 dicembre 2018

Virgi'... "si l'ammazzi pareggi"

"si l'ammazzi pareggi" E' una battuta da una vecchia barzelletta romana, che racconta di un pugile che durante un incontro ne prende tante, ma tante. 

Malgrado le botte, ritornato al proprio angolo chiede all'allenatore: "come sto andando?" e quello gli risponde, romanaccio di palestra di borgata  "Aho', si l'ammazzi pareggi". 


Come a dire: ti ha massacrato e adesso, anche se lo uccidi, al massimo vai pari a patta.


Ora la ns sindaca ha appena doppiato la meta' del suo mandato senza risultati apprezzabili, e con tutti gli indici cittadini al nero.


A parte la perdita di posizione nelle varie classifiche sulla vivibilita', che comunque lasciano il tempo che trovano, la citta' sta ormai da tempo su una china discendente che sembra irreversibile. 


Nessuno si aspettava che la Sindaca risanasse la citta' con pochi colpi di bacchetta magica, ma i segni del declino sono chiari, e le forze produttive stanno scappando a gambe levate da una citta' dove e' sempre piu' difficile lavorare.


Alcuni elementi, non tutti, ma per me i piu' significativi:


Quanti lavorano veramente al comune?
I dati pubblicati dal Comune per il 2017, riportati in un articolo dal Messaggero, dicono che in media ogni dipendente comunale ha fatto 27 giorni d'assenza giustificata, in crescendo rispetto al 2016 (24). Sono percentuali mostruose, se sommate queste assenze alle ferie abbiamo tre mesi di non lavoro a dipendente, come media

Lo credo che le cose non si fanno, e per avere una carta d'identita' ci vogliono mesi. Vediamo i dati del 2018.

ATAC... e' bene non averne bisogno
Il 2018 ha visto un ulteriore crollo dei km percorsi dai bus rispetto al contratto di programma, e soprattutto dalla metro, dove non e' questione di traffico, ma solo di qualita' della gestione. La puntualita' lasciamo perdere.

Essendo ATAC di proprieta' del Comune, per il cittadino romano quelli sono soldi e prestazioni persi e basta. Infatti qualunque penale inflitta all'ATAC e' una penale inflitta a se' stessi, inutile e controproduttiva.

Pero' anche l'ATAC e' un feudo elettorale e quindi intoccabile. 

Chi puo' prende il mezzo privato, auto, scooter o bici. E infatti..

Lunga vita all'auto, Bye bye Metro
Mentre Milano si becca 900 milioni dalla finanziaria per la loro 5nta linea di metro, a Roma a malapena "completeremo" la C, e non si parla ne' di chiusura dell'anello ferroviario, ne' di continuare con la linea D ne' di prolungare le linee esistenti. 

Una catastrofe irreparabile, come ha insegnato la storia degli ultimi 40 anni. Per quanto costosissime e difficili da realizzare, le linee di metropolitana sono l'unico vero rimedio per ridare produttivita' ad una citta' dalla quale tutte le forze produttive stanno fuggendo.

Pero' ATAC e' contenta, perche' con la metro non puoi impapocchiare, si accorogono tutti quando sei incapace a gestire. Meglio giocare con tram e bus, anche se a Roma servono a poco.

Incidentalita' altissima
Girare per Roma non e' solo sempre piu' difficile, ma anche sempre piu' pericoloso. Anche il semplice andare a piedi, visti gli investimenti pedonali. 

Ora noi Romani facciamo la nostra parte, ma la Polizia di Roma Capitale fa del suo meglio per evitare di interferire con i comportamenti pericolosi degli utenti della strada e di fronte ad un peggioramento costante non viene lanciato alcun piano di azione per recuperare lo stato delle cose.

Non sara' che anche i Vigili Urbani si sono riscoperti feudo elettorale?

Grandi Progetti 0 carbonella
Vi ricordate lo stadio della Roma, le torri dell'EUR e tutto cio' che fu bloccato (oltre alla Metro C) dall'inizio di questa amministrazione? Tutto giace... e chi vive si da' pace.


AMA
L'AMA ci odia. Bello slogan, ma perche' ci dovrebbe odiare AMA?

L'AMA ci odia perche' continuiamo a sporcargli la citta'. 

Quindi hanno ragione a detestarci. 

Perche' se non ci fossimo noi potrebbero tranquillamente stare a casa a godersi lo stipendio. Stipendio che evidentemente che noi dobbiamo pagare e loro ricevere a prescindere.

L'incrocio tra lo stato pietoso della citta' e l'entita' delle tariffe pagate rende il tutto ancora piu' difficile da trangugiare. 

Mentre in AMA non si capisce quanta gente sia esentata dal servizio attivo, ovvero che sta li' a non fare nulla. 

Ammesso che al lavoro ci vada, alla fine la pulizia dei marciapiedi  "e' sempre piu' affidata" agli immigrati che si vogliono integrare e che con pochi colpi di scopa riescono nell'impresa apparentemente impossibile di mantenerli puliti. 

Ma l'AMA e' un altro feudo elettorale, guai a ripetere l'errore di Marino di cercare di stanarli.

Ciclo dei Rifiuti
La differenziata e' ritornata al palo, difficile capire in quale mucchio devi buttare la carta... si perche' i cassonetti in genere sono strapieni.

A parte l'attenzione zero dedicata alla differenziata da parte di chi si oppone strenuamente alla realizzazione di termovalorizzatori, la monnezza da qualche parte la devi mettere. 

Continuiamo a spendere cifre importanti, che potrebbero portare lavoro e benessere al territorio, facendo smaltire la nostra monnezza altrove.

Pessimo esempio, bassa moralita', massima incapacita'.

2019 Anno del Riscatto 
La situazione e' oggettivamente nera in termini generali. 

Tanto che la stessa sindaca ha dovuto ammettere che le cose non vanno bene, ma tranquilli il 2019 sara' l'anno del riscatto.

Pero' per recuperare la situazione non si vedono strategie degne di questo nome. Qualche pannicello qua' e la', qualche bella, questo va detto,  bikelane per noi ciclisti, ma niente di strategico, niente che faccia pensare a qualcosa di risolutivo, ad una strada per la quale Roma possa guardare al futuro.

Virginia, hai fatto talmente tanto male che pure se nel 2019 diventi il miglior sindaco del mondo al massimo pareggi.

E magari succedesse.

Tanti auguri per il 2019, ma ho paura che per quanto riguarda questa citta' avra' un sapore alquanto amaro.

venerdì 21 dicembre 2018

Facciamoci male PRIMA delle feste... la sindrome del SUV impazzito (Mad SUV syndrome)

Il periodo che va dall'8 al 23 dicembre porta la follia automobilistica e dei furgoni consegna.

Alla faccia di Amazon e degli acquisti on-line la citta' si riempie di auto, anche nei giorni festivi, e tutti diventano nervosissimi perche' in pratica con le auto non si marcia piu'.

Le cause possono essere diversissime, ma c'e' comunque una febbre del Natale, inclusa la necessita' di presenziare alle varie recite (c'e' chi salta addirittura gli auguri del Presidente) che e'generalmente il motivo per il quale anche i piu' convinti utenti del mezzo pubblico lo abbandonano, pensando che se prendono una volta tanto l'auto alla fine se lo meritano.

Sarebbe vero, ma non risolve il problema, anzi...

Oppure se la sera sei invitato da qualche parte e pensi di utilizzare l'auto per tornare a casa dopo la cena o l'aperitivo.

Questo dimostra quanto la rete di mezzi pubblici continui ad essere insufficiente, e alla fine non permette la necessaria flessibilita'. Per tantissimi motivi.

Ma noi che rimaniamo in bici?

Beh... e' un mese di cautela e attenzione.

Innanzitutto il traffico e' cosi' agglutinato che influenza anche la velocita' della bicicletta... difficile passare tra auto e auto nelle code chilometriche ad ogni semaforo.

Poi ci sono i furgoni fermi ad ogni incrocio, passaggio stretto, lavori in corso, strisce pedonali, etc. Ovviamente non si fidano a fermarsi dove non danno fastidio, vogliono la compagnia degli altri utenti della strada.

Ma la cosa piu' temibile e' la Mad SUV Syndrom', ovvero quel tipico disturbo della velocita' che prende auto, moto, SUV, camper, bus, autocisterne e betoniere, che dopo aver passato ore a passo d'uomo, come trovano 50 metri liberi schizzano in avanti a tutta velocita'.

La cosa e' terribile, totalmente improvvisa, tanto che i poveri autisti di questi mezzi neanche fanno in tempo a pigiare il freno. Li vedi terrorizzati dentro a cabina con la faccia che dice... "oddio che sta succedendo non sto pigiando l'acceleratore".

Le crisi si scatenano in particolare quando la strada e' libera e  il semaforo comincia a gialleggiare... allora il povero mezzo impazzisce definitivamente  scatta in avanti e finisce a passare con il rosso pieno, chi c'e' c'e'  prima del o in mezzo all'incrocio. Amen.

Per questo sto attentissimo e non mi fido del semaforo che diventa verde... guardo bene attento che tutti si siano fermati e solo dopo passo. Scusate la prudenza.

La cosa strana e' che anche le bici sembrano prese da tale sindrome... prende alla vista delle strisce pedonali, che vengono infilate come se i pedoni fossero ectoplasmi e potessero essere attraversati senza danno.

Dopodiche' quando finalmente anche tu trovi un passaggio libero... banf, uno o piu' pedoni spersi anche loro sull'asfalto momentaneamente privo di auto...

Qui e' tutto, a voi la linea, studio.

domenica 16 dicembre 2018

E' con la metro, non con la bici, che si libera Roma dalle auto


Un po’ di tempo fa ho letto un post dove ci si chiedeva se Salvaciclisti non sia piu’ orientato a contrastare le auto che a promuovere la sicurezza ciclisti.

Il post testimonia che non sono il solo ad avere questa impressione, e ce l’ho da parecchio tempo, direi sin dall’inizio.

Diciamo che Salvaciclisti italiano vede nell’auto il nemico della bicicletta tout-court, senza magari contare che l’originale #saveourcyclists  inglese nacque per un problema (orribile) di ciclisti schiacciati dai  lorries, gli autotreni.

Problema che peraltro nella sua dimensione sembrerebbe confinato al Regno Unito (mi rendo conto che nell’Italia attuale queste precisazioni assomiglino a pipincate, ma nel mondo della sicurezza se vuoi risolvere i problemi reali bisogna essere rigorosi).

Oddio, sicuramente se non ci fossero automobili la bicicletta sarebbe più sicura, ma e’ anche vero che una cosa è condividere la strada con le auto in maniera sicura, un’altra (cercare di) spazzare via le auto dalle strade, cosa che,  ammesso che sia fattibile, richiede un approccio estremamente piu’ robusto, sia dal punto di vista politico e concreto. Nel frattempo anche gli automobilisti  buoni,  quelli che non ce l’hanno di principio con le biciclette, potrebbero cominciare a metterti anche loro i bastoni tra le ruote... e allora e' finita.

Comunque, in termini pratici abbiamo che un conto e’ combattere l’abuso dell’auto, un conto è combatterne l’uso. E prima di decidere cosa combattere, tanto per pipincare un altro pochino,  proviamo a fare una classifica dei concetti di uso e abuso.

Nella migliore tradizione regolamentare, vediamo di avere una definizione dei termini “uso” e “abuso”:

uso: L'adoprare: inteso come ‘funzione’

abuso: Uso eccessivo, illecito o arbitrario.

Basta prendere le definizioni per capire subito che combattere l’abuso è molto più naturale, immediato, politicamente difendibile, e certamente piu’ semplice. Proprio perche’ e’ abuso.

Per non rischiare di criminalizzare l’uso  dobbiamo innanzitutto partire dal fatto che ognuno sceglie il mezzo di trasporto piu’ adatto alle proprie esigenze, in termini di collegamento, orari, tempo di trasferimento, comfort e costo del trasporto.

Magari non in quest’ordine necessariamente, ma di sicuro per andare da A a B deve esistere un mezzo che ti ci porta all’ora che vuoi andarci tu, e con un adeguato livelle di sicurezza.

Dopodiche’ viene il costo (devo poter pagare la tratta) il tempo di percorrenza e il confort di viaggio. E ancora dopo vengono altre categorie di preferenza, un po’ meno legate al concetto di spostamento, tipo la privacy del mezzo individuale, che pero’ non va sottovalutata nelle scelte fatte dalle persone.

Possiamo dire che l’uso legittimo di un mezzo di trasporto, e quindi della macchina,  si ha quando questo mezzo e’ migliore in una o una combinazione   di queste categorie. Che pero’ ognuno si sceglie   liberamente come crede.                                                                                                             

E l’abuso? Beh, innanzitutto io vedo un primo tipo di abuso, che chiamerei “abuso funzionale”, ovvero quando un mezzo di trasporto non e’ in realta’ conveniente rispetto ad altri modi di spostarsi, per esempio a piedi, ma viene utilizzato lo stesso. L’andare dal tabaccaio 200 metri più in la’ con la macchina e’ il piu’ classico degli esempi.

Accanto a questo vi è una forma di abuso molto piu’ grave, quello regolamentare, ovvero quando l’uso della macchina, conveniente o meno,  e’ legato alla violazione di qualche norma. Per rimanere all’esempio precedente, lasciare la macchina in seconda fila mentre si comprano le sigarette perche’ non c’e’ posto di fronte al tabaccaio.

A Roma la sosta irregolare e’ una delle forme piu’ diffuse di abuso regolamentare… ve ne sono altre anche piu’ pericolose o fastidiose:

-       l’eccesso di velocità
-       la guida in stato di ebbrezza
-       l’uso del telefonino alla guida

e in genere le violazioni al codice della strada.

Per me la lotta alle auto, a Roma ed in gran parte dell’Italia, è prima di tutto lotta all’abuso regolamentare, che alla fine si tratta solo di avere quello che ci e’ gia’ dovuto come cittadini.

Prendiamo il centro storico di Roma. Anche con la poca pedonalizzazione che abbiamo, entraci e’ comunque  piu’ difficile. Ma se oltre alla ZTL il Municipio fosse efficace nel contrastare la sosta irregolare, praticamente la sera nessuno ci andrebbe

Dopodiche’, una volta compressa l’area dell’abuso regolamentare, si puo’ passare a comprimere l’area dell’abuso funzionale ma solo dopo averla fatta espandere a spese dell’area dell’uso.

Ma siamo matti ? Che vuol dire? Vuol dire che partiamo da una considerazione molto semplice. A Roma treni, metro, tram, linee dirette, linee espresse sono sempre piene da scoppiare. Questo significa che la domanda di trasporto pubblico di qualità e’ forte, fortissima e in gran parte insoddisfatta. C’e’ un sacco di gente che vorrebbe lasciare a casa l’auto e non puo’.

E quindi la prima cosa da fare se vogliamo combattere le automobili non è espandere l’uso delle biciclette, ma la famosa cura del ferro di Tocci, treni e metropolitane. Il tram puo’ essere un miglioramento rispetto al bus, ma le distanze e le quantità in gioco a Roma richiedono ben altri mezzi.

In questo modo si espande l’area dell’abuso funzionale dell’auto, ma stavolta a danno dell’area dell’uso.  Ovvero ne fai crollare la convenienza in termini di mezzo di trasporto…

Dopodiche’ diventa molto più semplice dire alle persone non prendere l’auto, o addirittura, non ti comprare l’auto, o almeno non ti comprare una seconda auto.

In una citta’ come Roma credo proprio che la lotta strategica all’auto come mezzo di trasporto (non come hobby) la si faccia soprattutto con il trasporto pubblico di qualità.

Cari amici ciclisti, in una citta' cosi' grande e affollata la bicicletta puo’ avere un ruolo al massimo tattico. Se pensate di sostituire metro A e B con biciclette vi trovereste un mega ingorgo ciclistico e comunque problemi spaventevoli di parcheggio, come a Stoccolma.

E’ con la metro che si libera Roma dalle macchine, non con il pedale. Peccato che la Raggi faccia finta di non capirlo e continui a proporre palliativi inefficaci, invece di espandere la rete ferroviaria e metropolitana.

Quindi  va benissimo fare piste e corsie ciclabili per aumentare l'uso della bici, ed e' necessario stroncare la sosta irregolare e piazzare autovelox per contenere lo strapotere delle auto. Ma senza una serie rete di metropolitane il sogno di una Roma liberata dalle auto rimarra' tale.

sabato 8 dicembre 2018

Campidoglion, abbiamo un problema...

Leggendo a pezzi e bocconi la cronaca locale, si direbbe che abbiamo sperimentato un'impressionante sequela di incidenti che hanno ucciso o ferito ciclisti.

Houston, we got a problem (Apollo 13).

Purtroppo tra riconoscere di avere un problema e individuarne la causa  ce ne passa, e parecchio.

Se di notte tutti i cani sembrano grigi, andare a capire perche' veramente sono successe certe cose e' tutta un'altra storia.

Per esempio negli ultimi quindici giorni ho visto due occasioni nelle quali l'autista del bus o del pullman ha letteralmente salvato la vita al ciclista che aveva fatto manovre (tra le quali passare con il rosso pieno) da suicidio totale.

Perche' anche questo va detto, non e' che tutti i ciclisti portino la bicicletta con senso di responsabilita'. E il tipo di mezzo cosi' leggero ed esposto certi errori di guida semplicemente non li perdona.

Detto questo, e parlando di una soluzione a prescindere,  a Roma il primo problema, certamente storico, ma che si e' sempre piu' aggravato con il passare del tempo, e' che ognuno fa quello che vuole e, passaggio con il rosso a parte, rimane impunito.

Quindi la prima cosa da fare sarebbe quella di riportare ordine nella circolazione, a cominciare dalla velocita',  che e' la causa di un numero enorme di incidenti.

Non per niente gli ultimi casi di investimento di ciclisti si sono verificati la mattina presto, quando tutti corrono per andare dove devono andare prima che salga il traffico. Il resto viene da se'.

Per fortuna sembra che l'Amministrazione, dall'iniziale volonta' di non mettere le mani nelle tasche dei cittadini, stia cominciando a capire. Leggevo su un articolo su Romatoday  (articolo che pero' che non riesco a rintracciare) che si pensa ad un tutor nella galleria Giovanni XXIII e autovelox sulle consolari.

Saremo ad una svolta finalmente? Forse... ma intanto gli Autovelox installati da Marino sulla Colombo languono.

mercoledì 21 novembre 2018

Ecologgica li ... tua!

Il raffinato titolo di questo post e' stato scelto dopo un'attenta selezione tra messaggi di tendenza e comunque in fase con le forze positive che vibrano nell'atmosfera romana. Prima di continuare permettetemi un tributo al secondo classificato Ecologica 'sto c***o, sempre molto in linea ma un tantino meno romana. E veniamo al dunque.

Il 18 novembre si e' celebrata un'altra delle domeniche ecologiche di Roma. Ecologgica li ... tua, infatti piu' che una domenica ecologica sembrava un lunedi' con poco trafficoNon per niente questo blog, ai tempi del Commissario, aveva gia' avuto modo di esprimersi contro la presente modalita',  assolutamente non imputabile all'amministrazione pentastellata.

Tra GPL, ibride, elettriche, CD, taxi, bus, auto governative, ancora una volta ci siamo trovati di fronte ad una quantità di macchine non inferiore a quella di una normale domenica.  Debbo dire che anche io, da quando ho installato il GPL non mi curo piu' di tanto di queste occasioni. Di ecologico c'era solo un rarissimo esemplare di bus 63, una vera rarita' fotografata da una torma di appassionati di razze in via di estinzione.

Appia Antica presidiata
L'unico aspetto positivo, e questo e' veramente positivo, il ritorno dei pizzardoni all'imbocco dell'Appia antica, che ha tenuto l'area sgombra come da molto non lo ricordavo, a parte una Porsche che e' passata, pero' a distanza di sicurezza, ma almeno a 120 sui sampietrini.  Mettiamo autovelox anche sull'Appia Antica!

Le cateratte delle auto
Il guaio e' che tra le 12:30 e le 16:30 si sono aperte le cateratte delle auto, e tutto l'inquinamento risparmiato e' stato restituito all'atmosfera della citta', con gli interessi. Su questo mancano i dati rilevati, in compenso le testimonianze sono convergenti.

Passando sui Lungoteveri (Perche' fare la pista quando il Lungotevere e' libero?) sembrava un normale giorno lavorativo. Ingorgo permanente.

Varchi non attivi
In tutto questo spiccavano i varchi non attivi... insomma, se stiamo parlando di domenica ecologica, vogliamo tenere le ZTL libere dalle auto? Eh, voi che dite?

Cui prodest?
Ma insomma a che serve 'sta pajacciata? Chi ci guadagna?

Innanzitutto serve a rompere le scatole a quelli che a Roma non ci vogliono stare.

Infatti il blocco parte alle 7 e 30. Bene... ma quante macchine circolano a quell'ora? O chi lavora o qualche appassionato di natura che lascia la citta' per andare fuori Roma. In tutto poche centinaia di auto, ammesso che si arrivi a tanto. Poi se sei uscito fuori Roma, non puoi piu' tornare fino a dopo le 20:30.

Il mio animo laico aveva pensato che la misura fosse a beneficio dei partecipanti alle messe domenicali, ma l'orario di apertura alle 12:30 esclude qualunque possibilità.

Alla fine serve, o dovrebbe servire,  ai soli ristoratori, o alcuni dei loro clienti, per arrivare al ristorante in auto.

Ai ristoratori non so nemmeno, in quanto una chiusura pedonale favorirebbe (a mio parere) un afflusso record di pedoni a tutti i ristoranti.Casomai il problema puo' sorgere nel caso di domenica di pioggia. Di sicuro serve ad un po' di clienti che non possono sopportare di fare qualcosa di diverso una volta tanto. Compreso prendere un taxi.

E per finire... Le Zavorrine!
Dopodiche' la sera, guardando un TG Regionale, scopro che era anche la giornata delle vittime della strada. Lo scopro guardando una manifestazione a Piazza del Popolo.

Beh cazzo, per esempio noi ciclisti siamo vittime della strada, tutti i giorni.

E invece no. La manifestazione inquadra tutta una serie di danze che si svolgono in un cerchio delimitato -inequivocabilmente- da moto stile corsa.

Ohibo'. Tutti i personaggi che non siano danzatrici, o che flashmobbino buttandosi sui sampietrini,  sono vestiti in tuta di pelle e bandana sottocasco senzacasco. Doppiohibo'

Parla una mamma in maniera davvero straziante del figlio morto. La gente deve imparare a guidare, perche' mio figlio e' morto con la moto per evitare una macchina che aveva sbandato (Ha ragione,  purtroppo capita. Da padre di motociclista sono ovviamente in pensiero, ma troppo spesso la moto viaggia a velocità pericolose. Signora, a quanto andava suo figlio?).

In chiusura interviene un tizio in tuta di pelle, sempre sfondo moto stile corsa. Avete presente quelle moto che tu te ne vai tranquillo in bici e loro giocano al gran premio sulla stessa strada... ci siamo capiti no?

Bene... Nooo perche' io je dico sempre che l'importante e' torna' a casa vivi. Siii', l'importante e' tornar' a casa vivi. Loro e le zavorrine. Si' perche' cosi' le chiamiamo le ragazze che stanno appolliatate dietro, le zavorrine.

Povere vittime della strada.

Ecologgica li... tua!

domenica 18 novembre 2018

Lascia il Bus e prendi la macchina... i cordoli alla prova del natale.

Secondo me l'argomento piu' difficile da trattare per un sindaco di Roma e' l'eccesso di automobili nella citta'.

Se vi ricordate gli ultimi tempi della giunta Marino, l'assessore killer (della giunta) Esposito, durante un incontro con le associazioni dei ciclisti, disse che "Dire che a Roma ci sono troppe auto e' fare ideologia".

Purtroppo non e' ideologia, ma geometria. A Roma ci sono troppe auto rispetto ai parcheggi disponibili, quindi prima o poi un aggiustamento della situazione, il famoso scoppio della bolla, dovra' avvenire.

Ora una delle prime mosse sensate dell'amministrazione Raggi, a oltre due anni dal suo insediamento, e' stato l'aver rinforzato alcune delle preferenziali esistenti con cordoli.

Questo allo scopo di evitarne la violazione di convenienza o necessita', come per esempio a Viale Libia (includendo tutto l'asse da Piazza Gondar a Piazza Annibaliano) dove la corsia normale era utilizzata per la sosta in doppia fila e quindi le auto erano costrette a circolare sulla preferenziale.

Bene, lasciando perdere per quale motivo adesso che c'e' una ricca metro B1 che scorre esattamente sotto il tracciato si debbano avere tanti bus in superficie, perche' per esempio non attestare l'80 a Piazza Annibaliano, il provvedimento e' stato efficace. Come venne fatto di fronte al re del Tiramisu' (che peraltro dopo tante storie e' ancora li').

Niente sosta in doppia fila, autobus abbastanza veloci, biciclette nella preferenziale (io avrei ristretto la strada ad una sola corsia, allargato i marciapiedi e fatto di Viale Libia un viale un viale da passeggio... ma non c'e' stato il coraggio o la lungimiranza).

Chi ci sta "rimettendo"? A loro dire i commercianti che hanno perso tutta la clientela abituata a fermarsi in seconda fila. D'altra parte era da aspettarselo, quindi la seconda tranche della mossa e' mettere a pagamento i posti anche per i residenti, in modo da tenerli disponibili per chi viene a fare le compere.

Giusto, giustissimo, saranno a pagamento dalle 10 alle 18 anche per i residenti. Pero' solo i giorni lavorativi, quindi sotto le feste, quando i negozi rimangono aperti e  si fanno le compere soprattutto sabato e domenica, il provvedimento non vale. Evidentemente c'e' stata l'idea di non mettere troppo sale sulle ferite. Quello che fa ridere e' come l'ha messa giu' l'assessore (Quotato da Romatoday).

Prima la citazione giusta:
Strisce blu a pagamento anche per i residenti: dove, da quando, perché
"Se vogliamo rendere questa città un luogo leggermente migliore, più sano, vivibile, sicuro, ognuno deve rinunciare a un pezzettino (ma proprio piccolo) di comodità individuale".

Giusto, giustissimo. Ma poi:

Strisce blu a pagamento anche per i residenti: dove, da quando, perché
"Innanzitutto chiariamo la proposta (che potrebbe essere sperimentata nel periodo natalizio)- spiega Stefàno- dalle 10 alle 18 (o 19), solo i giorni feriali, i residenti non saranno esentati dal pagamento della sosta tariffata esclusivamente negli assi menzionati (nelle vie limitrofe, parallele, tangenziali, continueranno ad essere mantenute le attuali esenzioni). In sostanza chi usa l'auto quotidianamente neanche si accorgerà della modifica"

Che a leggerla bene, penalizza chi proprio chi lascia la macchina a casa per prendere (per esempio) il bus, la bici, etc.
Quindi e' come se l'assessore stesse dicendo: Prendi la macchina e lascia il bus.
O ragazzi, neanche Esposito c'era riuscito. Neanche con Alemanno... 

lunedì 12 novembre 2018

Raggi 3 Maggi 1

Rispettando i fin troppo facili pronostici della vigilia, i nazionalpopolari con le 5 stelle sul petto hanno battuto i radicalchic 3 a 1 all'\olimpico in una magnifica giornata di sole.

La sconfitta non sembra preoccupare  il Mister radicalchic piu' di tanto. Considerata la consistenza numerica delle due squadre, qualcuno temeva un secco 6 a 0, che pero' non si e' verificato. Anzi.

Anche perche' per i nazionalpopolari le cose erano cominciate ad andare bene gia' dal giorno prima, quando la loro allenatrice aveva scampato una squalifica che l'avrebbe posta fuori gioco per tutto il resto del campionato (quello che poi era successo al suo predecessore). Quindi forti di una rinnovata grinta sono andati in campo.

Malgrado questo hanno vinto ma non stravinto, e non hanno conservato nemmeno la loro rete inviolata.

Peraltro fino al fischio d'inizio tutto sembrava in discesa. Infatti quando la squadra radicalchic, in magliette di Prada e scarpini di Vuitton, diceva privatizzazione, tutti quanti pensavano all'inevitabile aumento delle tariffe.

E se l'aumento delle tariffe in cambio di maggiore efficienza sarebbe stato anche benvenuto per chi ha reddito accettabile, e magari ne vuole produrre altro, per i tanti altri che gravitano su Roma in una condizione di precarieta' e indigenza il servizio deve rimanere cosi' come e'.

A costo zero per le loro tasche, che magari le tasse comunali neanche le pagano. Schema di gioco a catenaccio ampiamente collaudato da generazioni di Romani, e in voga pure con Napoli ai tempi dell'allenatore Masaniello e poi Franceschiello etc. etc.

Malgrado il catenaccio  radicalchic sono andati a segno una volta, cosa impensabile fino all'anno scorso, peraltro al costo di veder la propria rete perforata in contropiede, anche se non tante volte quante ne sarebbe piaciute all'avversario.  Embe' perche' la realta' e' innegabile.

Andando a vedere le singole azioni di gioco, e' chiara la fantasia manovriera dei radicalchic, anche se questa fantasia e' ancora troppo distante dall'efficacia necessaria per vincere un match.

Ogni tanto du' battute alla Marchese del Grillo (io so' io...) non guasterebbero. Da sempre qui si preferiscono i maghi brasiliani a quelli nordeuropei, cosi' da essere sicuri che qualche indulgenza verso i vizi locali possa esserci.

Il catenaccio nazionalpopolare avra' invece sempre piu' difficolta' ad essere replicato, e non certo per mancanza di volonta' dell'allenatore. Il problema e' che il servizio e' sempre peggiore in qualita', tanto che chi deve veramente produrre fa di tutto per passare al mezzo privato, foss'anche la bicicletta.

Il guaio nuovo, e molto recente, e' che non solo la qualita', ma anche la quantita' ha ceduto, in una spirale che ci vede al 20% in meno delle percorrenze da contratto si servizio. E la cosa pesa sui bilanci. Tanto che meno servizio meno soldi, meno soldi meno servizio.

Al tempo stesso la societa' non ha risorse per cambiare gioco e prima o poi dovra' ricorrere alle tasche dei tifosi.

Tutti parlano di biglietto, ma in realta' quelli che sono il buco nero sono gli abbonamenti. Gli abbonati prima o poi dovranno pagare una cifra piu' congrua, se non altro, appunto, perche' il Comune e' rimasto senza soldi puro lui.

Detto questo l'allenatore nazionalpopolare ha incassato la vittoria e promesso il rinnovo del gioco. Purtroppo si e' gia' giocato meta' del primo contratto e quindi non si capisce quando pensa di vincerlo questo scudetto.

O almeno agguantare la Champion.

sabato 10 novembre 2018

Se l'araggi l'adevi aregge n'antropo'

Francamente sono sollevato dalla sentenza di assoluzione... certo perche' il fatto non costituisce reato da' piu' l'idea di un diverbio tra magistrati, che una vera e propria assoluzione (azz... Marino e' stato condannato in appello), comunque tant'e'. Siamo piu' sereni.

Anche perche' dopo tangentopoli, alla redenzione dell'Italia per via giudiziaria non ci credo più.

I riti e le mentalità di tangentopoli erano troppo radicati nel ns modo di pensare e di comportarci per pensare che una grattatina di nomi illustri potesse rinnovare il paese.

All'epoca avevamo gia' tutto. Anche il Travaglio. A quell'epoca il ruolo del Travaglio, l'antitaliano, lo faceva Bocca, che appunto teneva una rubrica nella quale fustigava i costumi della prima repubblica.

Insomma, nulla di nuovo, nulla e' servito, sappiamo come va a finire.

Detto questo vediamo che scenari ci aspettano.

1) Finale western classico
Virginia si rende conto che non ha la stoffa per fare la sindaca. Ora che non e' piu' a rischio  apre il suo cuore si toglie la stella dal petto e si dimette, dedicandosi ad un lavoro normale.

2) Autodafe'
Virginia finalmente fa un autodafe' di questi primi anni di sgoverno cittadino, investe una decina di assessori di provata serietà ed esperienza ed inizia una nuova vita per Roma, fatta di decisioni serie e meditate, politiche lungimiranti, visioni del futuro da città moderna. Roma ritorna Caput Mundi in pochi anni.

3) La Grincha
Virginia si vendica contro i romani, colpevoli di non reggerla più, e da' inizio ad una anti-amministrazione che porta rapidamente Roma sotto il livello di vivibilità. Dico molto piu' rapidamente di quello che è successo fino ad ora.

Insomma, si prende il manuale del perfetto 5stello e lo applica alla lettera. Niente metro, zanzare combattute con metodi omeopatici, etc. etc.

4) Business as usual
Virginia come niente fosse continua lo sgoverno di questi anni, aspettando serenamente che il mandato spiri.


Ovviamente le soluzioni 1 e 2 appaiono fortemente improbabili, la 3 mica tanto, la 4 quella che richiede meno energia e quindi insomma quasi quasi. Probabilmente un misto 85% di quattro, 15% di tre, ma spero proprio di sbagliarmi.

Speratelo tutti.




domenica 4 novembre 2018

El baiklane PASA (Molto piu' bravi a cancellare Blues)



La solerzia mostrata nel cancellare la ciclabile popolare sul ponte Ponte Principe Amedeo di Savoia  Aosta, ormai ponte PASA, fa indispettire parecchio.

Specie se la si confronta con la solerzia nel tappare le buche, rimuovere i rami caduti, o peggio rinfrescare i passaggi pedonali che ormai sopravvivono solo nella memoria dei residenti...

Oh, intendiamoci... non e' che ciascuno arriva e si fa la propria segnaletica... e' chiaro che non possiamo tutti diventare auto-urbanisti e disegnarci stop e sensi unici, o parcheggi come meglio crediamo.

Pero' la piccola bikelane del PASA, che come l'Isola non trovata scompare e riappare, da' chiaramente l'idea di come si potrebbe realizzare una rete di infrastrutture minime ciclistiche senza spendere una fortuna e in modo abbastanza rapido.

Magari, nel caso specifico, avrei preferito una pista sul marciapiedi che continuasse sotto il traforo fino a Via di Porta Cavalleggeri... quella sarebbe stata veramente efficace, anche perche' cosi' si sarebbe potuto immettere nel sistema un po' di contraflow, cosa che a noi ciclisti non fa mai male in una nazione dove il senso unico eccetto biciclette (SUEB) non parte mai.

Ora... ci siamo scontrati ancora una volta con uno di problemi alla base del dissesto romano, peraltro poco trattato dai vari Sindaci, ovvero la scarsa voglia di fare dell'amministrazione, Scarsa voglia che purtroppo si riflette nella scarsa qualità e quantità delle cose fatte.

Solo Marino aveva cercato di tracciare non tanto la quantità, ma anche la qualità del lavoro, per esempio installando il GPS sulle spazzatrici AMA (che cmq non è amministrazione capitolina). E mal glie ne incolse.

 Tra parentesi questo impegno non proprio primario e' anche dimostrato dall'alto tasso di assenze riportato in un articolo del Messaggero, che dimostra come in media un dipendente dell'Amministrazione capitolina faccia 27 giorni d'assenza l'anno.

Un mese dicono loro, ma se sono giorni lavorativi e' quasi un mese e mezzo, miei cari.

Comunque , se nel post di qualche giorno fa lamentavo i dieci milioni e passa spesi per il referendum e non per le piste, e' anche vero che una citta' ciclabile non significa solo fare le piste costose, ma sfruttare quello che c'e' (o che e' in fase di realizzazione) con un po' di fantasia e creatività.

Purtroppo neanche stavolta ci siamo in maniera apprezzabilmente diversa.

D'altra parte è proprio una delle rivoluzioni culturali delle quali abbiamo bisogno. In particolare l'organizzazione e la valorizzazione del lavoro che, dal punto di vista pratico, rimane terribilmente in basso nelle priorità nazionali.

giovedì 1 novembre 2018

In morte di obike

Ragazzi... siamo di nuovo senza bikesharing.

Non credo che moriremo pero'

Ho letto che Obike Italia si e' ritirata dal mercato, seguendo il fallimento della casamadre.

Come ultimo motivo viene citata una percentuale troppo alta di atti di vandalismo e privatizzazione delle sue biciclette.

Percentuale che peraltro non sembrerebbe confortata da dati statistici.

Il bike sharing è una cosa molto comoda se fatto bene, e molte città fanno bene. Frequentando molto Bruxelles, qualche volta, specialmente nei mesi estivi, prendo il Villo! per farmi qualche escursione delle parti più distanti e meno conosciute della città.

Pero' siamo alle solite, le bici sono molto poco attraenti, e alla fine a meno che non vai in discesa, andare a piedi e' concorrenziale. Tanto è vero che mentre all'inizio le bici del Villo! erano frequentissime, adesso solo un ciclista ogni tanto le utilizza.

A Roma mi sono iscritto pure io a obike e, dopo vari tentativi abortiti, sono anche riuscito a prendere le famose biciclette arancioni. Pero' il noleggio non riuscito è diventare ne' un'abitudine ne' una cosa fatta volentieri.

Essendo un utilizzatore abituale della bicicletta, normalmente giro con la mia personale.

Ciononostante l'utilità di un bike sharing e' notevole, soprattutto se a flusso libero.

Ci sono i giorni nei quali non hai la bici (per esempio quando la porti per manutenzione) o perche' non l'hai potuta prendere o non passano i mezzi pubblici. Insomma, malgrado la bicicletta personale, anche io ho un sacco di motivi per servirmi del bike sharing.

Pero'... c'e' sempre un pero'. Vari in questo caso.

La periferia non è servita. Sulla Prenestina l'area delle obike si fermava a Piazzale Prenestino, questo me le rendeva di fatto inutilizzabili per gli spostamenti periferici.

Pero', il pero' piu' grande, anzi un vero e proprio PERO', di piu'... un porompomPEROPERO', riguarda la qualità delle biciclette. Capisco infatti che le bici da bikesharing, e in particolare quelle a flusso libero, non possano avere buone prestazioni altrimenti diventano troppo appetibili ai ladri.

PERO' le obike erano talmente scadenti in termini di prestazioni, da essere addirittura frustranti.

Pensare di andare dalla Prenestina a Termini in obike fa venire i brividi. Anche se lo fai, la velocità e' poco più di quella pedonale, e sudi più del doppio. Non sono, ma non avendo un portapacchi e' anche difficile portarci qualunque cosa che piu' grande del cestino in dotazione, per esempio un piccolo trolley se parti con il treno.

Se poi o scopo è ludico, allora ti godi di più una bella passeggiata... pensare di usarla per andare a Ostia Antica è semplicemente assurdo. A piedi vai un po' piu' piano ma almeno non fatichi in maniera spropositata.

Per quanto mi riguarda, dopo le prime esperienze mi e' proprio passata la voglia,  e io parlo da ciclista abituato a pedalare. Figuriamoci poi chi non pedala abitualmente...

Quindi, alla fine, della conclusione di questo bikesharing di Roma non e' che mi importi piu' di tanto. Rimangono pero' aperte due questioni:

1) Il bikesharing  dovrebbe anche essere ecologico... tutti queste bici inutili di cattiva qualità sono un cumulo enorme di rottami, che sono costate fior di energia per essere fabbricate e costeranno fior di energia per essere smaltite. Bel guadagno ecologico... almeno le vecchie bici del Comune di Roma sono state rubate per essere utilizzate...

2) Ma quale bikesharing ci vuole per Roma? Le finanze del Comune non ci permettono di fare praticamente nulla. D'altra dimensioni e orografia della nostra città chiedono bici di qualità... non mi pare che qualcuno abbia ancora pensato alla soluzione giusta.

C.. mi ero confuso tra obee e obike... vabbe' la sostanza mica cambia







domenica 28 ottobre 2018

Se l'araggi nun l'areggi piu'

Mi dispiace per quella parte dei suoi elettori che sono persone serie e avrebbero meritato un esito migliore…  ma che l’attuale sindaca di Roma non avesse la stoffa per tale compito era chiaro sin dall’inizio.

Come dice Bruce Willis in  last man standing… troppo leggerina.

Non aveva capito con quale impresa si apprestava a cimentarsi.

Ora la manifestazione di sabato 27 ha portato un bel po’ di pariolini ad esprimere il loro estremo disappunto (rabbia e’ forse una parola troppo forte) nei confronti di un’amministrazione che obiettivamente, nei quasi tre anni di mandato, ha ulteriormente peggiorato le gia’ pessime condizioni di una citta’ quasi abbandonata a se’ stessa.

Una citta'  che da Rutelli non ha avuto piu’ sindaci che sapevano cosa stessero facendo.

La manifestazione ha rotto un silenzio doloroso che molti romani hanno tenuto dopo che la citta’ e’ stata consegnata cinicamente a M5S dal PD renziano. MR sta ancora pagando il tradimento fatto agli elettori di Marino, e per quello e’ stato condannato all’esilio politico. Anche se lui fa finta di niente nessuno a Roma lo votera’ piu’.

Per carita', nessuno si aspettava che la citta' si risanasse di colpo con la Bacchetta Raggica... e per questo alla sindaca sono stati concessi due anni di bonus per portare qualche risultato. Ma che ormai il carisma della prima Sindaca di Roma stia a zero lo denota anche il fatto che la manifestazione e’ stata ideata e organizzata da 6 donne.

La manifestazione e’ solo il primo passo del calvario che ci aspetta nei prossimi anni. Infatti, Virginia sta doppiando la meta’ mandato senza aver fatto nulla di concreto per i grandi problemi di Roma e senza dimostrare di averlo capito, se non ci credete guardatevi il suo intervento alla festa M5S del Circo Massimo.

Avendo sconfessato, per crearsi un serbatoio di voti, le poche azioni importanti fatte da Marino, i principali attori della scena romana, AMA, ATAC e Vigili Urbani sono di nuovo allo sfascio.
La ricerca di una fantomatica onesta’ (ma non quella intellettuale per carita’) da usarsi non come guida delle azioni, ma come arma contro i nemici anche interni ha bloccato la contrattualistica pubblica.

Se poi si pensa che una delle sue prime azioni e' stata quella di bloccare l'avanzamento della Metro C...

Coloro che gonfiavano i canotti all’epoca di Marino sembra che non abbiano nemmeno assegnato i contratti per la pulizia delle caditoie dell’acqua (i tombini, NdT). La raccolta dei rifiuti fa passi indietro e il referendum su ATAC testimoniera’ come viene vissuta la faccenda.

Per quanto mi riguarda a livello amministrativo il tanto peggio tanto meglio, cosi' in voga nella contesa politica nazionale, mi fa orrore. Non m’importa il colore del gatto purche’ acchiappi il topo, e a Roma sappiamo quanto di acchiappare i topi se ne senta il bisogno!

A questo punto per Virginia l’unico modo di venirne fuori sarebbe dare il via ad una vera operazione onesta' e ammettere pubblicamente il fallimento e provare a cambiare rotta.

Con un governo amico come l’attuale sarebbe ancora possibile, a patto di lasciare mano libera a quelli che i problemi sono in grado di risolverli sul serio (ammesso che la Lega non intenda subentrarle).

Cominciando da ATAC, AMA e Vigili Urbani. Pero’ per favore basta con le scie chimiche, i no vax e tutte le altre idiozie che M5S ha potuto coltivare tanto era all’opposizione.

Per cui Virginia, grazie per la pista ciclabile, spero che prima di lasciarci tu ne faccia almeno un’altra..
Ma Roma sta affondando e tu sei peggio di Schettino. Quindi torna a bordo, cazzo, o lascia il posto a qualcuno meglio di te.

giovedì 25 ottobre 2018

Lo zio di tutti i referendum... erano meglio le piste!

Sono tanti anni che ci sentiamo dire che a Roma non si possono fare le piste perche' mancano i soldi... salvo poi scoprire che il referndum su ATAC costera' tra i dieci e gli undici milioni di euro, se ricordo bene circa il 33%, un terzo,  della cifra che sarebbe servita a ciclabilizzare Roma ai tempi di Alemanno.


Se permettete ho il diritto di essere un po' incazzato, come tutti i ciclisti, come tutti i romani.

Incazzati non perche' il referendum non sia legittimo. Ma visti i precedenti e' particolarmente inutile.

Dalla mia esperienza professionale avere un fornitore 100% statale ha vantaggi e svantaggi speculari ad averne uno privato. Se da un lato il fornitore statale, o comunale, e' funzionale alla tua politica, dall'altra parte quando va male ti carichi tutte le perdite, e comunque se lo multi (quando non rispetta l'accordo fittizio che ha  con te) multi te stesso.

Un privato invece avra' attenzione ai costi. Pensera' soprattutto, magari non esclusivamente, al proprio tornaconto e quindi se non stai attento a gestirlo non fara' i tuoi interessi.

Dopodiche' la storia dei contratti di Roma Capitale non viene portata ad esempio nei libri di economia liberista... Non solo, ma poi ti tiene per le cose (si', quelle) con l'occupazione... come "mi dai fastidio" licenzio xmila addetti che in realta' non mi servono.

Diciamo la formula pubblica ha invece il piccolo inconveniente che il futuro sindaco puo' fare campagna elettorale promettendo ai dipendenti ATAC (e AMA) vantaggi diretti. Come ha fatto Virginia che ha disfatto quel po' di buono fatto da Marino per far rigare un po' meno storto le suddette.

D'altra parte come potrebbe il privato aggiudicatario non appoggiare politicamente (e finanziariamente) una delle parti in lizza?

Alla fine le due formule sono accomunate da un elemento: funzionano se chi le gestisce sa il fatto proprio, il che non sembra esattamente la fotografi di Roma Capitale.

Insomma, per me il referendum sono solo soldi buttati. L'ATAC e' e rimane un gruppo di persone che porta a spasso autobus, facendo salire e scendere passeggeri, ma senza riuscire a trasformare questa attivita' in un vero servizio.

Lo si vede anche perche' quando gestisce qualcosa di piu' complicato, come tram, ferrovie urbane o metropolitana, che richiedono programmazione, il tutto si sfalda.

Nota: ho scritto queste righe prima dell'incidente sulla scala mobile dei tifosi del CSKA.

D'altra parte cosa aspettarsi da un comune abituato a concedere l'assessorato alla mobilita' a persone poco adatte, ieri Esposito, oggi Linda.

Non ci sono leggi buone per il popolo corrotto.

Detto questo nessuno si pone un problema molto serio, a prescindere. L'abbonamento "a presso pieno" ATAC consente di viaggiare da Cesano a Ostia, tutto l'anno, avanti e dietro a meno di un euro al giorno. E' chiaro che e' un prezzo politico, e che i veri costi sono a carico della collettivita'.

Bene, direte voi, scelta politica. Ma certo, peccato che anche la collettivita' (= Roma Capitale) non riesce a sostenere i costi e sta andando fallita, e pur di nasconderli consente che ATAC anno dopo anno faccia un centinaio di milioni di passivo, passivo che essendo strutturale non e' altro che un trasferimento di perdite dal bilancio del Comune a quello di ATAC.

In tutto questo il "servizio" peggiora, e' sempre piu' difficile farci affidamento e non supporta una vita lavorativa attiva. Se poi sei romani paghi poco il biglietto ma il Comune -appunto- si consuma il tuo reddito in tasse.

Altro che referendum... La prima operazione verita' sarebbe stata quindi quella di stabilire un nuovo costo chilometrico e un criterio chiaro, non politico, per la determinazione delle tariffe.

Per esempio lasciando gli investimenti alla collettivita' ma facendo pagare agli utenti il costo di esercizio, incluse le perdite di ciascun anno.

Certo, in queste condizioni bisogna gestire bene, in quanto non si fa piu' un servizio per indigenti, ma per cittadini attivi. E se vuoi tenere bassi i costi di esercizio i bus devono camminare, quindi via la sosta selvaggia etc. etc. Ahiahiahi.

Quindi... ma che ci referendiamo a fare? Cerchiamo di fare le persone serie.

PS: Io comunque avrei accettato di vendere a Trenitalia. Almeno quelli il fatto loro lo sanno. E avrei fatto un po' di piste ciclabili con quegli undici  (dieci e rotti, pare) milioni.

domenica 21 ottobre 2018

Omicidio Stradale vs Autovelox segnalato

La comunita' ciclista, grazie ai contatti con uno dei maggiori sostenitori del provvedimento, ha seguito abbastanza da vicino le vicende che hanno portato alla promulgazione della legge nota come Omicidio Stradale, peraltro fortemente (e comprensibilmente) voluta dalle associazioni delle vittime della strada.

Piu' recentemente credo che un po' tutti abbiamo avuto un sobbalzo nel sapere che l'omicidio stradale era citato negli avvisi di garanzia per il crollo del Ponte Morandi a Genova.

Ma come, una legge fatta per colpire chi guida imprudentemente usata contro i tecnici stradali? Evidentemente il testo giuridico si presta a questo tipo di uso, secondo me non certo appropriato.

Che poi fosse una di quelle leggi un po' sopra le righe era stato chiaro sin dall'inizio, e peraltro sancito in una dichiarazione, magari piu' un pensiero ad alta voce, che un famoso ex-pm italiano aveva rilasciato a margine di un convegno, che suonava (non e la ricordo testuale) pressappoco cosi': adesso se metti sotto uno, conviene che dici che l'hai fatto apposta che almeno ti puoi prendere le attenuanti..."

Francamente io sono contrario a leggi terribilmente punitive fini a loro stesse, specie quando sono relative a fatti non dolosi. Intendiamoci, se prendi la macchina ubriaco e uccidi qualcuno, vedo una seria affinita' all'omicidio preterintenzionale, ma magari non oltre quello.

Pero' la faccenda di Genova indica che a conti fatti probabilmente le pene sono simili a quelle per strage, che pure loro non dovrebbero essere zuccherini.

Comunque la cosa che mi ha sempre urtato terribilmente e' l'accento tutto italiano sulla punizione e il totale disinteresse per la prevenzione, una cosa che indica una societa' in mano agli avvocati.

Infatti una legge dura come quella dell'omicidio stradale, coesiste in un sistema giuridico nel quale gli autovelox debbono essere tutti segnalati. Perche' mettere un autovelox nascosto sarebbe sleale nei confronti dell'automobilista.

Eppure gli autovelox non segnalati sono molto efficaci. Qualche tempo fa un amico che ci aveva invitato a cena a Bruxelles, riaccompagnandoci a casa si scuso' che andava a 50 all'ora su di uno stradone: Sapete, devo andare piano anche di note perche' ci sono gli autovelox nascosti.

Oddio, l'autovelox in vista ha una sua funzione, ma alla fine le posizioni sono segnalate e riportate sui navigatori. Fossero decine capirei, ma sulla Pontina tra Roma e Latina ce ne sta uno solo per senso di marcia... dico, per una delle strade piu' pericolose d'Italia. Dentro Roma poi il deserto dei tartaraggi.

Ora, che quello che ti ha ammazzato, o storpiato, finisca in galera per un bel po' il resto dei suoi giorni potra' anche essere di aiuto psicologico, ma se gli avessero tolto la patente tre mesi prima di investirti... be' sarebbe stata tutta un'altra cosa... insomma,  ci sarebbero probabilmente (molte) meno vittime della strada.

Ed e' particolare proprio che mentre si sia fatto tanto clamore per l'approvazione di questo provvedimento di repressione, il diritto costituzionale di andare alla velocita' che ti pare rimane garantito.

Vabbe', continuiamo cosi'. Cambiano i suonatori, magari cambia anche il timbro degli strumenti... ma la musica rimane la solita sinfonia italiana.

martedì 16 ottobre 2018

SOS Pedoni (E Ciclisti)

Le cifre descrivono un massacro di pedoni con morti un giorno si’ e un giorno no. Questo visto dall’esterno.

Ma se camminate per le strade di Roma, se vi avventurate ad attraversare sulle strisce pedonali, il brivido potete provarlo in diretta. Addosso.

Eh si’... mentre attraversate vi chiedete: ma quel SUV  (Furgone Bianco, SMART, Mini, Taxi, Bus, scooterone, etc.) che sta accelerando verso di me per spaventarmi e passare prima lui anche se attraverso sulle strisce, l’ha capito che invece di accelerare deve rallentare e fermarsi? In genere lo capisce, e alla fine si ferma, anche se ci sforma e gli da’ fastidio.

Qualche volta no.

E c’e’ pure l’altra faccia della medaglia. Quei pedoni che attraversano dappertutto, dietro le curve, sulle strade veloci, il Raccordo, etc.   addirittura a semaforo verde (per le auto) perche’ tanto si fermano comunque. E quando leggi la cronaca non sai mai se sono quelli di prima o questi. Non sempre ti dicono investito sulle strisce o no…

Insomma, a tutti e’ chiaro che a Roma non si puo’ andare avanti cosi’, la notte e’ nera. Secondo me lo capisce anche Virginia, anche se altrettanto probabilmente non sa come fare ad intervenire, e tantomeno Linda.

Perche’? perche’ hanno sempre vissuto in questa città ai confini (un po’ piu’ in la’) del mondo civile… insomma, quando si parlava di Autovelox dicevano non mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini… i quali hanno il brutto vizio di morire quando vengono investiti, anche se hanno le tasche piene di soldi.

Il guaio e’ che a Roma abbiamo mantenuto il modello culturale di Tombstone, ma senza lo sceriffo Wyatt Earp che tiene almeno un po’ di ordiine. E i nostri cowboy, i piu’ spavaldi di loro, sanno bene che possono fare di tutto. Al massimo rischiano una multa se lasciano la macchina in seconda fila o se passi col rosso, il nostro ultimo totem. Ma quando scatta il verde, è come essere a Monza.

In effetti se vediamo, la figura del vigile che ti fischia quando fai l’infrazione sopravvive solo presso qualche semaforo dove e’ messo per fluidificare il traffico. E quindi, bene o male, quando guidi puoi fare quello che vuoi, purchè non passi con il rosso.

Se io dovessi rimettere ordine in questo casino incomincerei dalla velocità, maledetta velocita’. Il romano ha sempre fretta. Sia che parta in ritardo o che sia per l’ansia che si blocchi il traffico, troppa gente preme sull’acceleratore a tavoletta.

In una matrice di rischio l’aumento della velocità ti fa salire in diagonale verso l’alto a sinistra… aumenta la gravità delle conseguenze e al tempo stesso la probabilità di avere un incidente.

Quindi comincerei a comprare un centinaio di autovelox e a disseminarli per gli stradoni… semplicemente per cominciare a domare i cowboy. Uno che va a 50 sulla Colombo di notte poi tende a fermarsi anche ai passaggi pedonali, non c’e’ dubbio. Gli hai tolto il vizio.

Poi opererei sui passaggi pedonali, tenendoli sempre ben dipinti, e ne solleverei la maggior parte. E  soprattutto li terrei sgombri dalle auto in sosta. Ordine speciale per i vigili urbani, compreso il loro comandante in capo. Quando girate per strada e vedete una macchina in sosta sulle strisce pedonali  lasciate perdere qualunque cosa stiate facendo  e gli fate la multa.

Dopodiche’ farei una squadra di vigili che di mestiere sorvegli i passaggi pedonali. Un’ora a passaggio, in modo da cominciare a fare un po’ di multe a chi poi tutte queste cose non le rispetta.

Last but not least occorre anche cominciare ad operare sui pedoni… embe’ pure loro dovrebbero abituarsi ad attraversare sulle strisce anche quando costa qualche passo in più… nel mondo esistono sia diritti che doveri.

E noi ciclisti?

Noi ciclisti siamo un po’ automobilisti e un po’ pedoni…

Innanzitutto diciamo che tra i ciclisti la buona abitudine di dare la precedenza ai pedoni sulle strisce e’ molto meno diffusa di quanto dovrebbe. Non sono pochi quelli che non ci pensano per niente a fermarsi e dare la precedenza.

Dopodiche’ in quanto ciclisti spesso usiamo le strisce pedonali portando la bici con noi o anche in sella, cosa magari non regolare ma alla fine se fatta con saggezza neanche assurda o pericolosa.

E li’ rischiamo come tutti, ma gli automobilisti non va proprio giu’ il concetto di bici portata a piedi sulle strisce, anche perche’ è una cosa lunga due metri e quindi ti tiene fermo per più tempo.

Infine in quanto utenti non corazzati della strada, rischiamo comunque quando le macchine corrono. In questo momento secondo me è il rischio più grosso e sarebbe ora che Virginia e Linda lo affrontassero.

Con gli autovelox.

domenica 30 settembre 2018

Mo' si' che ci vuole una ciclabbile a Viale Libbia!

Con una mossa molto a favore del trasporto pubblico la Giunta Raggi ha deciso di blindare quelle corsie preferenziali ATAC troppo spesso occupate dalle auto in sosta.

Un po' come e' stato fatto a Via Albalonga per arginare la sosta selvaggia che sbarrava la strada di fronte al tempio dei tiramisu'.

Piu' che altro la mossa non sembra derivi tanto dalla volonta' di avvantaggiare i cittadini che prendono il bus, quanto dalla necessita' di contenere i costi ATAC, per esempio aumentando la velocita' media del trasporto... e quindi proteggendo le corsie preferenziali. Ma non ci importa di che colore e' il gatto fintanto che acchiappa il topo.

La manovra ha toccato anche la preferenziale di Viale Libia, invasa dalle auto in quanto costrette a transitarvi perche' la corsia di marcia viene sempre occupata dalle auto in sosta... FINALMENTE|.

Poi sull'effettiva riuscita della mossa dovremo stare a vedere, in quanto la protezione e' molto parziale e per adesso si ferma (o inizia) a Piazza Annibaliano, mentre la sosta abusiva e' fiorente anche nel tratto fino a Piazza Istria...

Mentre ci si rallegra per il cittadino utent, la posa dei cordoli rende pero' oggettivamente difficile la vita al ciclista.

Infatti prima c'era una sola corsia libera, ma sempre grande e dunque un po' di spazio per il ciclista ci scappava sempre. 

Adesso in entrambe le corsie per il ciclista lo spazio e' risicato. In quella preferenziale, che a Roma e' proibita alle bici, una bici e un bus non ci passano, ma purtroppo lo spazio nell'altra e' anch'esso risicato, e quindi le auto innervosite ti fanno il filo.

Ci vorrebbe quindi uno spazio dedicato alle biciclette, il mitico corridoio centrale che poi potrebbe continuare su Corso Trieste fino alla pista della Nomentana. Per adesso fantascienza, ma magari se  Virginia ci prende gusto... 

La domanda pero' che mi pongo e' perche' a Viale Libia, ormai doppiato dalla metro B1, circolino ancora tanti bus, quasi tanti quanto prima della metro... uno penserebbe per esempio che rimanessero solo linee trasversali, che quelle provenienti dalla periferia si attestassero a Ionio o a Conca d'oro e che l'80 -tanto per dirne una-  originasse da Annibaliano...

Mah, la zenzazione e' che ATAC sia rimasta un po' come AMA, che non si adatta al nuovo mondo del riciclo e rimane tarata sul semplice mestiere fatto di raccolta e trasporto discarica.

ATAC, piu' che al servizio di trasporto,  sembra ancora innamorata del mestiere di macinare tanti chilometri andando a spazzo con gli autobus per la citta', come e quando fa comodo a lei. Chilometri utili o no, tanto alla fine paghiamo noi.

giovedì 27 settembre 2018

Finalmente abbiamo un bel cool!

Che freschetto, che cool come dicono gli anglosassoni, ha portato la tramontana a Roma!

Di colpo la temperatura e' crollata, ieri sera addirittura intorno ai 10 gradi, e per la prima volta da un periodo lunghissimo non solo non abbiamo avuto il caldo umido di questa estate, ma addirittura chi e' incautamente uscito in abiti estivi ha rischiato di buscarsi una polmonite. Personalmente ho avuto l'accortezza di portarmi il windstopper deploiato (dall'inglese deployment) al momento critico.

Alla faccia del cool.

Chiaramente la potenza muscolare si e' scatenata, e a vestiti asciutto, ovvero senza sudare, vi e' stato un repentino taglio dei tempi di percorrenza, anche intorno al 20%, specie in quelle tratte fatte col vento prevalentemente a favore.

La discontinuita' termica ha comunque permesso di convalidare la fine astronomica dell'estate. Da adesso in poi se fa caldo e' l'ottobrata romana, l'estate di San Valentino (quando a Chicago Al Capone li fece fuori tutti perche' a novembre aveva le caldane), l'estate indiana, ma non piu' l'estate estate.

A quando il ritorno del velluto e dello spinato di tweed?

Beh... non vedo tutta questa fretta, per adesso mi contento del pantalone lungo e della riduzione delle zanzare.   


sabato 15 settembre 2018

PRENESTINA!!!! Un'altra stella che brillera' nella notte nera

La notizia l'ho trovata su Roma Today mentre stavo all'estero:  in una conferenza stampa la Sindaca ha annunciato la decisione di fare una bikelane sulla Prenestina, dalla Togliatti a Porta Maggiore, quindi circa 5 km.

Un'opera molto importante, destinata a realizzare una specie di ferro di cavallo saldando la pista della Togliatti con l'altra  bikelane della Tuscolana. Una dimostrazione pratica che il settore della ciclabilita' e' l'unico nel quale l'Amministrazione Comunale puo' fare grandi opere con pochi soldi... e passare alla storia per questo.

La soluzione scelta e' quella della bikelane, con l'unica eccezion e del tratto tra Largo Preneste e Piazzale Prenestino dove verra' utilizzata la pista gia' esistente sul marciapiedi.

La bikelane sara' ricavata spostando il parcheggio delle macchine verso il centro della strada, in modo da ottenere la protezione della corsia dal traffico, conservarae i posti di parcheggio e restringere la Prenestina abbastanza da scoraggiare la sosta in doppia fila...

Su questa ultima affermazione qualche dubbio ce l'ho, visto che tutte le mattine sul tratto prima di Largo Telese parcheggiano in seconda fila fior di camion che comunque lasciano solo una misera corsia per le auto.

Bene, la notizia e' entusiasmante. Se unita alla realizzazione della pista sulla Nomentana, che prosegue anche se lentamente e quella della Tuscolana (della quale pero' non ho notizie fresche) la famosa ossatura radiale sta prendendo forma.

Appena in tempo, direi, per evitare che il numero crescente di ciclisti si faccia da se' la propria corsia direttamente nel traffico.

Commenti marziani? Beh... si'.

A Bruxelles vedo tante bikelane, ed in effetti se usate in maniera disciplinata smaltiscono un sacco di traffico. Per quanto relativamente tanti, sulla Prenestina e' difficile vedere (per adesso) piu' di quattro o cinque ciclisti per volta. Quindi la bikelane e' piu' che sufficiente.

Sulla bikelane al di la' delle macchine in sosta (la stessa soluzione di Porta Portese) ho molti dubbi. Non tanto di percorrenza (attenti alle sportellate dal lato destro), quanto di parcheggio sbagliato (troppo interno) e soprattutto di pulizia... come fara' l'AMA a pulire una cosa che non raggiungi con i mezzi meccanici? Questo potrebbe diventare un vero guaio, al di la' delle ottime intenzioni dei progettisti.

Inoltre sulle discese della Prenestina si va veloci, anche con la pieghevole si toccano i 30... chi avra' il coraggio di farlo sulla bikelane con le auto parcheggiate sulla sinistra? Molti opteranno comunque per la strada.

Un'ultima osservazione: secondo l'articolo la ciclabile sulla Prenestina sarebbe l'avvio della riduzione dello spazio delle automobili nella nostra citta'...

Mi vien che ridere....

Queste cose si fanno con gradualita', non si riescono a saltare le generazioni di prodotto. Infatti, malgrado i tempi storici siano piu' che maturi, tutti in Europa lo fanno, provate a parlarne con qualunque dei vostri amici "normali", ovvero automobilisti...

A Roma prima di ridurre lo spazio delle automobili, cosa che richiede un fortissimo consenso della popolazione, occorrerebbe ridurre i comportamenti criminali, ovvero l'eccessiva velocita' e la sosta sulle strisce pedonali, e quelli incivili, ovvero la sosta in seconda fila.

Gia' quella sarebbe un principio di alba, far capire a noi romani che ci sono regole che vanno rispettate.

Perfino a Roma.


martedì 4 settembre 2018

Per due rami non si blocca una pista

Ve la ricorda la barzelletta di quelli che facevano il panino con ogni ripieno e un tizio arriva e chiede un panino con due fette di elefante?

Insomma, come diceva la barzelletta: Papa' ha detto che non inizia un elefante per due fette...

Embe', stessa storia doveva valere per la pista di Viale della Moschea.

Passo e che ti trovo? L'ennesima interruzione della pista. Interruzione totale, ovvero che devi scendere in mezzo alla strada e poi risalire, specie se vai verso Viale Parioli.

E il tutto, scomodità e pericolo, perche'? Per due rami ammucchiati sulla pista che ci sarebbe voluto di meno a rimuoverli che a circondarli con il nastro di Roma Capitale.

Considerato lo stato di secchezza del legno chissa' da quanto tempo erano li'... forse si aspettava qualcuno che gli desse fuoco!

Oltretutto ci scommetterei che in realtà erano caduti sulla strada, ma poi sono stati ammucchiati sulla pista, ma forse si tratta solo di congetture malevole (a pensar male...).

Insomma, la caduta verso il basso continua, specialmente in zona moschea.

Povera ciclabilità romana.

martedì 28 agosto 2018

Ciclisti per finta e Ciclomotoristi elettrici

Ho sempre apprezzato la bici a pedalata assistita, bici elettrica per brevita’, in quanto  e’ l’argomentazione da usare contro chi dice che la bici non e’ per tutti.


Infatti apre l’uso della bicicletta anche a persone che non sono in grado di affrontare certi tipi di fatiche, o che debbono coprire distanze proibitive, magari 30 km al giorno, e rimanere accettabilmente asciutti etc. etc.


Ed in effetti all’inizio vedevi in bici elettrica signori ben vestiti, mamme con bambini sui seggiolini, oppure persone che possono usare la bicicletta come mezzo di spostamento anche in contesti di grande dislivello.


Si e’ anche sviluppata una comunità di elettrociclisti (che chiamano noi “muscolari”) che dice che loro fanno la nostra stessa fatica, solo vanno più forte… mah, ho elementi concreti per non crederci completamente, ma ancora una volta tutto bene, anzi benissimo.


Infine  la bici elettrica e' come un’assicurazione sulla ciclabilità dovesse svilupparsi qualche problema nelle gambe, tipo failure del ginocchio, per continuare a godersi i paesaggi anche senza poter sparare dentro forza.


Con l’arrivo delle batterie moderne la bici elettrica è diventata un mezzo dalle grandi potenzialità pratiche, con autonomie di tutto rispetto, ed un’architettura che è ritornata quasi simile a quella delle biciclette normali, tanto miniaturizzati si sono fatti motori e batterie.


Di colpo e’ diventata il mezzo preferito dei discesisti, che cosi’ possono farsi la bici pesante quanto vogliono, salire a batteria e buttarsi nei boschi giu’ a rotta di collo (letteralmente…)


Qui pero’ è anche successo il casino. Infatti la bici elettrica e’ ormai cosi’ sofisticata  e pratica, da divenire appetibile a tutta un’altra serie di soggetti che poco, o nulla, hanno a che fare con ambiente e spirito ciclistico. Pertanto qui finiscono i ciclisti elettrici e cominciano altri soggetti, per esempio due tipi caratteristici.

I finti ciclisti
Qualche tempo fa pedalavo sulla BFold sulla Prenestina, sole alle spalle, quando vedo sull’asfalto un’ombra di ciclista su 29 che arriva veloce come il vento. Sospiro alla ruota 20, all’abbigliamento da ufficio....

Sembrava proprio un ciclista di quelli tosti, pedalando senza mani, vestito come tale, perfino il casco con il cinturino slacciato, ma quando è passata la ruota artigliata anteriore, ho visto la batteria integrata nel telaio e il motore…

Nota: il casco col cinturino slacciato ne tradisce la matrice motoristica, in quanto mai ciclista vero si assoggetterebbe al casco tenendo slacciato il cinturino!


L’ho seguito pedalare fino a Largo Preneste, dopodiche’ si e’ dileguato con un paio di traiettorie improbabili gettando scompiglio nel flusso del traffico e l’ho perso di vista. Pero’ e’ riciccciato altre volte, sempre stesso tipo di apparizione.

Se forse e’ il piu’ caratteristico, altri individui si mascherano da ciclisti veri, e sono tutti contenti di superarti (si vede dalle loro espressioni) con l’aiuto del motore elettrico.

Francamente non ne riesco a comprenderne la ragione, e’ un po' come vantarsi di avere l’uccello sempre dritto dopo aver preso il Viagra.

Forse che pensano che il ciclista vero non scorga la differenza tra la velocità del mezzo e l’evidente disimpegno fisico? Boh! Pero’ non nego che, tenendo un buon passo urbano da pieghevole in abiti da ufficio sui 15 km/h, farmi superare da un pagliaccio in bici elettrica un po’ mi gira.

Sta di fatto che questi individui non solo sono molto più frequenti, ma pretendono di tenere velocità sui 30 all’ora anche sulle piste ciclabili, con i problemi evidenti di sicurezza.

Il che fa pensare che forse la velocità max assistita, 25 km/h, e’ forse un po’ alta per l’ambiente delle piste ciclabili e andrebbe tagliata, non oltre i 15 km/h, proprio per mantenere la compatibilità con i muscolari


I ciclomotoristi 

Alla categoria dei finti ciclisti, irritante ma quasi  innocua, si sta aggiungendo a velocità preoccupante quella dei ciclomotoristi, ovvero quelli che prendono la bici elettrica in sostituzione dello scooter, per vari motivi: niente casco, niente assicurazione, niente targa… velocità simile.

Per fortuna questo tipo di ciclista si fa notare in quanto pedala (quando lo fa) in maniera totalmente disgiunta dalla velocità del mezzo e preferisce quelle orribili biciclette  con le ruote grosse da sabbia, che stanno diventando un universo a se’ stante.

Infatti, come i vecchi ciclomotori erano quasi ingestibili a pedali (e quante pedalate ho fatto con il caro Piaggio Boxer, la mia prima e unica full) anche questi ciclomotori elettrici hanno poche possibilità di essere mossi a pedali,  just in case esaurisci la batteria.

Il problema è che per ottenere questo effetto occorre andare al di la’ della legge, ovvero alzare il limite dei 25 km/h per la pedalata assistita  oppure rimuovere direttamente la relazione tra pedali e motore e montare un acceleratore che comandi il motore.

La diffusione di questi ciclomotori elettrici è stata all’inizio limitata ad un classico fenotipo (per dirla, come le famose zoccolette delle Smart), tanto che pensavo che in realtà si trattasse di membri di un cartello dedito allo spaccio ecologico di droga .

La formula sembra aver successo anche al di fuori di questi ambienti e una serie di individui, sempre vestiti molto all’ultima moda del momento, spesso malgrado la loro età, sta transitando dallo scooter al ciclomotore elettrico.

Il problema è che mentre il Ciao, Boxer, Si’, Califfone, dell’epoca nostra si chiamavano ciclomotori per distinguerli dalle motociclettine (Aspes, Caballero, e il mitico Corsarino, il 50 quattro tempi della Morini),questi ciclomotori elettrici sono associati alle biciclette e ne sfruttano le semplificazioni normative.

E quindi te li trovi sfrecciare ai limiti dei 40 all’ora, senza il minimo sforzo da parte dei ciclisti, anche sulle piste e nelle altre aree dove le bici sono permesse o tollerate. E’ solo questione di tempo che accada qualche incidente serio, dunque. Anche considerando che molti si portano i figli nel seggiolino a quelle velocità.

E infine il mitico pippone morale!
Quello che mi preoccupa oltremodo è l’abuso del concetto di bicicletta, per il quale potrebbe pagare la comunità ciclistica intera. Ricordiamoci che casco, targa e assicurazione obbligatoria sono sempre in agguato, se non altro perche’ fortemente sponsorizzati dagli anticiclisti.

La tradizione nazionale non è purtroppo di prevenire ma di curare, anzi,  preferibilmente amputare con furia vendicativa dopo il fattaccio. Francamente ritengo che ogni eventuale reazione normativa possa essere confinata alle sole biciclette a pedalata assistita, quindi mi preoccuperei veramente se fossi un onesto elettrociclista.

Nel frattempo la mia esperienza di ciclista mi porta a dire che i famosi 25 km/h di pedalata assistita si riveleranno presto eccessivi, ma comunque, nel frattempo, occorre vigilare affinche’ la bici a pedalata assistita non venga abusivamente trasformata in un ciclomotore elettrico, il che non sarebbe niente di male se pero’ seguisse la normativa degli scooter (casco, targa, assicurazione…)!